Raffaele Ambrosca |
CANCELLO
ED ARNONE. Ormai siamo a qualche giorno di distanza dalla tornata
elettorale che ha visto impegnati gli italiani al voto per il rinnovo di Camera
e Senato. Tanto è stato detto e tanto ancora si dirà, tuttavia esiste un’unica
certezza il “malcontento degli italiani”, in effetti il risultato che
scaturisce dalla consultazione elettorale ci pone di fronte ad uno scenario
confusionario e frammentato che, da un ventennio di bipolarismo, ci spinge con
prepotenza al tripolarismo: Pd, Pdl e M5S. Le urne ancora calde ci raccontano
come l’Italia sia oggi un paese che non trova la forza di maturare
un’alternativa esplicitamente e quantitativamente valida e che, soprattutto,
non si riconosce nel “sistema politica”. La situazione che ci consegna il voto
non è allora una rivoluzione, né tanto meno una situazione di stallo, ma
piuttosto una situazione di evidente ingovernabilità. Una crisi organica in cui
il sistema non è più in grado di dare una risposta mantenendosi all’interno
delle sue regole ed in cui, in termini spiccioli, nessuna delle forze politiche
ha i numeri per sorreggere una maggioranza in Parlamento. Il Pd - erroneamente
“vincitore annunciato”, è stato il vero perdente delle politiche 2013.
Considerato dagli italiani poco avvezzo al rinnovamento, dopo aver messo da
parte Matteo Renzi , il Partito Democratico travolto dallo “scandalo Monte
Paschi di Siena,” si è ritrovato assorto per tutta la campagna elettorale in
inopportuni “cinguettii” con l’impopolare Mario Monti ed intese poco chiare,
culminate poi in una coalizione che è riuscita in soli due mesi, secondo i
sondaggi di dicembre, a bruciare ben 12 punti percentuali di scarto su quella
di centro-destra. Il fatto diventa eloquente se si considera il risultato della
Camera, dove, in definitiva, il partito di Bersani si è attestato ad un
deludente 25,4%. La coalizione di centro-sinistra (Pd-Sel ed altri) ha chiuso
solo al 29,5%. Sul fronte opposto la rimonta del redivivo Silvio Berlusconi ha
dell’incredibile. Dopo una campagna elettorale concitata, caratterizzata da
svariate ospitate televisive (emblematico quella da Santoro a Servizio
Pubblico), adozioni canine, l’acquisto di Balotelli, congiuntiviti inattese e
l’accordo poco chiaro con la Svizzera per il finanziamento della restituzione
dell’Imu 2012, riesce insperatamente a portare oggi il Pdl a non essere più il
primo partito nazionale, ma a mantenere, a conti fatti, un soddisfacente 21,5%.
Assieme alla Lega ed ad altri partiti minori, la coalizione di centro-destra si
attesta invece al 29,1%. Uno scenario, quindi, senza reali vincitori assoluti,
eccezion fatta per il movimento messo in piedi da Beppe Grillo, essenzialmente
fomentato da un voto impregnato soprattutto di voglia di “discontinuità” ma
anche dall’insofferenza diffusa per il sistema politico e per la pessima condizione
socio-economica in cui versa oggi la nostra nazione. Il M5S ha raggiunto
ovunque percentuali record, attestandosi addirittura al 26%, imponendosi per
tanto come primo partito nazionale. Un flop senza possibilità di redenzione
quello di Rivoluzione Civile di Ingroia (2,2%) e di Fare per Fermare il Declino
di Giannino (1,1%). Ancora più eloquente, sempre in termini negativi, il dato
di Scelta Civica del premier uscente Mario Monti che non va oltre l’8,3%.
Risultato deludente anche per Fini (0,4%) e Casini (1,7%). Tutta la coalizione
“pro Monti” ha raccolto quindi poco più del 10%. Nel contesto locale di
Cancello ed Arnone il primo dato certo e degno di nota è fornito
dall’affermazione del Pdl che si proclama il primo partito nella cittadina del
Basso Volturno con 1.328 voti alla Camera e 1.271 al Senato. Segno questo di un
costante e continuativo impegno del Commissario Cittadino Raffaele Ambrosca,
che ha saputo lavorare sia a medio che a lungo termine, dimostrando di avere al
seguito un grande schieramento politico di partito consolidato nel tempo, che,
come in altre occasioni, anche in questo caso ha saputo dare risultati
ottimali. A conti fatti, oggi come oggi, farebbe piacere a tutti vestire i
panni del vincitore, ma la verità è che i voti dati al partito sono, come in
tutte le altre occasioni, voti dati a Raffaele Ambrosca e questo è, senza alcun
dubbio, un dato certo. Per quanto riguarda gli altri partiti è doveroso
segnalare per il PD 312 voti alla Camera e 301 voti al Senato. Ma anche qui a
Cancello ed Arnone la vera sorpresa è stato il M5S che ha totalizzato 380 voti
alla Camera e 318 al Senato, Deludente infine il dato di Scelta Civica per
Monti che alla Camera racimola soli 85
voti, mentre al senato con Monti per l’Italia 118 voti. Sempre nel contesto
locale, un altro dato degno di nota è fornito dall’accentuazione consistente
dell’assenteismo. Se prendiamo in esame il numero degli elettori così
suddiviso: Maschi 1.671 e Femmine 1.865, risulta un totale di 3.536 votanti di
cui solo 2.295 si sono recati alle urne, ovvero ben 1.241 in meno rispetto al
numero degli elettori stessi. Infine è doveroso fare un’ultima osservazione
relativamente all’UDC che ha ottenuto un totale di 303 voti, un risultato non
eccellente considerato che l’UDC è il partito del sindaco in carica Pasqualino
Emerito; dopo tutto l’impegno profuso per il partito a favore di Gianpiero
Zinzi, ci si aspettava un risultato molto più promettente.
A cura di Matilde Maisto