CASERTA (Raffaele Raimondo) – Controversie e contenzioso sono all’ordine
del giorno nella Pubblica Amministrazione. Alias, “moneta corrente”. Ma,
allorché il malcapitato protagonista di un provvedimento, evidentemente grave,
che ha condotto all’aspettativa e, dal gennaio di quest’anno, al blocco della
retribuzione, è un coraggioso funzionario dell’Asl casertana che risponde al nome di Giuseppe
Mascolo, c’è da interrogarsi e …da interrogare! Formidabile (nel senso proprio,
cioè che “fa paura” alle “mezze cartucce”) il curriculum del dottore in
questione: la più recente funzione è quella di “direttore della Unità Operativa
Complessa Tecnologie Sanitarie, Telecomunicazioni e Budget dell’Area Tecnico
Manutentiva della ASL di Caserta dal 05/11/2009 al 24/10/2012 – incarico
apicale nell’ambito dell’organigramma aziendale con autonomia gestionale delle
risorse umane, finanziarie e tecniche assegnate (Deliberazione ASL Caserta n.ro
790 del 04 Novembre 2009, confermato con Deliberazione ASL Caserta n.ro 1424 del 26/11/2010). Attenzione: egli è
soltanto l’omonimo del più che impavido farmacista Giuseppe Mascolo ucciso, il
20 settembre 1988, a Baia Domizia, per essersi rifiutato di “scendere a patti
con la camorra”. Per il caso attuale, siamo in un altro “pianeta”, quello delle
istituzioni sanitarie tuttavia comunque attraversate, in Campania come in altre
martoriate realtà, da interessi e scontri della più diversa specie e che
finiscono per condizionare efficacia, efficienza, qualità complessiva e
corretta comunicazione dei servizi erogati. E’ probabile, dunque, che nella
vicenda del funzionario in aspettativa siano entrate in gioco motivazioni
riconducibili alle sue prestazioni. Ma quali? E’ certo, intanto, che un
contenzioso è in piena carburazione. Non sono noti, però, i termini del
problema. Allora, va fatta luce “erga omnes”, davanti all’opinione pubblica,
oltre che nelle sedi deputate. Occorre accendere un riflettore massmediale,
senza pregiudizi di sorta e senza enfasi alcuna, ma ben illuminante, affinché
si riconoscano le dinamiche intervenute. Le ipotesi son tante, ma, forse
sfiorando il nocciolo, sembra agevole supporre la riduzione a due prevalenti
cause: o il dottor Mascolo ad un certo punto ha di fatto smentito la sua fin
qui onorata carriera, commettendo qualche imperdonabile errore, oppure
volontariamente o meno ha pigiato un bottone che avrebbe fatto scattare
l’allarme. Presto sapremo le radici dello “status quo”.