15 dicembre 2012

CASERTA: MASCOLO IN ASPETTATIVA E SENZA RETRIBUZIONE. PERCHE’? Dall’ottobre scorso si è acuito un contenzioso che lascia perplessi...



CASERTA (Raffaele Raimondo) – Controversie e contenzioso sono all’ordine del giorno nella Pubblica Amministrazione. Alias, “moneta corrente”. Ma, allorché il malcapitato protagonista di un provvedimento, evidentemente grave, che ha condotto all’aspettativa e, dal gennaio di quest’anno, al blocco della retribuzione, è un coraggioso funzionario dell’Asl  casertana che risponde al nome di Giuseppe Mascolo, c’è da interrogarsi e …da interrogare! Formidabile (nel senso proprio, cioè che “fa paura” alle “mezze cartucce”) il curriculum del dottore in questione: la più recente funzione è quella di “direttore della Unità Operativa Complessa Tecnologie Sanitarie, Telecomunicazioni e Budget dell’Area Tecnico Manutentiva della ASL di Caserta dal 05/11/2009 al 24/10/2012 – incarico apicale nell’ambito dell’organigramma aziendale con autonomia gestionale delle risorse umane, finanziarie e tecniche assegnate (Deliberazione ASL Caserta n.ro 790 del 04 Novembre 2009, confermato con Deliberazione ASL Caserta  n.ro 1424 del 26/11/2010). Attenzione: egli è soltanto l’omonimo del più che impavido farmacista Giuseppe Mascolo ucciso, il 20 settembre 1988, a Baia Domizia, per essersi rifiutato di “scendere a patti con la camorra”. Per il caso attuale, siamo in un altro “pianeta”, quello delle istituzioni sanitarie tuttavia comunque attraversate, in Campania come in altre martoriate realtà, da interessi e scontri della più diversa specie e che finiscono per condizionare efficacia, efficienza, qualità complessiva e corretta comunicazione dei servizi erogati. E’ probabile, dunque, che nella vicenda del funzionario in aspettativa siano entrate in gioco motivazioni riconducibili alle sue prestazioni. Ma quali? E’ certo, intanto, che un contenzioso è in piena carburazione. Non sono noti, però, i termini del problema. Allora, va fatta luce “erga omnes”, davanti all’opinione pubblica, oltre che nelle sedi deputate. Occorre accendere un riflettore massmediale, senza pregiudizi di sorta e senza enfasi alcuna, ma ben illuminante, affinché si riconoscano le dinamiche intervenute. Le ipotesi son tante, ma, forse sfiorando il nocciolo, sembra agevole supporre la riduzione a due prevalenti cause: o il dottor Mascolo ad un certo punto ha di fatto smentito la sua fin qui onorata carriera, commettendo qualche imperdonabile errore, oppure volontariamente o meno ha pigiato un bottone che avrebbe fatto scattare l’allarme. Presto sapremo le radici dello “status quo”.