CAPUA (Raffaele Raimondo) – Sempre numerosi e seriamente
motivati i giovani d’ambo i sessi che, nell’attuale critica fase occupazionale,
guardano con fiducia ad un’onorata carriera nelle Forze Armate o dell’Ordine. Trovano
scampo o abbracciano una bandiera ideale? Entrambe le ipotesi in realtà
convivono. Si concretizza invero un’opzione bilaterale, per così dire, utile a
fronteggiare i vuoti ormai spaventosi del complessivo mercato del lavoro e a
realizzare il sogno di uno stabile inquadramento in una delle grandi
Istituzioni dello Stato. In tale contesto di orizzonti agognati, martedì 4
dicembre circa 1400 volontari dell’Esercito in ferma prefissata di un anno
(vfp1), arruolati con il 4° blocco 2012, per intraprendere il loro iter
formativo di esordio sono affluiti nelle caserme dei Reggimenti che fanno capo
al Raggruppamento Unità Addestrative (RUA) dell’Esercito al comando del
generale di Divisione Antonio Zambuco. La notizia è stata prontamente diramata
dall’Ufficio-Stampa del RUA di Capua coordinato, sempre con grande puntualità,
dal ten.col. Antonio Giannelli. Provenienti
da ogni angolo della penisola e di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, 280 giovani
volontari, di cui 30 donne, sono stati accolti dall’85° Reggimento
"Verona" con sede nell’omonima città scaligera e 297, fra loro 47
donne, al 235° Reggimento “Piceno” di Ascoli Piceno. Alla caserma “O.Salomone”
di Capua, ove sono attivi il 17° Reggimento “Acqui”, agli ordini del col.
Domenico Roma, ed il 47° Reggimento “Ferrara”, da due mesi comandato dal col.
Pasquale Mingione, sono giunti i restanti 755 nuovi soldati dei quali 60 donne.
La componente femminile, come si vede, va infoltendosi con tenace gradualità, a
segno del crescente spazio che il “gentil sesso” va giustamente guadagnando nei
più diversi settori produttivi ed operativi. Per di più, pare che in non pochi
versanti di professionalità, le donne mostrino impegno e rigore addirittura
eccellenti. I volontari appena reclutati
permarranno nei Reggimenti addestrativi per dieci settimane. Al termine del
corso di formazione, saranno assegnati alle Unità d’impiego della Forza Armata,
operative e logistiche, dislocate su tutto il territorio nazionale. Per una
parte di essi si tratterà del primo step, a durata annuale, di una carriera
destinata a continuare e magari a costellarsi di brillanti affermazioni; per
l’altra, invece, rimarrà un segmento, altamente formativo, ma inevitabilmente
limitata, come ogni esperienza a termine. Il discrimine, per ciascuno dei
giovani soldati, dipenderà dai requisiti di base, dai talenti personali e dal
livello di intelligente impegno in quest’anno iniziale di vita militare.
Sommando tutto a conclusione del periodo, si creano le condizioni essenziali per
vedersi purtroppo impediti gli ulteriori sbocchi o, come tutti sperano, per
superare il guado. Oramai non vi sono alternative: la stabilizzazione
lavorativa, in qualunque campo, è prevalentemente figlia della qualità delle
prestazioni. Molti giovani lo sanno bene e chi non l’avesse ancora compreso lo
capirà, nel tempo, a proprie amare spese. Sinceri, dunque, gli auguri e gli
opportuni stimoli affinché ognuno dia il massimo possibile e, all’approdo, si
collochi fra i “migliori”.