Incrollabile fiducia nel confronto e nel dialogo tra le
persone per la costruzione di una società più democratica: è da questo
presupposto che nasce la Prima Edizione della “Festa dei Popoli” di Aversa, in
programma sabato prossimo 15 settembre al Parco Pozzi di Aversa. Il progetto
nasce dall'impegno e la testardaggine di don Giuseppe Esposito, sostenuto in
questa avventura da un gruppo di sacerdoti e laici, con il beneplacito della
diocesi di Aversa. “Il nostro obiettivo è rimarcare e la conoscenza dei
fratelli delle varie confessioni del territorio e promuovere la valorizzazione
delle loro tradizioni, identità culturali e religiose”, dichiarano gli
organizzatori. “Come recita lo slogan dell’evento, ‘Anche tu insieme a noi’, il
15 settembre Aversa vivrà una giornata di festa nel segno di tradizioni e
sapori vicini e lontani, attraverso un interscambio religioso, culturale,
musicale e gastronomico”. Ricco il programma dell’evento, che si aprirà alle 18
con una breve introduzione, per poi vivere il momento più solenne alle 18.30
con la Preghiera Interreligiosa, che sarà recitata da S.E. Mons. Angelo
Spinillo Vescovo di Aversa, Nasser Hidouri Imam della Moschea di San
Marcellino, Padre Ihor Horishnyy della Chiesa di rito bizantino-ucraino, della
chiesa di S.Agostino Aversa. Al termine, sarà presentato il Forum Permanente
“l’Italia sono anch'io” e, alle ore 20, spazio alla sfilata "Made In
Castelvolturno - vestiamo la libertà”, con capi realizzati dalla Sartoria “La
Casa di Alice”. La serata proseguirà fino a mezzanotte con la rassegna
“Musica, Musica, Musica…”, che vedrà
alternarsi la musica sacra di don Marco Marigliano, il gruppo di musica
popolare napoletana "A via 'e Purruni", le melodie rumene della "Mario
& Livia band" e i tipici ritmi “West Africa” dei "Younes El
Marrakchi Ensable"e dei "Gunà Percussion". Nel corso della
manifestazione, l'Associazione "E' Viva San Marcellino" raccoglierà i
libri donati dai partecipanti allo scopo di creare una biblioteca sociale
aperta a tutti. “Il territorio aversano è da sempre una terra di passaggio e di
continui movimenti di uomini e cose – osserva don Giuseppe – uomini che portano
le loro idee e le loro tradizioni da un luogo all’altro dell’Italia, del mondo.
Dal suo canto la Chiesa, con la sua presenza, ha sempre rappresentato un
baluardo di questa pratica dell’accoglienza, di questa visione comunitaria
della vita sociale, dove le parole chiave sono accoglienza, dialogo e
integrazione”.