Emilio Iannotta |
PIEDIMONTE MATESE. L’estate come si sa è tempo di riposo, di
distensione e di riflessioni, ma la
crisi che sta attraversando il nostro paese non da tregua alla vita politica
che è in continuo fermento in vista della tornata elettorale del prossimo anno.
A fare alcune considerazioni è stato il leader dell’IDV Emilio Iannotta che ha tracciato un bilancio dell’attività politica.
Le continue e strumentali schermaglie sulla legge elettorale, ha ribadito il
Dott. Iannotta, con l'evidente
obiettivo da parte dei partiti maggiori di penalizzare ed escludere dal
prossimo Parlamento le voci critiche del governo Monti: il continuo
ricorso al voto di fiducia con la finalità, ormai innegabile, di evitare il
dibattito parlamentare e di veder emergere le mille contraddizioni esistenti in
seno alla maggioranza che continua a sostenere il governo dei banchieri: le
dichiarazioni di Bersani e D'Alema in merito alla auspicata alleanza del PD con
l'UDC rinnegando il centrosinistra, che pure governa regioni, province, comuni
ed ha appena stravinto le recenti elezioni amministrative; i balbettii e le
incertezze di Vendola, che invece di difendere a spada tratta lavoratori e
diritti civili si lascia tentare, per evidente tornaconto personale, da
alleanze innaturali con il partito dei tre forni, liberista e clericale: sono,
in buona sostanza, tutte facce della stessa medaglia essendo evidenti tentativi
della casta politica di preservare se stessa e di emarginare un partito scomodo
e insidioso quale Italia dei Valori. Quali in definitiva le
accuse che il PD muove a Italia dei Valori: il ricorrente ricorso allo
strumento referendario con il quale IDV sollecita i cittadini a esercitare il
diritto di scegliere e decidere: la lotta al finanziamento pubblico dei partiti
e dei loro giornali, ai privilegi della casta, ai vitalizi; il mancato sostegno
al Governo Monti e alle sue politiche liberiste penalizzanti le classi
medio-basse dove i tagli ai comuni mortali si praticano tutti i giorni mentre
quelli ai monopolisti di Stato, ai grandi manager, ai banchieri i e alle varie
caste si annunciano all'infinito; la manifesta non condivisione, in talune
circostanze, dell'operato del Presidente Napolitano, quando IDV ha inteso difendere
la Costituzione, la ricerca della verità e le prerogative parlamentari; la
capacità di farsi interprete della volontà di cambiamento che emerge forte dal
Paese e la dimostrazione, vedi Napoli e Palermo, di avere uomini, idee,
determinazione per perseguire progetti ambiziosi e di largo respiro senza
accodarsi alle scelte di vecchia politica e di scarso consenso del PD. In
definitiva vorrebbero un cespuglio e si ritrovano invece un alleato dignitoso e
competitivo. L'argomento mi consente, passata la sbornia elettorale, di scrivere
qualche parola di chiarezza- che pure mi viene sollecitata da più parti- in
merito alle recenti elezioni amministrative di Piedimonte Matese. E' stato
evidente a molti, e me ne viene chiesta ragione, che non ho esercitato le mie funzioni di
commissario cittadino di Italia dei Valori in queste elezioni.
In verità la
candidatura di Gianluca Sorrentino,
al di là del valore morale e politico della persona - assolutamente fuori
discussione - è avvenuta secondo modalità da me non condivise. Per amicizia e
per riconoscenza verso un amico che è tra i fondatori del partito a Piedimonte Matese
( a cui mi legano sentimenti che vanno ben oltre la politica) e per evitare
inoltre di frantumare il partito nella mia città ho evitato di rendere
manifesta la mia non condivisione di una adesione acritica e non coerente con
la storia di IDV di Piedimonte Matese alla lista di Piedimonte Democratica. Ho, in definitiva, rinunciato ad esercitare
il ruolo che mi competeva per non penalizzare Gianluca. In quanto alla sua
mancata elezione- che pure alcuni, a volte in maniera evidentemente
strumentale, mi addebitano- i fattori sono molteplici e, a mio parere,
l'elemento determinante è stata l'accettazione, ancora una volta acritica,
dell'alleanza Piedimonte Democratica-PDL di Paolo Romano e la conseguente nascita
della lista della Sinistra Matesina. L'errore grave è stato
di non essere coerenti con la storia pregressa di IDV di Piedimonte Matese, che
non ha mai accettato di essere una propaggine o un cespuglio del PD e si è
invece sempre caratterizzato per iniziativa, intransigenza, lealtà al
centrosinistra, capacità di rinuncia personale. Questo modo di far
politica ci ha portato ad avere, in media, 1/3 dei consensi del PD alle ultime
elezioni regionali e provinciali e di divenire, di gran lunga, il terzo partito
locale dopo PD e PDL. Per quanto mi riguarda l'adesione a Piedimonte
Democratica, prima di proporre o autoproporre candidature, pur riconoscendo
il diritto del Sindaco Cappello alla ricandidatura sindacale in funzione
dell'impegno profuso nel mandato precedente, avrebbe dovuto
necessariamente passare attraverso il riconoscimento politico di tale risultato
e alla accettazione da parte del PD di una alleanza politica tra partiti di
pari dignità. Tanto per intenderci se al PD si riconosceva il Sindaco,
certamente non avrebbe dovuto accampare il diritto alla vicesindacatura. Tutto ciò a
tutela del partito e per rispetto dei tanti cittadini di centrosinistra che
hanno votato Iannotta e Sorrentino alle elezioni di cui sopra e non
Cappello-Iannitti (che pure erano nella stessa coalizione e avevano ben altri
ruoli di gestione). Certamente se avessi avuto parte attiva nelle
trattative pre-elettorali mai e poi mai avrei accettato l'alleanza spuria con
una parte significativa del PDL, osteggiata da buona parte della dirigenza
cittadina del PD stesso, essendosi il sottoscritto sempre battuto contro i
trasversalismi e i facili cambi di casacca, che pure hanno trovato
nell'amministrazione Cappello terreno fertile. In verità questa mia
esigenza di coerenza si è scontrata con la ferma determinazione di Gianluca Sorrentino
di candidarsi in quota IDV, senza se e senza ma, con Vincenzo Cappello. Avrei
dovuto distruggere un amicizia e spaccare il partito...ho preferito non farlo.
Pietro Rossi