PIEDIMONTE
MATESE. Apre i battenti, il 23 giugno a Piedimonte Matese, la
prima edizione di FolleMente, il Festival del non luogo. Dopo il successo di
“IlluminArti”, la magica notte dell’arte promossa dall’associazione culturale
Byblos lo scorso 27 maggio, il sodalizio piedimontese propone quattro serate di
musica, teatro e esoterismo in alcuni degli angoli più belli della cittadina ai
piedi del Matese. Si comincia sabato 23
giugno, alle ore 21, nel parco archeologico del Monte Cila a Piedimonte
Matese, con “Cielo irlandese…e non solo”, concerto degli Ar Meitheal, gruppo
casertano che regalerà emozioni,
sonorità e virtuosismi in una notte che già si preannuncia straordinaria.
Degustazioni di birra artigianale, sotto le stelle, a cura del birrificio Karma di
Alvignano. Domenica 24, alle 21, sempre al Parco Archeologico del Monte Cila,
seconda edizione de “I giorni del solstizio, tra rito e mito”: con Gianni
Saladino, serata esoterica durante la quale si celebreranno alcuni riti legati
ai giorni del solstizio e alla festa di San Giovanni Battista: fusione del
piombo, preparazione del nocillo, consegna di rami di felce ai partecipanti.
Alle 22, passeggiata esoterica in notturna alla vicina chiesa medioevale di San
Giovanni, dove si concluderà la serata con degustazioni a base di nocillo. Il
Festival continuerà sabato 30 giugno e
domenica 1 luglio, nel cortile dell’ex Convento delle Suore Canossiane, via
Ercole d’Agnese, Piedimonte Matese: due serate di teatro, con Pierluigi Tortora
in “Giuseppina, una donna del sud” e Maurizio Picariello e Toni Capozzo in “Storie di terra di suoni e di rumori”. “FolleMente – spiegano gli organizzatori
– è la prima rassegna del non luogo che si propone di riaprire scenari urbani
dimenticati, fonte di ispirazione, custoditi nella memoria collettiva ma oggi
caduti nel dimenticatoio della vita quotidiana. Intendiamo riportare in questi
luoghi la magia dell’incontro, le infinite novità dell’arte e dello spettacolo,
per ricostruire tassello su tassello l’identità del centro storico, uno dei più
bei borghi di Terra di Lavoro. Un itinerario in quattro serate in cui, per follia, sarà possibile credere in un Festival
tutto da scrivere, riaprendo porte, cancelli, cortili in cui si nascondono
ricordi di vita passata e emozioni nuove in grado di meravigliare”.
Pietro
Rossi