21 giugno 2012

A Piedimonte Matese, la prima edizione di “FolleMente”, il “Festival del non luogo”.


PIEDIMONTE MATESE. Apre i battenti, il 23 giugno a Piedimonte Matese, la prima edizione di FolleMente, il Festival del non luogo. Dopo il successo di “IlluminArti”, la magica notte dell’arte promossa dall’associazione culturale Byblos lo scorso 27 maggio, il sodalizio piedimontese propone quattro serate di musica, teatro e esoterismo in alcuni degli angoli più belli della cittadina ai piedi del Matese. Si comincia sabato 23 giugno, alle ore 21, nel parco archeologico del Monte Cila a Piedimonte Matese, con “Cielo irlandese…e non solo”, concerto degli Ar Meitheal, gruppo casertano che regalerà emozioni,  sonorità e virtuosismi in una notte che già si preannuncia straordinaria. Degustazioni di birra artigianale, sotto le stelle,  a cura del birrificio Karma di Alvignano.   Domenica 24, alle 21, sempre al Parco Archeologico del Monte Cila, seconda edizione de “I giorni del solstizio, tra rito e mito”: con Gianni Saladino, serata esoterica durante la quale si celebreranno alcuni riti legati ai giorni del solstizio e alla festa di San Giovanni Battista: fusione del piombo, preparazione del nocillo, consegna di rami di felce ai partecipanti. Alle 22, passeggiata esoterica in notturna alla vicina chiesa medioevale di San Giovanni, dove si concluderà la serata con degustazioni a base di nocillo. Il Festival continuerà sabato 30 giugno e domenica 1 luglio, nel cortile dell’ex Convento delle Suore Canossiane, via Ercole d’Agnese, Piedimonte Matese: due serate di teatro, con Pierluigi Tortora in “Giuseppina, una donna del sud” e Maurizio Picariello e Toni Capozzo in  “Storie di terra di suoni e di rumori”. “FolleMente – spiegano gli organizzatori – è la prima rassegna del non luogo che si propone di riaprire scenari urbani dimenticati, fonte di ispirazione, custoditi nella memoria collettiva ma oggi caduti nel dimenticatoio della vita quotidiana. Intendiamo riportare in questi luoghi la magia dell’incontro, le infinite novità dell’arte e dello spettacolo, per ricostruire tassello su tassello l’identità del centro storico, uno dei più bei borghi di Terra di Lavoro. Un itinerario in quattro serate in cui, per  follia, sarà possibile credere in un Festival tutto da scrivere, riaprendo porte, cancelli, cortili in cui si nascondono ricordi di vita passata e emozioni nuove in grado di meravigliare”.
Pietro Rossi