CAPUA – Organizzata dall’Amministrazione comunale la pubblica presentazione
dell’appena edito saggio di Don Giuseppe Centore dedicato ad “Elena Bono, l’uccello
di giada” e che la Brignoli
Edizioni è stata ben felice di dare alle stampe: si terrà
sabato 21 aprile, con inizio alle ore 18, presso il “palazzo di città” in
Piazza dei Giudici. Un evento culturale di rilievo - è facile pronosticarlo -
come d’altronde accade da decenni ad ogni nuova opera pubblicata dal notissimo
letterato, filosofo e teologo capuano che sarà presente in sala. Con lui, al
tavolo dei lavori, per i saluti di apertura, il sindaco Carmine Antropoli e
l’editore Immacolata Brignoli, il prof. Andrea Milano (Università degli Studi
di Urbino) che svilupperà un intervento critico ed il moderatore Carmine
Matarazzo (Issr Capua). Don Giuseppe Centore – “personaggio di spicco della
cultura casertana” - si legge in una nota dell’editore - e “considerato uno dei
massimi poeti religiosi (e non solo) del Novecento italiano” – torna così a “sorprendere”
i suoi entusiasti lettori di sempre, proponendo ad essi ed ai più giovani una
figura importante e ingiustamente poco conosciuta del panorama letterario
nazionale. Elena Bono - che il 29 ottobre 2011 ha festeggiato il
novantesimo compleanno - è infatti scrittrice, poetessa e traduttrice di straordinario
acume. Addirittura “incandescente” è stata definita gran parte della sua
produzione in cui dominano la raccolta di liriche “I galli notturni”, il
romanzo “Morte di Adamo” ritenuto un capolavoro da Emilio Cecchi e Nazareno
Fabbretti, nonché la trilogia “Uomo e superuomo” ispirata “al tema della
Resistenza, intesa nella sua accezione non solo storica ma anche esistenziale
ed universale”. Per lei, terziaria francescana, nativa di Sonnino (Latina) e
ligure di adozione, “la scrittura è essenzialmente mistero” ed il suo
cristianesimo ”si basa sull’uguaglianza amare-soffrire” alla sequela di Colui
“che con le sue piaghe ha redento il mondo”. Molto acutamente si è detto: “Le pagine di Elena
Bono, intense e profonde, pesano come la vita quando ci costringe alle domande
fondamentali sul tempo, sul nulla, sul dolore, sulla libertà dell’uomo, sulle
sue responsabilità, sulla sua salvezza. L’eterna lotta tra vero e falso, tra
bene e male, tra vita e morte trova il suo superamento nell’esperienza
fondamentale dell’incontro con Gesù Cristo, nella scoperta della dimensione di
un trascendente presente e vivo nella storia di ogni uomo e di ogni epoca”.
Queste scarne ma eloquenti citazioni bastano a comprendere le ragioni per cui
l’attenzione critica di Don Centore s’è concentrata sul profilo e sull’opera
della Bono. Resta però forte l’attesa di capire - già nel corso della
presentazione e poi “divorando” il saggio -
la versione che ne fornisce, a cominciare dalla titolazione del volume
che, per ora, lascia soltanto trapelare ardìti battiti d’ali e l’affascinante
esigenza di scoprire, accarezzare e teneramente custodire autentici pilastri
dell’anima e preziosi oggetti di culto.
Raffaele Raimondo- addetto stampa