PIEDIMONTE MATESE. Un progetto per
puntare al pieno recupero di giovani con problemi di dipendenze; non
solo alcol e droga ma anche gioco d’azzardo. Tre ore al giorno di
lavoro danno diritto a 350 euro al mese, in cambio i partecipanti
devono impegnarsi – per sei mesi - nella manutenzione di strutture
pubbliche. Alla luce del sole affinché tutti possano vedere e
apprezzare l’opera svolta dai “meno fortunati” e giudicarli attraverso
una prospettiva diversa. Non fondi pubblici per elargire sussidi a
soggetti che dovranno restare passivi; un modo concreto, invece, per
stimolare l’impegno e la piena integrazione nella comunità di coloro
che vogliono lasciarsi alle spalle esperienze negative. E’ questo, in
sintesi, il progetto realizzato dall’Ambito C6 – guidato dal comune di
Piedimonte Matese – che coinvolge complessivamente venti giovani,
selezionati – in base alle criticità – nei vari comuni dell’Ambito. “E’
un modo con il quale – precisa il dirigente del Sert di Piedimonte
Matese, Enrico Parente - prima di ogni altra cosa, intendiamo
stimolare la cittadinanza a non considerare più, coloro che hanno avuto
problemi legati alle dipendenze come dei pesi per la comunità o un
pericolo per la gente. Invece, conclude Parente, sono persone che
stanno completando un percorso che condurrà fuori dal tunnel”. Il
progetto – che trova sostegno da fondi regionali – vuole offrire ai
giovani in uscita da un percorso di recupero e riabilitazione dalla
dipendenza conoscenze e strumenti, che permettono loro di entrare nel
mondo del lavoro, oggi sempre più competitivo e difficile. Il progetto è
attivato per accompagnare l’utenza attraverso uno specifico programma
di inserimento “guidato” al lavoro; un progetto generale che possa
offrire modelli di vita e percorsi di autorealizzazione individuale e
socio-lavorativa attraverso la realizzazione di attività programmate di
preformazione e di inserimento lavorativo. “Si tratta di una
filosofia che, per tappe successive, sviluppi un’educazione al lavoro e
offra una formazione professionale adatta ai tempi. Passare da una
storia fatta di irresponsabilità, continua violazione delle regole, a
un concreto e vitale inserimento lavorativo e sociale non richiede solo
una formazione professionale o un titolo di studio, ma soprattutto
volontà”. Questo il commento del sindaco Vincenzo Cappello, che già in
passato sperimentò positivimante la cooperativa dei parcheggi
attraverso la quale molte persone sono state totalmente reinserite nel
mondo del lavoro e nella società.
Fonte: Nuova Gazzetta di Caserta