Piedimonte Matese- Un autentico cimitero di resti
animali situato lungo uno dei sentieri CAI più suggestivi che, portano
da Piedimonte Matese al Monte Cila, è stato lo spettacolo apparso ai
dirigenti del Servizio Veterinario dell’ amena cittadina . Una scoperta
che è stata resa possibile grazie all’ estrema sensibilità di alcuni
componenti di un’ associazione ambientalista matesina. Il luogo del
ritrovamento è un’area di circa 300 metri quadrati in zona montuosa,
estremamente impervia, in cui sono stati rinvenuti, complessivamente,
duecento chilogrammi di resti animali equini e bovini. I primi rilievi
medico-legali effettuati dai veterinari del
Distretto sanitario 15, coordinati dal dott. Anastasio Napoletano,
hanno evidenziato che i resti appartengono prevalentemente a giovani
puledri di circa un anno di età, verosibilmente macellati
clandestinamente con successiva immissione delle stesse carni nei
circuiti commerciali della zona, eludendo il controllo sanitario.
Particolare ancora più raccapricciante fornito dai medici veterinari è
stato il rilievo di fori, a livello dei crani equini rinvenuti,
ascrivibili a proiettili di arma da fuoco. Il dott. Napoletano ha così
commentato l’accaduto “è amareggiante constatare come di fronte
all’impegno crescente che i veterinari infondono nella salvaguardia
della tutela del consumatore, malgrado le croniche carenze di personale e
fondi, passano verificarsi atavici rituali di macellazione clandestina e
maltrattamento animale”. Prosegue intanto, congiuntamente al Corpo
Forestale dello Stato, coinvolto per le specifiche competenze, l’azione
finalizzata al sequestro e alla rapida bonifica dell’area interessata al
ritrovamento, a salvaguardia e tutela della salute pubblica, della
fauna domestica e soprattutto selvatica. Gli aspetti di tutela del
territorio trovano sempre pronti e sensibili i dirigenti del Servizio
Veterinario, aldilà degli specifici compiti assegnati, come dimostra
l’opera prestata negli scorsi anni nelle severe emergenze verificatesi
all’interno del territorio del Parco Regionale Matesino.
Fonte:Gazzetta di
Caserta