Società
- veicolo usate per creare crediti Iva inesistenti. Una frode su scala
nazionale nel settore dell’abbigliamento è stata scoperta dall’Ufficio
Grandi contribuenti della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate
della Campania. Per svelare il complesso disegno fraudolento sono scese
in campo anche altre strutture regionali dell’Agenzia e la Guardia di
Finanza. Frode “europea” ma regia italiana
- Il meccanismo, ben consolidato, era posto in essere da un sodalizio
di cittadini spagnoli sotto una regia italiana. Prevedeva la
costituzione e/o l’acquisizione di società in stato prefallimentare,
oppure inattive e prima operanti in altri settori, le quali, una volta
contabilizzati crediti Iva inesistenti, venivano cedute più volte. In
tal modo, nell’arco di un breve periodo di tempo, veniva realizzato una
sorta di “lavaggio del credito IVA”, attraverso una veloce sostituzione
dei soggetti che confluivano alla fine in un’unica società, realmente
esistente, fruitrice dei falsi crediti in compensazione. Le
organizzazioni avevano sede in tutta Italia. Falsi crediti per compensare l’Iva dovuta
- Tale meccanismo, reiterato nel tempo, ha consentito alla società, fin
dal 2002, di azzerare interamente il debito Iva di oltre 44 milioni di
euro utilizzando, in compensazione dell’Imposta dovuta, dei falsi
crediti precostituiti con il meccanismo fraudolento.
Una
volta “adempiuto” al loro compito evasivo, le società veicolo venivano
trasferite all’estero per sottrarle agli eventuali controlli del Fisco. Le
motivazioni alla base dell’indagine, partita dalla Campania, sono state
accolte dalle Commissioni Tributarie Provinciali di Milano e di Napoli
che hanno riconosciuto la bontà e la fondatezza delle prove e delle
motivazioni elaborate dall’Agenzia facendo emergere l’ingente somma
indebitamente sottratta al Fisco. Il meccanismo scoperto e l’incasso effettivo - La conoscenza del modus operandi
dei soggetti coinvolti ha indotto l’Ufficio ad estendere il controllo
della liquidazione Iva di gruppo a società riconducibili ai medesimi
soggetti. Considerato il notevole importo delle eccedenze IVA a credito
trasferite alla capogruppo, il controllo é stato indirizzato verso
l’effettiva esistenza delle transazioni commerciali che generavano i
falsi crediti. Dall’attività di intelligence svolta è emerso che
questi traevano origine da operazioni di acquisto effettuate con società
cartiere riconducibili sempre ai medesimi soggetti. Appurata
la reale esistenza della polizza fideiussoria a garanzia del credito
trasferito, l’Ufficio Grandi contribuenti ha provveduto, per la parte di
propria competenza, all’escussione della garanzia di 7,3 milioni di
euro dalla compagnia assicuratrice della società, che ha regolarmente
assolto i propri impegni. Sono in corso ulteriori procedure per
l’escussione di altri 20 milioni di euro da parte delle due Direzioni
Provinciali di Napoli.