Non è ovviamente entrato da dietro le quinte il buon
Papa Francesco ma ha attraversato tutta la sala e salutato la gente. Sabato, 28
febbraio, il Papa ha incontrato, nella straordinaria cornice dell’Aula Paolo
VI, una delegazione dei 543mila cooperatori italiani che si ispirano alla
dottrina sociale della Chiesa. Nell’invitare i presenti ad andare avanti come
un “popolo in cammino” per contribuire alla “globalizzazione della
solidarietà”, Papa Francesco ha raccontato la Sua visione della cooperazione,
davanti a oltre settemila cooperatori arrivati da tutta Italia. Anche una delegazione di apicoltori di VolAPE,
il Gruppo che associa CoNaProA, APAM, AIACeNa, Fondazione Luigi Terriaca,
Futuro Verde e FAI Molise, era presente all’evento. “Papa Francesco, ancora
una volta, con semplicità ed altrettanta determinazione, ha dimostrato
competenza e concretezza. Le Sue parole, come oramai ci ha abituato, sono dei
veri e propri messaggi che, fuori dagli schemi tradizionali, ci raccontano il
punto di vista di un Papa che rimanendo sempre nell’alveo dei principi della
dottrina sociale della Chiesa, non smette mai di guardare al futuro,
rifiutandosi di restare chiuso nei propri confini ed aprendosi continuamente al
mondo che cammina”. Ha dichiarato Riccardo Terriaca, Presidente di VolAPE e
direttore del CoNaProA, che ha guidato la delegazione di apicoltori insieme al
Presidente del CoNaProA, Angelo Lombardi. “Uno più uno fa tre!” e “Non fermatevi solo a
guardare quello che avete saputo realizzare!” sono state le sue più proverbiali
sollecitazioni. Una sorta di libro bianco della cooperazione racchiuso in
quarantacinque minuti di intervento, le parole di Papa Francesco, in cui ha
riconosciuto il grande ruolo della cooperazione per la difesa dei più deboli,
senza omettere la condanna chiara ed inequivoca della falsa cooperazione. Il
Papa poi, sdoganando ufficialmente il modello cooperativo dai ristretti confini
dell’impresa famosa solo perché “senza finalità di lucro”, ha ricordato che
senza “dinero” – come ha chiamato il capitale finanziario – i buoni
investimenti non sono possibili. Dunque il Papa ha voluto evidenziare che anche
le cooperative devono investire, investire bene, trasformando lo “sterco del
diavolo” in strumento di bene al servizio della persona umana. Nella
cooperazione autentica l’uomo deve comandare sul capitale e non viceversa.
Secondo il Papa, la stessa cooperazione saprà incidere sul futuro della
società, a vantaggio dei più deboli, nella misura in cui riuscirà a mettersi in
gioco, a “reinventare” nuove forme cooperativistiche, puntando molto, ad
esempio, sulle “empresas recuperadas”, le sempre più diffuse “workers buy out”
(da dipendenti a proprietari), delle quali si è esplicitamente dichiarato un
convinto “tifoso”. Un passaggio fondamentale, il Papa lo ha dedicato al
processo in atto di unificazione delle Centrali cooperative (ACI – Alleanza
delle Cooperative che mette insieme Confcooperative – Lega delle Cooperative e
AGCI). Un percorso condivisibile che deve essere affrontato senza mai
dimenticare le origini e le singole identità. Il Papa ha voluto rimarcare che
la cooperazione che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa non può
restare chiusa in casa, ma quando si affaccia al mondo ed esce, deve sempre
ricordarsi chi è, cosa rappresenta e da dove viene. Per gli apicoltori il momento più emozionante
è stato quando la piccola Sofia ha consegnato al Papa un cesto rappresentativo
delle migliori produzioni delle imprese cooperative agricole ed agroalimentari
italiane, all’interno del quale c’era anche il miele di VolAPE. Un momento
indimenticabile per le apicoltrici ed apicoltori di VolAPE che, da tempo, hanno
deciso di “mettersi insieme, in nome della mutualità, della responsabilità
sociale, del rispetto dell’ambiente e di una apicoltura sostenibile”. E
dopo aver ascoltato validi esempi di cooperazione concluse sulle note delle
voci del coro non è mancata neppure la sua inconfondibile ironia: “quest’ultima
è stata la cooperativa più melodiosa!”
Pietro Rossi