Corrado Lembo |
CAPUA
(Raffaele Raimondo) – L’annuncio di fine ottobre del dottor Antonio
Citarella - autorevole presidente dell’Associazione “Ferdinando Palasciano” -
sta per trovare l’atteso compimento. Infatti, sabato 7 dicembre, alle ore 10,
presso la Facoltà di Economia che s’affaccia sul corso Gran Priorato di Malta,
si svolgerà la cerimonia di consegna del “Premio Palasciano 2013” al procuratore
della Repubblica, Corrado Lembo, “per l’instancabile impegno profuso a favore
della comunità, per il rispetto della legalità e della civile convivenza”. C’è dunque, ancora una volta, da parte del
prestigioso sodalizio capuano, un’opzione di fondo che fa riflettere e di cui
si coglie presto il senso. Rendere omaggio ad un tenace custode e garante della
legalità, che da cinque anni non risparmia energie sul nostro territorio,
significa certamente apprezzarne e condividerne in profondità gl’intenti
istituzionali, ma anche rilanciare con determinazione nell’immaginario
collettivo di tutta la comunità provinciale una nuova e più ferma assunzione di
corresponsabilità a qualunque livello. L’indirizzo? Non lo conosce soltanto chi
non vuole conoscerlo. Lungi dai facili moralismi che davvero non giovano, tutti
ormai siamo costretti a prendere atto dell’oggettiva e tremenda condizione in
cui tuttora affoga, per molti profili, la già felice terra in cui stentiamo a
vivere. In proposito, il monito evangelico è fin troppo eloquente: “La messe è
tanta. Gli operai sono pochi”. Ergo,
si deve andare decisamente verso un generale cambio di mentalità. Deve mutare
radicalmente l’orizzonte di senso, nella vita privata e pubblica. Forse nessuno
sa più del dottor Lembo quanto titanico lavoro, in provincia di Caserta, c’è
ancora da fare per estirpar le radici dei coriacei oltraggi alla legge e della
delinquenza d’ogni specie. E, allora, a che servirebbe conferirgli il Premio
Palasciano, se non a dare un ulteriore sonoro scossone alle coscienze? A che
servirebbe esaltare gl’indiscutibili meriti del Procuratore, senza individuarne
augurabili riflessi nelle nostre abituali linee di condotta? Logicamente
conseguenti, quindi, gl’irrinunciabili auspici di opportune modificazioni
concettuali, emotive ed operative per quanti saranno in sala e per i tanti che avranno
notizia dell’evento. Questo e solo questo, crediamo, è l’autentico valore da
recuperare nella circostanza. Questa la lezione che chiaramente si legge
nell’oculata scelta dell’Associazione guidata dal presidente Citarella. Se tale
lezione non fossimo disposti ad apprendere, ci resterebbe ben poco al di sopra
delle parole d’occasione e della ritualità. In una scheda informativa, che
riferisce dell’incontro che i rappresentanti dell’Associazione hanno avuto col
Procuratore, è evidenziato che “il
dott. Lembo non ha nascosto le difficoltà e la delicatezza del momento che
viviamo anche in rapporto alla modificata geografia giudiziaria e alle
conseguenti difficoltà, mostrandosi però fiducioso nella qualità e attualità
del modello adottato. Le difficoltà conseguenti alle recenti scelte politiche
sono innegabili ma si è detto convinto della necessità di rimanere coerenti al
modello originale di contrasto alla criminalità adattandolo però alle nuove
esigenze”. Si tratta indubbiamente di una considerazione che coniuga
sofferto realismo e forte disponibilità ad agire, malgrado le tempeste della
transizione. E’ l’itinerario che ciascuno di noi, se non l’avesse già fatto, è
chiamato ad imboccare, qualunque sia la nostra sfera di pensiero e d’azione.