CASERTA. L’intollerabile degrado in cui versa non solo il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio ma l’intera ex colonia serica borbonica non può più essere taciuto. Il Belvedere giace in uno stato di palese trascuratezza, bisognoso di restauri urgenti, minato da evidenti infiltrazioni d’acqua, cadute d’intonaco e cornicioni, invaso da piante infestanti. A tutto ciò si aggiunge la scarsa manutenzione e un regolamento di gestione e di utilizzo spesso lacunoso e molto spesso disatteso. Il borgo con le antiche case degli operai è alla mercè di quotidiani, scellerati interventi abusivi, operati dagli stessi proprietari. Oltre ad essere meta di bivacchi di balordi, con relativi atti vandalici, tra spazi incolti di verde pubblico, strade dissestate, lampioni spenti, cumuli di immondizia. I dati turistici sono imbarazzanti, laddove i visitatori lamentano l’assenza anche delle normali dotazioni museali e ricettive (una mostra permanente di manufatti serici, le indicazioni logistiche, un punto di ristoro, i bagni pubblici, le navette - con orario preciso - da e per Caserta centro-Reggia). I cittadini leuciani e casertani hanno già subito una ferita gravissima con la chiusura delle fabbriche seriche, pur essendo la seta, soprattutto quella locale, ancora richiestissima (dai ricchissimi paesi arabi, ad esempio). Ciò a causa di una palese, nefasta gestione imprenditoriale, nel silenzio di chi sapeva e poteva intervenire. Ora anche l’UNESCO ha manifestato la propria perplessità relativa, per quanto detto, all’annoverare ancora una realtà tanto degradata nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità. La cancellazione - dopo 16 anni - sarebbe l’ennesima onta, che non è possibile ignorare. È il momento di agire, di guardare al futuro, di tutelare le generazioni che verranno. Non è più, infatti, una questione dei leuciani o dei casertani: riguarda l’Italia intera, è un’assunzione di responsabilità o di corresponsabilità da condividere a livello internazionale (come è ovvio, la scelta dell’UNESCO comporterebbe un’ulteriore emarginazione di Caserta, del Sud, dell’Italia a livello mondiale). San Leucio non è uno dei tanti monumenti sparsi nel nostro Paese. La colonia borbonica - per molti un fastidio! - è un esempio di welfare ante litteram, la prima, lungimirante forma di città industriale con un proprio statuto, un codice di leggi precedente alla Rivoluzione Francese, con una serie di norme attualissime (pensiamo alla parità tra uomo e donna o alla tutela dei lavoratori ), che se fosse stato davvero studiato farebbe di questa piccola frazione casertana la patria del diritto moderno! Non è più il tempo di guardare a un passato glorioso; non è più il tempo di ricordare i luoghi storici in cui ammirare nel mondo la seta leuciana. È il momento di capire e di agire per investire sull’oggi e sul domani di San Leucio. Come a Venaria, come al Louvre. Come nei paesi civili. Dove per civiltà s’intende non semplicemente e malamente accogliere le eredità storico-culturali, ma potenziarle, incrementarle, svilupparle. Secondo una precisa, studiata, valida PROGETTUALITA’, nel medio e nel lungo periodo. Se gli organismi preposti, istituzionali e politici, sono latitanti, più o meno consapevolmente, se l’imprenditoria rifugge, giustamente, situazioni poco chiare, se la cultura in chiave contemporanea è lasciata a personaggi incompetenti e da anni inefficienti, è il caso che le famiglie, gli studenti, i professionisti, gli operai, le associazioni si accollino l’impegno di SALVARE SAN LEUCIO. Un impegno gravoso, complesso, scevro da qualsiasi inutile protagonismo e da qualsiasi ideologia. Tutti noi dobbiamo tutelare e proteggere i nostri beni, la nostra casa, la nostra storia. Le ultime notizie, certe e inequivocabili, indicano delibere assurde prese dagli organi competenti, che ghigliottineranno per sempre la realtà leuciana. Si autorizza un wine-bar a gestione privata all’interno delle antiche Stalle reali, e si incoraggia l’ennesima locazione a titolo gratuito di un bene che potrebbe fruttare lavoro e ricchezza agli abitanti di Caserta. A tutti gli abitanti di Caserta. Favole, parole? O, forse, meglio, un’altra sconsiderata vicenda come quella riguardante la “cessione” immotivata, volutamente secretata, che sa di regalo, del Teatro Comunale della nostra città? APPUNTAMENTO PER UN PRIMO INCONTRO, per una conferenza stampa di “sensibilizzazione” pubblica SABATO 25 MAGGIO p.v. ALLE ORE 12,00 presso la LIBRERIA GUIDA CASERTA (via Caduti Sul Lavoro). Già in molti hanno aderito, a titolo personale o in rappresentanza di sodalizi indipendenti. Già nomi importanti della cultura e della società civile hanno confermato la loro partecipazione attiva al progetto/comitato Salvare San Leucio. Una raccolta pubblica di firme, a cui ne seguiranno altre, sancirà l’inizio di un percorso particolare. È il momento di seguire il proprio cuore, la propria testa, la propria COSCIENZA. Per non essere tutti correi di un “omicidio” culturale, sociale, urbanistico, economico.
c.s.