GRAZZANISE – La sensazione dominante, in paese,
è quella di un imminente “capolinea”. Con il corredo tipico delle attese
trepidanti. Quali saranno da “domani” in poi le sorti del Comune? Si andrà alle
elezioni amministrative a fine maggio o verrà presto a definirsi lo sbocco che
alcuni esponenti politici locali chiamano già “Obiettivo 2015”? La cittadinanza
attende, col fiato sospeso, il Responso-Cancellieri, cioè la determinazione che
il Ministero dell’Interno forse ha già assunto o sta per adottare sulla base
della Proposta-Pagano finora nota soltanto a pochissimi addetti ai lavori. In
altri termini, sono stati scartati, nell’Amministrazione comunale eletta dal
popolo tre anni fa, i fattori che darebbero luogo alla nomina di una triade
commissariale per diciotto mesi per presunte infiltrazioni della camorra oppure
sono stati individuati ed opportunamente documentati? Certo, la gestione del
commissario Ciaramella e del sub commissario Nero, dall’estate scorsa ad oggi,
è stata percepita come “assolutamente transitoria” dalla gente: resta da
stabilire se alla guida della macchina amministrativa torneranno un sindaco e
dei consiglieri che il popolo sceglierà o tre commissari, come è avvenuto per
ben due volte negli anni Novanta. Prima il team Provolo-Argirò-Sorbo (1992) e
poi la terna Maddaloni-Vargas-Ciaramella (1997). Ormai è questione di giorni,
se non di ore. La verità è alle porte. Le soluzioni-tampone di un
commissariamento “transitorio”, già mal digerite fin dai primi mesi, ora
appaiono di piombo alla maggior parte dei cittadini. Le emergenze si
accavallano, meritano analisi ponderate e decisioni di lungo respiro, siano
esse di carattere finanziario o di gestione della pianta organica comunale. Fra
l’altro pendono situazioni di provvisorietà nell’area della Polizia municipale,
di riconversione operativa in quella finanziaria, di stallo vero e proprio
nell’area amministrativa (che da anni viaggia senza la responsabilità autonoma
di vertice che nulla ha da spartire con la “reggenza” affidata alla segretaria
comunale) e di “biforcazione” nel settore tecnico (ove si registrano due
capiarea), nonché fermenti vari fra i quali primeggia il destino delle 19 unità
lavorative sinora impegnate per la pulizia del paese. Elettorato e forze
politiche aspettano lo sblocco dell’impasse.
E, mentre il primo è fortemente interessato ad avere presto una guida serena ed
autorevole a vantaggio di tutti, le seconde stanno per essere chiamate ad una
seria prova di coerenza: si vada a votare fra meno di due mesi o fra più di un
anno e mezzo, esse, per loro stessa natura, hanno da testimoniare l’attenzione
e l’interpretazione dei bisogni della popolazione, impegnandosi a trovare
risposte, a concorrere in sinergia per il giusto reperimento delle risorse, a
cercare in Provincia, in Regione o al Governo, i varchi nei Progetti
finanziabili. Ogni altro posizionamento (si chiami attendismo o rinvio, non importa)
sarebbe il segno di un sostanziale bluff che gli elettori non si lasceranno
passare impunemente sotto il naso.
RAFFAELE RAIMONDO