GRAZZANISE
– Giovanni Abbate, Teresa Cerchiello, Maurizio Di Puorto, Paolo Parente,
Pina Picierno, Antonio Papa, Gerardo Rullo, Pasquale Raimondo, Rosaria
Capacchione, Lucia Esposito, Camilla Sgambato, Stefano Graziano, Salvatore
Russo e Ludovico Feole: questo, nell’ordine, il folto schieramento di relatori
che - fra venerdì 8 febbraio (nella frazione Brezza) e domenica 10 (a Via Diaz,
nel centro urbano) - si sono susseguiti in due riusciti incontri elettorali
promossi dal Circolo “N.Jotti”. Al microfono, insomma, i candidati del PD al
Parlamento ed alcuni militanti locali molto attivi nella “forte” fase attuale,
malgrado la “situazione transitoria” del Circolo venutasi a determinare a
gennaio con le dimissioni del coordinatore Roberto Parente. Molto puntuali le
analisi prospettate al pubblico dei sostenitori bersaniani, degli ospiti di
riguardo e dei semplici curiosi: dalla necessità civica di non disertare le
urne il 24 e il 25 febbraio prossimo alla “storica” opportunità di votare la
coalizione che vuole a Palazzo Chigi il Pierluigi (su tutto impegnato fuorché
“a pettinar le bambole”), dall’urgenza di aprire una nuova stagione nel governo
del Paese allo stato di degrado in cui si dibatte Grazzanise (Comune
commissariato) e l’intera zona dei Mazzoni. Non
a caso con una nota-stampa il Circolo PD ha rilevato la “straordinaria
partecipazione dei cittadini del Comune di Grazzanise che nonostante
la concomitanza della festività del Carnevale, nonché la tarda ora, hanno
partecipato in maniera massiccia e calorosa all’evento”. Far meglio
comprendere agli elettori che non andare a votare, in forma di protesta
antipolitica senza alcun beneficio immediatamente tangibile, sarebbe “errore
grave”; evidenziare che, in una fertile logica dell’alternanza, è arrivato il
momento di lasciare in minoranza il centrodestra, ora assai maliziosamente
frastagliato, che ha governato l’Italia negli ultimi anni, per fare spazio alla
volontà riformatrice della coalizione PD-SEL; agevolare l’irrinunciabile
recupero della credibilità del mondo politico italiano da un biennio messa dura
prova come e più del tempo di Tangentopoli; orientarsi decisamente verso una
progettazione economico-istituzionale dello sviluppo sostenibile nell’area del
Basso Volturno che è rimasta la più abbandonata del casertano: ecco i quattro
vettori sui quali gl’interventi ed i confronti si sono maggiormente misurati. E,
mentre gli onorevoli Graziano e Picierno hanno argomentato facendo anche leva
sulla loro pregressa esperienza parlamentare, dai nuovi candidati Capacchione,
Esposito e Sgambato è venuta una spinta entusiasticamente proiettata nel senso
di una profonda ristrutturazione delle strategie di lettura dei problemi del
territorio e della ricerca di tutte le soluzioni possibili. Il lavoro: problema
“number one” da affrontare. Lo ha ribadito con particolare forza il deputato
Graziano. Di qui, ben oltre ogni mera propaganda elettorale, la proposta,
emersa a conclusione del dibattito di domenica sera, di dar vita ad un “team di
studio” col compito di tracciare, passo dopo passo, le linee-guida per un
complessivo progetto di rilancio dell’occupazione nella pianura che va da Capua
al mare, lungo la sp 333. Si partirebbe nel prossimo mese di marzo, proprio ad
iniziativa del Circolo “N.Jotti” accedendo ad una serie di consulenze da
chiedere ad economisti, sociologi, urbanisti e ad altri esperti pronti a
raccogliere le istanze dei politici finalmente convinti che i processi di
crescita sui diversi territori vanno individuati e accompagnati
sistematicamente, senza populismi o demagogie di sorta, ma con l’intento di
assicurare, soprattutto al pianeta-giovani, concrete opportunità di lavoro
ricercabili, in via prioritaria, nelle preesistenti risorse naturali.
RAFFAELE
RAIMONDO