Amedo Insero |
CAIAZZO
- Ha impugnato la sentenza del Tar ma, anche in questo caso,
l'appello è stato rigettato e ritenuto infondato. Dopo il
tribunale amministrativo anche il Consiglio di Stato ha dato ragione
al comune di Caiazzo, la corte
ha respinto le ragioni del consigliere di opposizione Amedo Insero
circa la richiesta di annullamento delle deliberazioni di consiglio
comunale numeri 17, 18, 19, 20, 21 e 22, deliberazioni - secondo
Insero - adottate in sua assenza nella seduta del 5 agosto 2011.
Ricordiamo i tre i motivi di censura contestati da Insero dinanzi al
tribunale amministrativo: "l'avviso di convocazione era stato
sottoscritto dal presidente del consiglio in violazione dell'art. 35
del regolamento del consiglio (per il quale la convocazione è
disposta dal sindaco), che l'avviso di convocazione non gli era mai
stato comunicato precludendogli la partecipazione alla seduta e in
subordine che essendo la seduta durata 15 minuti ciò avrebbe
reso evidente che la votazione non era stata preceduta dalla
preventiva illustrazione degli argomenti da parte dei relatori".
Il Tar, con sentenza del 9 maggio del 2012 rigettò il ricorso
assumendo che "la sottoscrizione dell'avviso di convocazione è
stata legittimamente apposta dal presidente in osservanza del comma 2
dell'articolo 25, in base al quale "il Presidente convoca,
previo visto del Sindaco, il Consiglio comunale". Per quanto
riguarda la ritualità della convocazione, "è
circostanza pacifica tra le parti che, stante l'assenza dal suo
domicilio, essa non sarebbe stata consegnata nelle sue mani". Un
articolato motivo che Insero ha impugnato al Consiglio di Stato
laddove il Tar ha ritenuto "di non dover dare valore alle
dichiarazioni versate dalle parti nonchè alle difese delle
parti in quanto si riteneva esistente una presunzione di consegna
dell'avviso alla madre del ricorrente presso l'abitazione del
ricorrente". Ragioni che non hanno convinto i magistrati riuniti
in camera di consiglio. Il ricorso dunque è stato respinto,
una causa che sarebbe costata all'amministrazione comunale per la
difesa circa 5mila euro, sarebbe perchè l'amministrazione non
si è difesa e non ha dato mandato al legale.