Un’antica immagine di Maria SS. delle Grazie, |
CANCELLO ED ARNONE – Mercoledì 19 dicembre u.s. nella Parrocchia Maria
Regina di tutti i Santi, Don Sabatino Sciorio ha tenuto il 2° incontro
Biblico-Spirituale relativo alla nuova stagione 2012/2013. In prossimità del Santo Natale, opportunamente, è
stato affrontato il tema della “Nascita di Gesù”. La dottrina mariana è tutta costruita in riferimento a
Cristo e al suo mistero di salvezza, leggiamo dal foglio che Don Sabatino ci
fornisce, per fare seguire al meglio la Parola di Dio. Poi prosegue: essa guida
ad una fede più profonda in Cristo. Il concepimento di Gesù fu verginale senza
concorso umano. Maria ha generato (biologicamente) il corpo umano in cui Dio
infonde, nel medesimo istante, l’anima (umana) creata: dall’unione del corpo
generato da Maria e dall’anima creata da Dio si costituisce una natura umana
concreta, individuale. Ma essa nello stesso momento in cui questa natura umana
comincia ad essere, è assunta dalla Persona del Verbo: è la stessa Persona del
Verbo che l’assume come sua propria natura. Questo significano le parole: “Il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. E così, Maria è la
madre, vera e propria, di questo nuovo membro della razza umana, questo uomo
nuovo nato nel mondo. Essa è la Madre del Verbo, poiché questo uomo nuovo non è
altri che il Verbo. Nella natura umana Egli è stato generato da Maria. La
relazione di maternità che intercorre fra Maria ed il Verbo fattosi carne è
unica, singolare. In forza di questa relazione, Maria ha raggiunto una dignità
unica: ha toccato con l’opera del suo concepimento i limiti della divinità.
Ogni maternità è costituita da una relazione interpersonale ricca di
conoscenza, amore affezione, donazione, confidenza reciproca: questo è
“naturale”. E dobbiamo pensare che tutto questo fu presente nella relazione
Maria – Cristo. Ma nel caso di Maria si tratta di un figlio che è Dio. Ed
allora questa maternità è “piena di grazia” e di santità. La grazia è prima di
tutto l’amore stesso eterno con cui il Padre ama la creatura umana: da questa
fonte scaturiscono tutti i doni che divinizzano la persona umana in cristo.
Avendo il Padre deciso di inviare il Verbo nella nostra umanità, nello stesso
atto ha simultaneamente voluto che Maria Gli fosse madre: per questo Ella è
stata arricchita della più alta santità. Strettamente connessa col mistero
della divina maternità, è la fede nella verginità di Maria. Maternità e
verginità sono talmente collegate che bisognerebbe dire sempre: la maternità
verginale di Maria. E’ una verginità reale e perpetua. Reale, perché essa riguarda
veramente l’intera persona di Maria, anche il suo corpo. Perpetua, cioè prima
del parto di Gesù, durante il parto e dopo il parto. Maria, nella dottrina
della fede e nella nostra esperienza cristiana, non è una figura marginale.
All’origine di tutto sta l’imperscrutabile decisione del Padre di comunicare la
sua vita divina all’uomo, nel Figlio mediante il dono dello Spirito Santo
(=predestinazione in Cristo). La realizzazione di questa decisione è
l’incarnazione del Verbo, il Verbo incarnato, nel quale ogni cosa sussiste ed
ad immagine del Quale ciascuno di noi è stato creato. Nella stessa decisione di
inviare il suo Figlio, è inclusa la persona di Maria come pre-destinata a
generare nella natura umana il Verbo – Unigenito Dio. L’esperienza di fede
della Chiesa ha progressivamente approfondito il mistero del Cristo, vero Dio e
vero uomo. In dipendenza da questa progressiva scoperta, la Chiesa vive la
progressiva scoperta del mistero di Maria dentro al Mistero del Verbo
incarnato: una scoperta che ebbe la sua “pietra miliare” nella definizione
dogmatica della divina e verginale maternità di Maria. In vista di questa
singolare missione, il Padre la preservò dal peccato originale, la ricolmò
dell’abbondanza dei doni di grazia (piena di grazia) e, nel suo sapiente
disegno, “volle…che l’accettazione di colei che era predestinata a essere madre
precedesse l’Incarnazione” (LG 56; EV 1/430). In forza di questo consenso, Ella
“quasi plasmata dallo Spirito Santo” (cfr. LG 56; EV1/430), consacrò totalmente
se stessa all’opera e alla persona del suo Figlio, presentandolo al Padre nel
tempio e soffrendo con Lui morente sulla Croce. In tal modo, Maria, sotto di
Lui e con Lui, servì al mistero della nostra redenzione, partecipando al
mistero della Risurrezione del Cristo in modo unico, essendo stata assunta
nella Gloria in corpo e anima, appena terminato il corso della sua vita.
Matilde Maisto