28 agosto 2012

Patriciello. “è necessario invertire il primato negativo dell’Italia con una riforma che elimini gli sprechi e garantisca servizi migliori ai cittadini”


Aldo Patriciello
Il problema dell’evasione fiscale non tocca solo il nostro Paese ma l’intera Unione Europea. Secondo l’ultimo studio in materia, effettuato dal Krls Network of Business Ethics, all’Italia va la maglia nera per la più alta percentuale di evasione fiscale in Europa. Una percentuale che si aggira sul 14,1% con una tendenza in crescita e che, nei primi sei mesi di quest’anno, ha registrato punte record nel Nord con il 14,9%. Se dovessimo, poi, tradurre tali dati percentuali in numeri e in particolare in euro l’indagine precisa che le imposte sottratte all’erario sono di 180,9 miliardi di euro l’anno, sia per le imposte dirette che per quelle indirette. La cifra specificata, inoltre, viene suddivisa in cinque principali aree di evasione fiscale che fotografano la situazione italiana agli occhi dell’Europa vale a dire l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese. “E’ necessario – commenta l’europarlamentare Aldo Patricielloinvertire questa tendenza negativa che di certo non dona lustro al nostro Paese anche perché la ‘tipica tendenza italiana all’evasione’ si sta allargando a tutta l’eurozona; si stima infatti che in tale area l’evasione fiscale sia di circa 2000 miliardi di euro, pari ad 1/5 del PIL. La Commissione Europea ha presentato nel luglio scorso una serie di proposte contro l’evasione fiscale europea in linea anche con gli interventi che il Governo nazionale italiano ha promosso in materia. Tra queste sono presenti sul banco di discussione le sanzioni minime per i reati fiscali, il numero di identificazione fiscale transfrontaliera, una carta del contribuente dell’UE e maggiori controlli dei cosiddetti ‘paradisi fiscali’. Tutte misure che, seguendo la logica comunitaria, hanno come obiettivo la promozione di un sistema fiscale condiviso equo ed efficace per tutti i cittadini. C’è da dire, inoltre, che in Italia la situazione presenta caratteristiche variegate. Negli ultimi tempi la pressione fiscale risulta essere insostenibile per cittadini e piccoli imprenditori che si vedono costretti, senza giustificarli, a bypassare alcune imposte a fronte delle grandi company che, nonostante ne abbiano la possibilità, chiudono i bilanci in deficit solo ed esclusivamente per evitare la tassazione. Bisognerebbe quindi addentrarsi ancora di più nel tessuto sociale ed economico del nostro paese e capire quali possano essere le iniziative migliori per garantire equità. Molti Stati europei sono già intervenuti in tale senso riducendo le aliquote fiscali, migliorando la qualità dei servizi pubblici e soprattutto eliminando gli sprechi della Pubblica Amministrazione. Ritengo – conclude l’Europarlamentare – che fino a quando non riusciremo a tagliare i veri sprechi del nostro Paese, con una migliore gestione finanziaria delle casse pubbliche, lo Stato avrà sempre bisogno di ‘battere cassa’ tassando cittadini e imprese. Bisogna partire dunque da una Riforma interna per cambiare l’intero sistema”.


Bruxelles, 28 agosto 2012                                         Ufficio Stampa On. Aldo Patriciello