SANTA MARIA LA FOSSA (Raffaele Raimondo) – Dissotterrare e
rilanciare le buone politiche si può, si deve! E’ quanto va concretizzando
l’amministrazione Papa cui vanno riconosciuti ingegno e prontezza a render “capofila”
il Comune di Santa Maria la
Fossa in un Basso Volturno appestato e bisogno di
un’abbondante e prolungata dose di chinino, come agli albori del periodo
fascista. “Capofila” di che? E’ presto detto! Di buon senso, anzitutto, di
sufficiente ossequio al dettato legislativo, di gestione “iluminata” delle
risorse. E il sindaco Antonio Papa, su questo, è maestro: da medico, è avvezzo
a curare; da amministratore, s’industria e non poco, giungendo a scommettere
sul riscatto culturale della sua e…della nostra terra. Gli assessori Russo,
Cepparulo, Luiso e Minolfi rispondono al “la” (no “Allah”, per carità, ch’è di
cultura…altra) e fanno boomerang. L’esito, così, è palpabile e si allontanano
sempre più i tempi, nefasti, del sindaco Bartolomeo Abbate, capace di stare,
contemporaneamente, col diavolo e con l’acqua santa (leggi, rispettivamente,
Fibe e popolo fossataro). In quest’ottica - a nostro modesto avviso - vanno
letti gl’imminenti “campi-scuola” che s’incuneeranno su terreni confiscati alla
camorra: tre stages di 10 giorni ciascuno per giovani, per lo più minorenni,
del centro-nord italiano che arriveranno nel bel mezzo della pianura che va da
Capua al mare per modificare le loro opinioni su questo lembo rovente del
casertano e ripartire, alla fine, con idee nuove. Qui però sta il punto cruciale.
I responsabili di benemerite Associazioni e “puntuali” Sindacati (Agrorinasce-presidente
Giovanni Allucci, Nero e non solo-Aniello Zerillo, Cgil-Camilla Bernabei,
Spi-Cgil-Vincenzo Barbato, Arci-Napolano…) hanno predisposto l’organigramma ed
il programma dei “campi” ed invocano il contatto degli stagisti con la
popolazione, aggiungendo d’aver concepito d’idea-forte di voler “restituire
alla popolazione il territorio” …già rapito e rapinato per decenni e per secoli,
in estensione e profondità, dai latifondisti e dalla malavita organizzata. Il
sindaco Papa annuisce e sfodera i protocolli d’intesa sottoscritti, in loco,
con la Pro-Loco,
il Comitato per la Vita,
la Parrocchia. Così
è e così sarà. Tuttavia, al merito di tutti i prim’attori s’aggiunge qualche
crepa, di carattere strategico-metodologico, s’intende. Prima, senza dubbio, la
dimensione dell’operazione: in teoria comprensoriale, di fatto municipale.
Seconda: una sommaria informazione strettamente tecnica sulla didattica dele
varie “giornate di campo”. Terza (l’ha bene evidenziata il giornalista Mattia
Branco) l’esclusiva della partecipazione riservata a ragazzi provenienti da
zone di differente, e forse più avanzata, civiltà. E i nostri avranno
l’opportunità di “fare esperienza di campo” hic et nunc”? Andranno essi (o sono
già andati) al nord-centro a viverla: lo assicura il saggio Barbato! Di fatto,
il 4 luglio (data d’esordio del primo stage) è alquanto vicina e la
programmazione, per il suo carattere flessibile, può ancora subir ritocchi. Ci
saranno nella misura in cui il dibattito che s’è sviluppato coi cronisti due
giorni fa, in conferenza-stampa nell’aula consiliare del municipio di Santa
Maria la Fossa,
non rimanga sterile e induca alle più opportune modificazioni di manovra e di
rotta. Quelle, beninteso, che la democrazia vera suggerisce a josa per sua
stessa natura.