22 giugno 2012

COME SARÀ IL “PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE 2012-2016” ?

A fine estate 2011, in Campania la caccia alla quaglia non fu consentita in anticipo, come si era sempre fatto in passato. La cosiddetta “preapertura” al 1° settembre, ovvero l’anticipo di quasi ben tre settimane dell’apertura della caccia fu fermata dal TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) di Napoli, in quanto la Regione Campania, nell’approvare il calendario venatorio per la stagione 2011-2012, lo aveva fatto in assenza del “piano faunistico”, che è lo strumento per regolamentare sulla base di censimenti e studi scientifici, i tempi, i modi e le specie oggetto di caccia. È appena il caso di ricordare che il “piano faunistico” è basilare, perché contiene quegli elementi essenziali, previsti dalle normative vigenti, indispensabili per la conservazione e la gestione del patrimonio faunistico, che è patrimonio di tutta la collettività e non patrimonio esclusivo dei cacciatori. È in quest’ottica che il patrimonio faunistico va tutelato anche con forme di effettiva ed efficace vigilanza, che assicuri una vera lotta al bracconaggio, e ciò è fortemente auspicato dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica.  Peraltro anche in questo periodo, cioè assai prima dell’apertura della caccia, vengono usati sofisticati (quanto vitatissimi) richiami acustici per le quaglie (come il fonofilo), e non certo per fini di “ricerca naturalistica”. L’addestramento abusivo dei cani da caccia su quaglie, in questo periodo non consentito, arreca seri danni anche alla già modesta agricoltura di montagna, perché è periodo di fienagione e l’erba viene danneggiata dal calpestio di cani e addestratori abusivi. Ci auguriamo pertanto che l’iniziativa dell’assessore provinciale Gianluca Aceto, finalizzata all’aggiornamento del Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2012-2016, consenta di migliorare sensibilmente l’attuale situazione, e non ci vuole molto. Ormai non si può più sottovalutare che l’esigenza di assicurare un minimo di (effettiva) tutela all’ambiente naturale e alla fauna selvatica che in esso vive, non è uno “sfizio” di pochi, ma una necessità nell’interesse di tutti (compresi i cacciatori). Il ripopolamento e/o la reintroduzione e controllo della fauna selvatica non può continuare ad essere un discorso che riguarda solo i cacciatori. Un’accorta gestione della fauna selvatica e dell’ambiente naturale, fatta nel rispetto della legge (compresa quella che consente l’attività venatoria), non solo consente di migliorare la qualità della vita, ma consente anche di fare un importante discorso di valorizzazione della vocazione turistica di molte zone e quindi di sviluppo economico proprio attraverso il turismo, che viene considerato anche a livello nazionale un’importantissima risorsa.

Cliccando sul seguente link:
si legge la proposta dell’assessore provinciale Gianluca Aceto.

Emidio Civitillo