il municipio di Grazzanise |
GRAZZANISE (Raffaele
Raimondo) – Si aperta la voragine. Preceduto (lunedì 7 maggio) dalle dimissioni
del capostipite de La Svolta
ed ex sindaco Enrico Parente dal civico consesso e da quelle rassegnate (mercoledì
9) dal consigliere Caterina Argenziano, l’ultimo atto s’è consumato ieri
(giovedì 10 maggio) con il “volontario ritorno a casa” degli altri nove
componenti della maggioranza svoltista (Vincenzo Morico, Giuseppe Conte, Vito
Gravante, Virgilio D’Abrosca, Davide Massaro, Salvatore Raimondo, Pasquale Di
Fruscia, Mario Cantiello e Giovanni Gravante), lasciando a …“presidiare” le
pareti del palazzo municipale i cinque eletti della minoranza di Nuovi
Orizzonti (Federico Conte, Raffaele Pezzera, Giuseppe Raimondo, Marcello Vaio e
Paolo Gravante). Il Comune di Grazzanise è dunque rimasto traumaticamente senza
Sindaco. La parola passa così al Prefetto. Vanificati in
una settimana, con l’incalzare degli eventi, gli esiti della consultazione
amministrativa del 28 e 29 marzo 2010, quando la lista capeggiata da Pietro
Parente (diletto figlio del predecessore Enrico) s’impose con 2.445 voti (51,82%)
sulla coalizione concorrente neorizzontese, fermatasi a 1954 consensi (41,41%)
e sulla “terza esclusa” dei Campi Stellati, 319 voti (6,76%), che aveva
candidato a primo cittadino Domenico D’Elena.Troppo presto per registrare
fondati giudizi sulla voragine, che comunque apre il varco ad una nuova
stagione della vita politico-istituzionale grazzanisana! Una cosa, però, è
certa: la monolitica compagine svoltista è caduta per l’accensione
dell’ennesima miccia giudiziaria a svantaggio del “sindaco-ombra” Enrico
Parente, non per motivi di salute fisica e tanto meno per materie ed
argomentazioni strettamente politiche. Questa partita, ancora una volta, non è
stata vinta dall’opposizione del gruppo consiliare di Federico Conte che pure,
in oltre un biennio, ha più volte contestato atti e decisioni della maggioranza
in carica. Come da vetusta tradizione locale, sono già scattate le
fibrillazioni di tipo elettoralistico, ma il buon senso inviterebbe a dire che
questa è l’ora della sofferenza civile e politica. Occorrerebbe pensare molto
in questa fase… Il “popolo sovrano” che aveva avallato il terzo mandato “di
fatto” per un sindaco più volte “chiacchierato”- ma capace di rimanere in sella
“in virtù” o “in vizio” di caparbia e mai paga sete di potere - oggi dovrebbe
riflettere a lungo sulle sue corali responsabilità e gli esponenti di primo
piano delle varie forze in campo far tesoro di questo trauma istituzionale -
che purtroppo rievoca i due subìti negli anni Novanta - per giungere, soltanto
dopo un lungo esame analitico e progettuale, alle nuove determinazioni da
assumere. Il pericolo dello “sciacallaggio c’è, ma c’è pure la risibile lezione
che sembra venire addirittura da qualcuno che comunque ha condiviso i destini
svoltisti della prima, seconda e terza ora. Allora, mentre sono ancora in piena
azione Forze dell’Ordine, Magistrati e Palazzo territoriale di Governo, ben
venga adesso il fertile silenzio! Domani - chissà quando sarà?! - riparleranno i
nuovi candidati e, soprattutto, gli elettori. Avvedutamente, si spera.