Siamo
giunti alle battute finali di un copione
già letto infinite volte, che annuncia la fine del Consorzio Unico di Bacino
delle Province di Napoli e Caserta, che per anni è stato il simbolo provinciale
della cattiva gestione dei servizi pubblici con spreco di danaro per mirati
scopi politici e di malaffare. Abbiamo
sottolineato più volte che il CUB, Ente Pubblico, libero dalla necessità di
profitto, invece di rappresentare un'opportunità per rendere un servizio
efficiente ed ottimale, è stato una grande carrozzone grazie a politici e
sindaci che l'hanno utilizzato solo per convenienza utile alla distrazione del
gettito della Tarsu e/o per sponsorizzare assunzioni, carriere e clientele
mungendolo fino alla messa in liquidazione.
Altro scempio sono state l'inadeguatezza e le sovversive strategie degli
Amministratori e dei Commissari che si sono avvicendati alla guida del CUB
sperperando a loro piacimento e per fini personali, ormai a tutti noti, decine
e decine di milioni di euro senza mai applicare le leggi o calare un reale e
valido piano industriale. Nonostante questo supplizio abbiamo
comunque continuato a sperare che prima o poi sarebbe emersa una parte politica
sana che con responsabilità e orgoglio avrebbe quantomeno avviato un percorso
di salvaguardia, attraverso la costituzione di un nuovo soggetto pubblico che,
sulla scorta degli errori e delle esperienze passate, si fosse contraddistinto
in trasparenza ed efficienza a vantaggio dei cittadini e dei lavoratori. Questo
lo si poteva e lo si può ancora legittimamente conseguire solo attraverso la
Provincia di Caserta e la Gisec spa, la società provinciale che gestisce
l'impiantistica di smaltimento rifiuti in provincia di Caserta. Non a caso
abbiamo condiviso un progetto di suddivisioni in ambiti gestionali del
territorio Casertano, che prevede la diretta partecipazione, in quota
minoritaria, della Gisec, per conseguire il ciclo integrato dei rifiuti dalla
raccolta all’impiantistica. Anche questo
piano però, grazie agli stessi protagonisti del passato, ovvero i sindaci,
sembra ormai giunto al capolinea se non si registrerà in tempi rapidi una forte
iniziativa del Prefetto di Caserta con palese richiamo alle responsabilità
politiche/istituzionali, ma anche soggettive. Infatti, non è difficile capire
che quando si comincia a sollevare fittizi conflitti di potere o di
insufficienza normativa si denota un gioco tattico per non aderire. E’ chiara
ormai la nuova miope farsa dei sindaci e il loro obiettivo di completare la distruzione di un servizio
pubblico essenziale mettendo a rischio almeno 400 posti di lavoro e coltivando
il desiderio di lottizzare nuove poltrone e nuove assunzioni. A questo punto, si comprende da se che, per i
ghiotti sindaci, è meglio tentare la fuga dal CUB portandosi in dote una quota
minima del Personale spettante e proseguire la gestione alla Carlona del
gettito fiscale nelle loro salde mani. Facciamo
quindi appello alla Guardia di Finanza che accerti e indaghi sull'illecito
comportamento di taluni sindaci per la distrazione dei capitoli di spesa
vincolati dovuti al CUB e sul danno erariale prodotto lasciando il CUB in modo
controverso, senza congrua acquisizione di personale, per sponsorizzare nuove
assunzioni duplicando i costi della collettività. Tutto questo avviene mentre il CUB, con anni di ritardo, solo in
questi giorni, cerca, con note unilaterali,
di cantierizzare e suddividere i lavoratori tra i comuni dopo aver concesso tante
sospette fughe a costo zero e senza ostilità.
Pertanto, convinte che dal pantano si possa uscire solo con il pregio di
un tavolo Prefettizio, per concertare assieme i migliori equilibri tra una filiera
istituzionale e solidale con l'esigenza di efficienza, le scriventi OO.SS.
auspicano una rapida ripresa del negoziato, che li veda protagonisti, con l'indispensabile
ausilio della Provincia e di Gisec, poiché è questo il presupposto legislativo essenziale
per l’affidamento del servizio in house, e per la salvaguardia dei livelli
occupazionali del CUB, a partire
dall'ambito sud, visto lo stato avanzato della procedura di costituzione,
improvvisamente fiaccato da grigie dispute di potere.
c.s.