Casagiove - (Salvatore
Candalino) - Encomiabile iniziativa di un gruppo di profughi africani in
città, degna di essere opportunamente registrata: per ringraziare della
buona accoglienza la cittadinanza ed il Sindaco Dott. Elpidio Russo in
particolare, e per dimostrare la loro volontà di integrarsi nel nostro
Paese come cittadini attivi e volenterosi, hanno deciso di ripulire
alcuni parchetti pubblici di Casagiove. Sabato 9 Marzo, circa 30 di
essi hanno cominciato col pulire un parco nell’area della 167 e si
propongono di proseguire l’opera nelle prossime settimane, spostandosi
in altre aree verdi cittadine. A Casagiove dicono di essersi sentiti ben
accolti dalla popolazione: “ Siamo ospitati ottimamente, dichiarano
concordi alcuni di essi con occhi dai quali traspare tanta gratitudine,
presso l’Hotel Regina del Sig. Tonino Esposito e non ci manca nulla sul
piano materiale. I casagiovesi ci hanno accolti benissimo dal primo
momento del nostro arrivo, abbiamo l’assistenza sanitaria e stiamo
frequentando un corso di Italiano presso l’ex Caserma De Martino.
Ringraziamo per questo il Sindaco Dott. Elpidio Russo e Don Lorenzo
Maggetto, che ci hanno molto aiutato”. I
rifugiati rifiutano orgogliosamente l’assistenzialismo e non vogliono
essere di peso per la città che li ospita con tanta generosità: se
dipendesse da loro, comincerebbero a lavorare oggi stesso. Stanno già
frequentando, presso l’ex Caserma De Martino, corsi di italiano
organizzati da cittadini di Casagiove. L’iniziativa sta andando a buon
fine, grazie al determinante sostegno dell’Amministrazione Comunale ed
in particolare del Sindaco Dott. Elpidio Russo, che anche in
quest’occasione conferma ulteriormente la sua squisita sensibilità. Adesso
i profughi chiedono all’Amministrazione un ulteriore contributo, che
avrebbe una grossa valenza per una loro dignitosa sistemazione:
vorrebbero partecipare a corsi di formazione professionale. Infatti
hanno fatto mille mestieri, hanno buona volontà, ma non sono abituati al
modo di lavorare dei paesi occidentali. Hanno ardente desiderio di
imparare a lavorare alla nostra maniera per potersi inserire nella
nostra società a pieno titolo, senza essere di peso a nessuno. “Il
Sindaco Russo ci è stato molto vicino”,- dicono,si è impegnato a
sostenerci per permetterci di inserirci come cittadini bravi, onesti,
che non dipendono dall’assistenza pubblica”. In città sono attualmente
ospitati circa 300 profughi africani in attesa di permesso di soggiorno
come rifugiati politici ed umanitari. “Veniamo da paesi poverissimi del
centro Africa”, ci dice il Sig. Guoem Adina, 29 anni, proveniente dal
Burkina Faso, io sono dovuto fuggire dal mio Paese, perché ero un leader
del partito politico che ha perso le elezioni. Dopo il voto, il partito
al potere ha cominciato a perseguitarci, ci sono stati scontri e morti
ed io sono stato arrestato.” La testimonianza
del Sig. Okolo Emanuel è drammatica: “Molti di noi sono cristiani
provenienti dalla Nigeria, scappati per sfuggire agli attentati ed alle
persecuzioni degli estremisti islamici” Un altro profugo, Samuel
Zakaria, racconta: ”Mio padre era un uomo ricco e potente nel mio
villaggio. Lui era musulmano, mentre mia madre era cristiana. Quando è
morto mio padre, i suoi parenti non volevano che io prendessi l’eredità,
perché non mi considerano un buon mussulmano avendo la madre cristiana.
Hanno ucciso mia madre e suo fratello, ed io sono dovuto fuggire per
salvarmi la vita.” Molti i rifugiati provenienti
dalla Somalia, fuggiti dal disastro del Darfur: un conflitto
interetnico aggravato da una disastrosa siccità e da una carestia, che
ha causato decine di migliaia di morti. Altri rifugiati vengono dal
Niger, paese posto alle spalle della Libia e della Algeria che è uno dei
10 stati più poveri al mondo, in pratica è un calderone di sabbia
rovente. Sono arrivati in Italia fuggendo
davanti alla morte. Hanno attraversato il deserto del Sahara a piedi o
con i mezzi dei trafficanti d’uomini. Lungo il percorso sono stati
rapinati di tutto. Addirittura, spesso viene fatta bere loro acqua
infetta per causare la diarrea e così i trafficanti trovano le palline
di cellofan con dentro i soldi che avevano inghiottite. Moltissimi sono
morti di stenti e di sete lungo il percorso, molti altri sono morti
durante la traversata del Mediterraneo che li ha portati a Lampedusa.
Fortunati i 200 rifugiati africani ospiti di Casagiove. Per essi il
calvario è terminato: hanno trovato l’eden.