Mario Monti |
Dalla visione dei programmi
televisivi e dalla lettura dei quotidiani on line emerge un uso spesso
spericolato, talvolta in modo francamente strumentale, della
terminologia politica. E’ vero che troppo caldo è il cadavere del
governo di Mister B per attendersi dalla nostra classe politica nominata
e da commentatori e giornalisti che non hanno mai dato testimonianza
di terzietà e obiettività di giudizio quell’uso accorto delle parole
che la situazione pure richiederebbe. Eppure se una fase nuova deve
cominciare con il Governo Monti, se davvero vogliamo recuperare
credibilità internazionale dopo 17 anni di stravolgimento democratico e
informativo (consiglio a tal proposito la lettura dell’ottimo articolo
di Francesco Merlo al link http://www.repubblica.it/politica/2011/11/13/news/merlo_13_novembre-24929333/)
dobbiamo avere l’onestà intellettuale di chiamare le cose con il loro
nome. Di dare a Cesare quello che è di Cesare. E allora come definire il
Governo Monti? Innanzitutto Governo del Presidente Napolitano.
Il Presidente, forte del prestigio e del consenso che si è meritato
nella conduzione del suo mandato, ha dettato tempi e modi delle
dimissioni di Mister B; ha preparato il campo a Monti eleggendolo
senatore a vita; ha indicato da tempo la strada maestra (unità
nazionale, rigore, equità e coesione sociale) per qualsiasi Governo che
davvero avesse a cuore le sorti dell’intero Paese. Governo di emergenza nazionale. Perché
nessuno può negare lo stato di difficoltà e la perdita di credibilità
del debito pubblico italiano e della classe politica italiana. Certo le
responsabilità non sono uniformi, certo il debito pubblico viene da
lontano. Oggi guardare all’indietro deve servire unicamente a non
ripetere gli stessi errori, a non affidare a coloro che hanno prodotto i
guasti la ricostruzione del Paese. Ma lo sguardo deve essere proiettato
in avanti, in un sussulto comune di orgoglio e di nuova responsabilità.
Governo tecnico. Costituito con le migliori competenze e scevro da fibrillazioni, contrattazioni, condizionamenti e rappresentanze partitiche. Credibile
all’estero e per i mercati. Efficace e determinato nel concretizzare
l’agenda politica del presidente Napolitano di cui sopra. Esplicativo,
in tal senso, il veto posto alla presenza di Gianni Letta nell’esecutivo
da IDV e PD e la non indicazione da parte degli stessi partiti di
uomini che fanno riferimento alle rispettive aree politiche.
Cosa non è, e pertanto come non definire, il Governo Monti? Non
è certamente un Governo di larghe intese, né un governo di grande
coalizione. Non è un Governo dove PD e IDV stanno insieme al PDL.
Semplicemente PD e IDV prendono atto dell’emergenza nazionale e,
riconoscendo il ruolo di guida e di tutor del Presidente della
Repubblica, assicurano insieme al PDL la maggioranza parlamentare a
Monti.
E cosa rappresenta per Italia dei Valori il Governo Monti?
La definitiva maturazione. La fase post berlusconiana. Il passaggio
dalla più intransigente opposizione alla collaborazione leale con il PD
per mettere in campo una alternativa credibile. Accomunata oggi dal
riconoscimento del ruolo del Presidente della repubblica ,
dell’emergenza nazionale e della necessità improcrastinabile di andare
alle prossime elezioni con una nuova legge elettorale; domani dalla
responsabilità di ricostruire il Paese.
Emilio Iannotta