11 novembre 2010

Caserta poca maggioranza, nessuna opposizione.


Caserta, città del turismo. Caserta, città della Reggia. Caserta, patria delle sete e dei prodotti agroalimentari. Caserta, città della mozzarella. Caserta, vecchia capitale della cosiddetta Brianza del Sud che alla fine degli anni 70 vedeva sorgere attorno a se fabbriche ed industrie delle più famose multinazionali. Ma anche Caserta, la città dove quelle stesse fabbriche oggi chiudono lasciando una lunga scia di disoccupati e nuovi poveri. E poi Caserta, la città dei tanti, troppi centri commerciali e la città dove ogni giorno si susseguono arresti legati alle vicende della criminalità organizzata. Ci saranno almeno un altro migliaio di modi per definire nel bene ed anche nel male una città ed una provincia che risultano incantevoli ed indiscusse sintesi di bellezze naturali ed artistiche, ma che purtroppo stentano a decollare a causa di una serie di fattori negativi che le inchiodano ad un triste destino. La cronaca racconta che appena una settimana fa un consigliere della opposizione votando con la maggioranza ha consentito la tenuta della giunta comunale che al cittadino medio non aveva mai dato l’impressione di brillare e che un falso allarme antrace verificatosi alla Reggia ha aperto importanti interrogativi in merito alla sicurezza dei turisti e dei lavoratori della struttura. Dal piano parcheggi alle emergenze del momento la città sembra sempre affidarsi alla logica del navigare a vista, logica che nemmeno una opposizione che risulta fatalmente inconsistente riesce a denunciare. E un film girato su un set coperto da un silenzio assordante rotto soltanto dalle notizie di probabili candidature, primarie e dalle riproposizioni di vecchi personaggi ormai decotti che organizzano i più inutili e svariati convegni in giro per la città. Gli unici che hanno protestato e protestano incessantemente contro le disfunzioni prodotte da chi amministra sono stati i sindacalisti della Ugl Caserta, gli unici veri oppositori della città, gli unici ai quali, comunque la si pensi, va dato atto di aver criticato scelte e presentato piani alternativi. E chissà se come accadde per Sergio Cofferati a Bologna, per Renata Polverini a Roma e per Lina Lucci a Napoli qualcuno non arriverà ad offrire anche la poltrona di primo cittadino a D’Angelo oppure a Palumbo novelli eroi di un riscatto meridionale. Caserta, oggi è una città che spera …

Mimmo Testa