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30 ottobre 2010
Ugo Iannitti (Italia Nostra Matese) lancia l’allarme scempio ambientale Eolico sul Matese.
Gallo Matese- Da qualche giorno anche sul Matese si comincia a sentir parlare di eolico, di “Wind Farm”- nome bellissimo e fuorviante come se il vento fosse coltivabile come in una vera fattoria -, di aereogeneratori, di pal(l)e eoliche e chi più ne ha più ne metta. La realtà è che anche da noi sta arrivando la lobby dei produttori di vento e tempesta, dei venditori di aria fritta. L’eolico viene presentato come la panacea “verde” per la soluzione del problema elettrico dell’Italia, quando invece i dati reali della produzione di energia e del vantaggio per la nostra economia sono poco più che fallimentari. Le statistiche fatte trionfalmente circolare dalla società Terna Spa, che ricordiamo è la società che in Italia si occupa della trasmissione dell’energia, dicono che ogni pala eolica installata ha prodotto energia, ergo ha “girato”, in media per sole 1500 ore all’anno, su un totale di ore possibili di funzionamento di 8760. Ma questo noi del Matese lo sappiamo già, basta farsi un giro a Ciorlano e vedere delle 10 pale quante sono in funzione anche quando il vento soffia con furore siberiano. Ma allora dov’è il guadagno? Non c’è per i clienti, cioè noi, ma c’è, eccome se c’è, per chi li costruisce e per chi li gestisce. La magia sta nei cosiddetti “Certificati verdi”, che di verde hanno solo il colore. In base al Protocollo di Kyoto tutti i paesi industrializzati devono ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera; se non ce la fanno possono continuare ad immettere la stessa quantità impegnandosi a compensare le emissioni con la produzione di energia da fonti alternative. In pratica l’acciaieria “X” può evitare di ridurre l’inquinamento che produce se prova di aver fatto qualcosa per l’ambiente. Come lo prova? Attraverso l’acquisto del “Certificato Verde” da un produttore di energia da fonti alternative che, attenzione, non gli vende l’energia, ma solo il certificato. Il produttore di energia ha cioè dichiarato al GSE Spa di produrre tot ed in cambio ha ottenuto i certificati, pagati con un prelievo diretto sulla nostra bolletta. Potrebbe cambiarli direttamente in contanti, ma se li vende all’acciaieria, che ha bisogno di dimostrare di fare qualcosa per ridurre l’inquinamento, riesce a spuntare un prezzo molto più alto. In base a questo meccanismo un produttore “inefficiente” riesce a vendere la scarsa energia prodotta ad un prezzo magicamente moltiplicato: la Alerion Spa, società proprietaria dell’85% di Ciorlano, ottiene 76,7 euro al Mhw dalla vendita di energia elettrica e ben 91,1 euro al Mhw dalla vendita di certificati verdi. Vediamo i presunti vantaggi per il territorio. Lavoro? Praticamente nulla, forse qualche operaio per i 2/3 mesi della costruzione. Ristoro economico per i comuni interessati? Il meno possibile, e comunque le nuove linee guida del Decreto Ministeriale del 10 settembre scorso dicono espressamente che “non è dovuto alcun corrispettivo monetario in favore dei Comuni interessati”. Comunque sarebbe una piccola mancia rispetto al giro di denaro, che chiaramente per territori quasi spopolati rappresenta in ogni caso una forte esca. Rischi per gli imprenditori ? Nulli, l’Italia è obbligata a comprare l’energia prodotta al prezzo agevolato. Tutto questo ha naturalmente attirato sull’affare una varia umanità. Senza scomodare le inchieste in corso in tutta Italia ( Governatore della Sardegna e inchiesta P3, ‘ndrangheta in Calabria etc), verifichiamo chi è che ha presentato nel nostro territorio le varie proposte. Nei comuni di Gallo Matese, Letino, Capriati, Alife, Gioia Sannitica, Fontegreca, sono state presentate 9 domande di installazione di parchi eolici. Una è stata bocciata (Tisol Srl) perché insistente su Area Parco Naturale. La Windy Electricity Srl, Ex Benfil Srl, si occupava prima di produzione tessile ad Airola, riconvertita dopo cassa integrazione e vicissitudini varie, nel 2009 ha dichiarato 0 (zero) ricavi. La Sciara Srl, appartente al Gruppo De Vizia, ha dichiarato nel 2009 0 (zero) ricavi. La Coenergy Srl (6 domande) ha dichiarato nel 2009 0 (zero) ricavi. E’ evidente che si tratta di società il cui unico scopo è esclusivamente l’ottenimento della autorizzazione alla costruzione del parco eolico. Una volta ottenuta la VIA si vende la società e saranno altri, dotati di capitali ben più cospicui, a costruire e gestire il business. E’ proprio quello che è successo a Ciorlano, dove la Dotto Srl ha venduto subito l’85 % alla Alerion Clean Power Spa. Guardiamo invece agli effetti negativi. Lo skyline delle nostre montagne verrebbe stravolto: le pale sono previste di altezza variabile tra i 65 ed i 105 metri, di cui alcune nel territorio di Alife, visibili quindi dall’intera pianura. Per la costruzione, sui crinali di zone impervie, è necessario costruire ex novo grandi strade asfaltate in grado di far passare i TIR che trasportano i generatori. Il Matese è territorio tutelato soprattutto per la sua valenza di zona migratoria tra l’habitat Medio-Europeo ed il Mediterraneo. Vuol dire che le nostre zone sono piene di uccelli migratori, con ben quattro aree “speciali”, due SIC e due ZPS, che ci rendono unici in Campania. Pensiamo che a Spinazzola, nelle Murge, la quantità di uccelli “ghigliottinati” dalle pale è tale che è addirittura previsto un addetto alla pulizia delle carcasse sul terreno. Quale sarà l’effetto da noi? La presenza di pale eoliche ha già prodotto una nuova malattia, la “Wind-Turbine Syndrome”, collegata alla presenza costante e continua di un rumore di fondo, di cui già parlano i contadini calabresi intervistati nel documentario di Rai News 24 “Le Mani sul Vento”. Ma allora cosa ci guadagna il nostro territorio ? La Sezione del Matese di Italia Nostra ritiene che non ci sia nulla da guadagnare e che ci sia tutto da perdere. Il 10 settembre scorso il Ministro dell’Economia, On. Giulio Tremonti, ha dichiarato testualmente: ”il business dell’eolico è uno degli affari di corruzione più grandi, è un business ideato da organizzazioni corrotte che vogliono speculare” A questo punto c’è una domanda, più di ogni altra, che tutti dobbiamo farci: chi ci stiamo mettendo in casa? Italia Nostra chiede a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro territorio di farsi la stessa domanda, assicurando che non resterà inerte.
Pubblicato da www.corrierematese.blogspot.com
Peter