CASERTA. Dopo oltre quindici anni di divisione, invenzioni di sigle, forzate distinzioni, illusioni di essere numero “UNO”, ecc., e dopo puntuali delusioni sotto ogni aspetto ed a tutti i livelli, finalmente incominciano a parlare ed a confrontarsi “dall’interno”, quelli che sono stati i Democratici Cristiani ed hanno creduto nei principi e valori di questo Partito che per circa mezzo secolo ha retto le sorti del Paese. In questi lunghi ed incredibili anni, vi è stato qualcuno che anche per iscritto ha evidenziato che fu un errore cambiare “Nome e Simbolo”, un errore ancora più grave, dividere quel patrimonio culturale ed ideale, un errore imperdonabile perseverare nelle divisioni che, a volte, per ingiustificate e velleitarie ambizioni personali, hanno spinto oltre limite.Senza soffermarsi sul comportamento tenuto dalle persone che hanno lasciato definitivamente il Partito confluendo in gruppi ed aggregazioni che nulla ci “azzeccano” (direbbe Di Pietro), con la Democrazia Cristiana; tralasciando le brusche trasformazioni, che non sono state conversioni, perché lo stimolo non è partito dalla coscienza, ma dall’occasione e nessun tormento le ha precedute, si è trattato, in alcuni casi, soltanto di opportunismo, di giuramenti rinnegati, ecc., si può agevolmente concludere che la mancanza della coerenza od il battere su tutti i tamburi dell’opportunismo servile, ha dato loro più umiliazioni che vantaggi. Vi è prova a tutti livelli. Dopo tanti anni, come detto, senza avere la pretesa di non aver commesso errori, i gruppi che si richiamano alla Democrazia Cristiana (Segretario Nazionale Pizza), al Partito Democratico Cristiano (Segretario Nazionale Prandini), Alleanza di Centro (Segretario Nazionale Pionati), in Campania, saranno presenti con un'unica lista, così come faranno per la Provincia di Caserta ed invitano tutti coloro che si riconoscono nel pensiero democristiano ad aderire. Propongono una politica che affronti i problemi dei cittadini, che abbia la forza ed il coraggio (ce ne vuole molto), di lottare con ogni forza il fenomeno malavitoso (per la verità l’attuale governo si è impegnato molto in tal senso); che valuti i problemi delle classi più deboli con determinazione; che sia vicino ai problemi dei giovani e non solo sotto l’aspetto occupazionale.Il gruppo è privo di grandi riferimenti politici personali a tutti i livelli (per la verità non se ne vedono molti in giro neppure in altri raggruppamenti), è privo di uomini che occupano ruoli di potere; è privo di risorse economiche; è ricco però di grandi idealità, di memoria e di spessore etico.Non interessa la corsa al potere; l’idolatria del successo a qualsiasi costo; la svendita di un ricco e nobile patrimonio culturale e politico; interessa invece la linea strategica di un partito popolare, riformista, solidarista, ispirato alla dottrina sociale della Chiesa che ricordi Papa Leone XIII, la sua Enciclica “Rerum Novarum” il Papa che veniva chiamato “Papa Economista Papa dei Lavoratori”.
c.s.
Nella foto Silvio Lavornia segretario del Pdc con il candidato governatore del Pdl Stefano Caldoro ed il candidato consigliere regionale Giovanni Mastroianni