Caserta. Ha avuto luogo giovedì 26 novembre u.s., nella Sala Sant’Agostino di Via Mazzini in Caserta, l’importante incontro letterario, ad ingresso libero, per la presentazione del nuovo romanzo del professor Michele Falcone intitolato “I sentieri del risveglio”, pubblicato da Aletti Editore. L’iniziativa promossa dal Cocevest (Comitato per la celebrazione degli Eventi storici), di Grazzanise, il cui Presidente è il Prof. Raffaele Raimondo che, per l’occasione, ha provveduto ad introdurre e moderare l’incontro. Il Comune di Caserta ha patrocinato l’evento ed è stato rappresentato dall’Assessore alla Qualità, portando i saluti del Sindaco Nicodemo Petteruti.
Due relatori d’eccezione – lo storico Aldo Cervo ed il giurista Gaetano Iannotta – che dell’opera hanno riproposto rispettivamente una lettura in chiave letteraria ed un’analisi socio-politica dei fatti e dei fenomeni che negli ultimi anni si sono susseguiti nel capoluogo e sull’intero territorio casertano. Nella prefazione scritta dallo storico Aldo Cervo leggiamo che Michele Falcone appartiene a quella specie particolare dell’umanità per la quale bisognerà creare quanto prima delle zone protette, come per il lupo marsicano, per esempio, perché, diversamente, la caccia di f rodo, quella di natura sociopolitica, di gran lunga più attrezzata e spietata dell’altra, che intrappola l’ignara fauna selvatica della terra, ne determina prima o poi l’estinzione.
La specie umana, di cui l’esordiente narratore rappresenta uno degli ultimi esemplari sopravvissuti, bisogna, per amore di verità, riconoscere che è elemento di turbativa negli allevamenti da ingrasso, così diffusi e redditizi, praticati nei fertili territori della penisola. Aggressiva invece, - la specie falconiana – e riottosa ad ogni tentativo di addomesticamento, o addestramento da circo (proprio come i lupi che scendono dai nascondigli appenninici ad azzannare umili branchi suini, devoti e ubbidienti alle randellate dei guardiani) continua, incorreggibile, a perseguire il più provocatorio e sovversivo degli scopi: quello – pensate – di rivendicare il rispetto della dignità personale per chiunque voglia, in questa società, essere uomo e non maiale grufolante…… Falcone ha condotto per oltre un decennio, all’incirca, una generosissima battaglia contro i malefici di Circe. Ha cercato cioè, spendendoci non pochi degli anni migliori della sua vita, di recuperare a una condizione di uomini moltitudini anonime, umiliate da mandriani di regime, chiusi, come ogni buon vile, in una invulnerabilità così impenetrabile che, al confronto, quella del borioso figlio di Pelèo non sarebbe che un malandato colabrodo. Michele Falcone, attualmente in quiescenza, è stato docente di Italiano e latino nei licei statali dal 1968, anno della “contestazione studentesca”. Ha costituito nel 1978 l’associazione culturale, che ncora oggi dirige, C.D.S. (Comitato Difesa Scuola), organizzando, a favore dei docenti e discenti delle scuole secondarie disecondo grado della Provincia di Caserta, nel corso di ogni anno scolastico, incontri culturali con letterati e scienziati di fama nazionale ed internazionale. Appassionato cultore della classicità latina e greca, ha pubblicato, negli anni addietro, un suo studio di paleografia, edito dalla casa editrice “Athena mediterranea” – Napoli dal titolo “La cattedra vescovile di Avellino (origini e vicende)”. Ha partecipato a vari concorsi di narrativa, con le opere “ore 10: lezione di latino”, “un anno, una vita”, attualmente sta portando a termine il romanzo “Il gabbiano rosso”. Si è distinti anche in concorsi di poesia, ed ha conseguito un “diploma d’onore” consegnatogli dal rappresentante della emittente televisiva francese, in occasione della sua partecipazione alla terza edizione del “Premio internazionale di poesia – Giuseppe Marotta”, bandito dall’Araldo del Sud. Tre sue poesie sono state pubblicate anche su antologie scolastiche. Le sue opere, sia in prosa che in poesia, possono e vogliono rappresentare, in una società priva di ogni valore e ideale, un invito a riscoprire la musicalità di un battito del cuore, nel cui fondo è il misterioso e commovente fascino della vita umana. Un evento molto toccante che, personalmente, ha inebriato e fatto palpitare forte il cuore. Vivissimi complimenti!
Due relatori d’eccezione – lo storico Aldo Cervo ed il giurista Gaetano Iannotta – che dell’opera hanno riproposto rispettivamente una lettura in chiave letteraria ed un’analisi socio-politica dei fatti e dei fenomeni che negli ultimi anni si sono susseguiti nel capoluogo e sull’intero territorio casertano. Nella prefazione scritta dallo storico Aldo Cervo leggiamo che Michele Falcone appartiene a quella specie particolare dell’umanità per la quale bisognerà creare quanto prima delle zone protette, come per il lupo marsicano, per esempio, perché, diversamente, la caccia di f rodo, quella di natura sociopolitica, di gran lunga più attrezzata e spietata dell’altra, che intrappola l’ignara fauna selvatica della terra, ne determina prima o poi l’estinzione.
La specie umana, di cui l’esordiente narratore rappresenta uno degli ultimi esemplari sopravvissuti, bisogna, per amore di verità, riconoscere che è elemento di turbativa negli allevamenti da ingrasso, così diffusi e redditizi, praticati nei fertili territori della penisola. Aggressiva invece, - la specie falconiana – e riottosa ad ogni tentativo di addomesticamento, o addestramento da circo (proprio come i lupi che scendono dai nascondigli appenninici ad azzannare umili branchi suini, devoti e ubbidienti alle randellate dei guardiani) continua, incorreggibile, a perseguire il più provocatorio e sovversivo degli scopi: quello – pensate – di rivendicare il rispetto della dignità personale per chiunque voglia, in questa società, essere uomo e non maiale grufolante…… Falcone ha condotto per oltre un decennio, all’incirca, una generosissima battaglia contro i malefici di Circe. Ha cercato cioè, spendendoci non pochi degli anni migliori della sua vita, di recuperare a una condizione di uomini moltitudini anonime, umiliate da mandriani di regime, chiusi, come ogni buon vile, in una invulnerabilità così impenetrabile che, al confronto, quella del borioso figlio di Pelèo non sarebbe che un malandato colabrodo. Michele Falcone, attualmente in quiescenza, è stato docente di Italiano e latino nei licei statali dal 1968, anno della “contestazione studentesca”. Ha costituito nel 1978 l’associazione culturale, che ncora oggi dirige, C.D.S. (Comitato Difesa Scuola), organizzando, a favore dei docenti e discenti delle scuole secondarie disecondo grado della Provincia di Caserta, nel corso di ogni anno scolastico, incontri culturali con letterati e scienziati di fama nazionale ed internazionale. Appassionato cultore della classicità latina e greca, ha pubblicato, negli anni addietro, un suo studio di paleografia, edito dalla casa editrice “Athena mediterranea” – Napoli dal titolo “La cattedra vescovile di Avellino (origini e vicende)”. Ha partecipato a vari concorsi di narrativa, con le opere “ore 10: lezione di latino”, “un anno, una vita”, attualmente sta portando a termine il romanzo “Il gabbiano rosso”. Si è distinti anche in concorsi di poesia, ed ha conseguito un “diploma d’onore” consegnatogli dal rappresentante della emittente televisiva francese, in occasione della sua partecipazione alla terza edizione del “Premio internazionale di poesia – Giuseppe Marotta”, bandito dall’Araldo del Sud. Tre sue poesie sono state pubblicate anche su antologie scolastiche. Le sue opere, sia in prosa che in poesia, possono e vogliono rappresentare, in una società priva di ogni valore e ideale, un invito a riscoprire la musicalità di un battito del cuore, nel cui fondo è il misterioso e commovente fascino della vita umana. Un evento molto toccante che, personalmente, ha inebriato e fatto palpitare forte il cuore. Vivissimi complimenti!
c.s.