02 ottobre 2009

Riequilibri di bilancio del Comune di Cellole.


CELLOLE. Riequilibri di bilancio del Comune di Cellole sono andati giù senza colpo ferire, manco si trattasse della guerra tra Gran Bretagna e Zanzibar (durata esattamente 45 minuti). I consiglieri di minoranza presenti (Angelo Barretta, Enzo Freda, Aldo Izzo e Luigi Mascolo) hanno ascoltato attentamente la relazione del vicesindaco con delega al Bilancio ed alle Finanze Albino Bisecco per poi non dichiarare nulla. Nessuna parola nell’intervento, nessuna parola in dichiarazione di voto. Tutti hanno, però, alzato la mano per il voto negativo al documento presentato opponendosi ai voti favorevoli dell’intera maggioranza (escluso Aniello Di Ruocco e Carmine Rocco assenti, era assente anche Alessandro Paduano per la minoranza). Ma cosa ha detto Bisecco per convincere tutti a rimanere nel silenzio? In verità la prima parte è stata abbastanza tecnica. L’assessore ha elencato il debito complessivo dell’Ente passato da 26.535.521 euro a 20.977.803 euro nel periodo di gestione Lepore [in foto] (una diminuzione della passività per cinque milioni e mezzo di euro). Ovviamente a questi debiti corrispondono grosso modo dei crediti vantati dall’Ente presso terzi (20.941.440), cittadini ed altri. La parte interessante viene sulle bacchettate a qualche consigliere di opposizione fatte dal vicesindaco Bisecco. Questi ha fatto notare come “il risultato finale a cui fare riferimento si avrà solo il 31 dicembre 2009. Ricordo ciò, perché qualche giorno fa attraverso gli organi di stampa ho letto cose inesatte”. Il riferimento, nella fattispecie era al presunto sforamento del patto di stabilità per l’anno venturo, quando non c’è neppure il conto consuntivo di questo anno a cui fare riferimento visto che è in corso. Successivamente l’assessore si concentra sugli sforzi per lo sviluppo di Cellole nel prossimo futuro ed anche nel presente attuale: “Certamente potremmo fare molto di più, specialmente in materia di occupazione e di sviluppo, ma purtroppo a Cellole paghiamo ancora, anche se in forma residuale, il modo sbagliato di fare politica. Infatti la politica del fare, cozza con la politica del giorno dopo. C’è ancora una strisciante volontà di fare le cose in funzione ai propri sogni e se non si è accontentati si tenta di bloccare valide iniziative che sono volte allo sviluppo della nostra Cellole e quindi a dare una speranza, ovviamente con fatti concreti, ai nostri giovani e alle nostre famiglie. Io penso che è il caso che ci convinciamo, una volta per tutte, che il mandato che ci danno i nostri cittadini debba essere usato esclusivamente per la nostra Cellole, quindi rappresentare, difendere e risolvere i bisogni della nostra comunità. Infatti, i nostri cittadini, delle aspirazioni, seppure legittime, di chi vorrebbe diventare persino Presidente della Repubblica, non gliene frega nulla, perché ormai considera solo chi assolve al proprio mandato senza condizionarlo alle proprie aspirazioni ma lo condiziona solo al benessere sociale e allo sviluppo del proprio paese e alla soddisfazione dei bisogni dell’intera comunità cellolese”. Se le “aspirazioni” denunciate dal vicesindaco Bisecco si confrontano con le schermaglie pre-elettorali presenti nella comunità dall’insediamento (quando mancavano ancora quattro anni alle elezioni provinciali e regionali) si può benissimo capire come la bacchettata verso l’intera comunità politica sia necessaria per porre in essere le basi del buon governo futuro e, soprattutto, del benessere collettivo secondo il bensiero del numero due di via Raffaello.


Elio Romano