La recessione sta finendo ma la ripresa sarà lenta. E soprattutto non porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro: anzi, la disoccupazione è destinata a salire almeno fino a tutto il 2010.
Per quanto riguarda l’Italia, il Pil calerà del 5,1% nel 2009 per poi risalire dello 0,2% nel 2010. Diagnosi e previsioni sono del Fondo monetario internazionale che nel suo Rapporto economico d’autunno rivede in «leggero rialzo» le stime di crescita per l’economia mondiale.
In particolare, il Pil globale calerà quest’anno dell’1,1% per poi salire del 3,1% il prossimo, con un miglioramento rispettivamente pari allo 0,3% e allo 0,6% rispetto a quanto calcolato ad aprile scorso. Per gli Usa il miglioramento sul 2010 è evidente con una stima di crescita pari all’1,5%, quasi il doppio rispetto allo 0,8% previsto nella primavera scorsa.
Nel 2009 il prodotto a stelle e strisce scenderà invece del 2,7%. Per l’Italia rimane invariata la stima di un calo del prodotto pari al 5,1% nel 2009 ma sale dello 0,3%, fino a un dato positivo dello 0,2%, la previsione per il 2010. Il rimbalzo prenderà gradualmente forza nel corso del 2010, con il dato del quarto trimestre stimato positivo dello 0,8%. Un andamento in linea con quella dell’intera zona euro, la cui economia viene prevista in perdita del 4,2% quest’anno e in ripresa dello 0,3% il prossimo.
Intanto in una telefonata al Tg5 il presidente del consiglio Berlusconi ha affermato che «l’Italia è un paese forte, in grado di rilanciare la ripresa internazionale».
Il governo, ha sottolineato il premier, è in grado «di sostenere le imprese e di non lasciare indietro nessuno». Ora «bisognerà affrontare la coda della crisi» e che «ci sono tutte le condizioni» per farlo. «Ci sono segnali di ripresa, bisogna avere fiducia e continuare ad investire». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi valuta che «Per fortuna questi istituti spesso correggono le stime al rialzo da un pò di tempo a questa parte.
In ogni caso noi non abbassiamo la guardia. Siamo convinti che oltre ad avere adeguate risorse per gli ammortizzatori sociali, questa sia la stagione nella quale investire di più nelle competenze delle persone per questo non solo le rende occupabili, ma dà al nostro sistema capacità competitive». Per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, «la crisi non è finita. L’impatto sull’occupazione c’è ancora anche se al momento l’indice di disoccupazione italiano è migliore di quello europeo».
Per quanto riguarda l’Italia, il Pil calerà del 5,1% nel 2009 per poi risalire dello 0,2% nel 2010. Diagnosi e previsioni sono del Fondo monetario internazionale che nel suo Rapporto economico d’autunno rivede in «leggero rialzo» le stime di crescita per l’economia mondiale.
In particolare, il Pil globale calerà quest’anno dell’1,1% per poi salire del 3,1% il prossimo, con un miglioramento rispettivamente pari allo 0,3% e allo 0,6% rispetto a quanto calcolato ad aprile scorso. Per gli Usa il miglioramento sul 2010 è evidente con una stima di crescita pari all’1,5%, quasi il doppio rispetto allo 0,8% previsto nella primavera scorsa.
Nel 2009 il prodotto a stelle e strisce scenderà invece del 2,7%. Per l’Italia rimane invariata la stima di un calo del prodotto pari al 5,1% nel 2009 ma sale dello 0,3%, fino a un dato positivo dello 0,2%, la previsione per il 2010. Il rimbalzo prenderà gradualmente forza nel corso del 2010, con il dato del quarto trimestre stimato positivo dello 0,8%. Un andamento in linea con quella dell’intera zona euro, la cui economia viene prevista in perdita del 4,2% quest’anno e in ripresa dello 0,3% il prossimo.
Intanto in una telefonata al Tg5 il presidente del consiglio Berlusconi ha affermato che «l’Italia è un paese forte, in grado di rilanciare la ripresa internazionale».
Il governo, ha sottolineato il premier, è in grado «di sostenere le imprese e di non lasciare indietro nessuno». Ora «bisognerà affrontare la coda della crisi» e che «ci sono tutte le condizioni» per farlo. «Ci sono segnali di ripresa, bisogna avere fiducia e continuare ad investire». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi valuta che «Per fortuna questi istituti spesso correggono le stime al rialzo da un pò di tempo a questa parte.
In ogni caso noi non abbassiamo la guardia. Siamo convinti che oltre ad avere adeguate risorse per gli ammortizzatori sociali, questa sia la stagione nella quale investire di più nelle competenze delle persone per questo non solo le rende occupabili, ma dà al nostro sistema capacità competitive». Per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, «la crisi non è finita. L’impatto sull’occupazione c’è ancora anche se al momento l’indice di disoccupazione italiano è migliore di quello europeo».
Egidio Sidoti
Fonte: http://www.egidiosidoti.it/