Roma, (Adnkronos) - Ernst Junger e Carl Schmitt, pur avendo fatto parte di quella grande corrente di pensiero anti-moderno che fu la Rivoluzione Conservatrice, hanno avuto come tratto comune l'aver anticipato le trasformazioni e le pulsioni del nuovo secolo. Questi due grandi pensatori tedeschi si sono lasciati alle spalle, almeno da un punto di vista dell'elaborazione teorica, l'esperienza traumatica dei conflitti mondiali e dei totalitarismi e, sin dal primo dopoguerra, sono andati oltre, intercettando le degenerazioni e le fughe in avanti della modernita'. Lo hanno fatto con stili diversi, pur percorrendo per larghi tratti sentieri paralleli. Un libro di Luigi Iannone, 'Junger e Schmitt. Dialogo sulla modernita'' (introduzione di Marcello Staglieno, Armando Editore), e' un tentativo di riproporre in maniera non apologetica due tra i maggiori e piu' contestati pensatori del Novecento, e nello stesso tempo di vantare i loro meriti pionieristici: Schmitt e' un pensatore che critica aspramente la modernita' e lo fa sin dai suoi scritti giovanili; Junger ha invece letto nella paura uno dei segnali di questo nostro tempo.
In queste pagine Iannone, studioso del pensiero conservatore e gia' autore di altri apprezzati contributi tra i quali 'Giuseppe Prezzolini, intellettuale politicamente scorretto' e 'Storia, Europa e Modernita'. Intervista ad Ernst Nolte', fa notare come il senso di angoscia e l'accrescersi dell'ansia ma anche un sentimento di sradicamento, di cui ha parlato Simone Weil, tolgano all'uomo contemporaneo ogni certezza. I due giganti del pensiero hanno letto la modernita' da postazioni diverse: Schmitt si e' servito del linguaggio giuridico, Junger utilizzando una nuova semantica. Entrambi consapevoli che ormai siamo costretti ad inseguire la Tecnica e che non la governiamo. L'uomo dunque che abdica di fronte al progresso. Questi due intellettuali sono riusciti a leggere in controluce le prospettive del mondo moderno, senza l'imposizione di un metodo rigoroso, almeno per quanto riguarda Junger, ma grazie a un ventaglio di variazioni ideologiche.
Fonte:comunicato stampa
In queste pagine Iannone, studioso del pensiero conservatore e gia' autore di altri apprezzati contributi tra i quali 'Giuseppe Prezzolini, intellettuale politicamente scorretto' e 'Storia, Europa e Modernita'. Intervista ad Ernst Nolte', fa notare come il senso di angoscia e l'accrescersi dell'ansia ma anche un sentimento di sradicamento, di cui ha parlato Simone Weil, tolgano all'uomo contemporaneo ogni certezza. I due giganti del pensiero hanno letto la modernita' da postazioni diverse: Schmitt si e' servito del linguaggio giuridico, Junger utilizzando una nuova semantica. Entrambi consapevoli che ormai siamo costretti ad inseguire la Tecnica e che non la governiamo. L'uomo dunque che abdica di fronte al progresso. Questi due intellettuali sono riusciti a leggere in controluce le prospettive del mondo moderno, senza l'imposizione di un metodo rigoroso, almeno per quanto riguarda Junger, ma grazie a un ventaglio di variazioni ideologiche.
Fonte:comunicato stampa