(dal settimanale nazionale Panorama diretto da Maurizio Belpietro)
L'intuizione è di Sara Santagata, 26 anni,di Alife , laurea in biotecnologie e ora al secondo anno di dottorato. Ogni giorno la ricercatrice analizza i tessuti dell'intestino e le cellule del sangue prelevate a pazienti con la malattia celiaca, l'intolleranza alimentare più diffusa in Occidente e per la quale esiste un solo rimedio: la dieta senza glutine. I celiaci non possono mangiare pane, pasta, pizza, biscotti, tutti gli alimenti che contengono cereali come frumento, farro, orzo, segale e avena. Basta uno strappo alla regola per scatenare la malattia.Qual è stata la sua intuizione?Ho visto che solo alcune sequenze della gliadina, la proteina tossica per i celiaci, inducono una reazione molecolare che facilita l'infiammazione dell'intestino. Con Maria Vittoria Barone, che coordina la ricerca, e Salvatore Auricchio, direttore dell'Elfid, abbiamo chiarito come agiscono queste sequenze quando entrano in contatto con le cellule.Perché è importante questa scoperta?Capire quali sono i meccanismi che scatenano la malattia potrà consentire di produrre cereali privi delle sostanze tossiche per i celiaci e verificare se tutti i cereali sono dannosi.Come mai ha deciso di dedicarsi a questo filone di ricerca?La celiachia è una malattia molto comune: colpisce una persona su 100. La ricerca in questo campo potrà migliorare la vita quotidiana di migliaia di persone oggi costrette a rinunciare anche a una pizza con gli amici.Quali effetti provoca la celiachia?Vomito, diarrea cronica e malnutrizione, ma anche anemia da carenza di ferro e ritardo della crescita. Forme atipiche della celiachia possono inoltre causare malattie del sistema nervoso, ostetriche, del fegato, delle articolazioni, della pelle. Tutte guaribili, per fortuna, eliminando il glutine dalla dieta.È vero che la maggior parte delle persone ignora di essere intollerante al glutine?Per ogni caso di malattia conclamata ce ne sono altri 10 di celiachia silente, senza manifestazioni cliniche.Come si arriva alla diagnosi?Una biopsia intestinale permette di individuare con certezza la malattia.Avete già individuato cereali alternativi da introdurre nella dieta dei celiaci?Abbiamo cominciato ad analizzare i grani ancestrali.Come avvengono queste indagini in laboratorio?Mettiamo in contatto i tessuti intestinali, prelevati con biopsia, e le sostanze alimentari potenzialmente tossiche per i celiaci, poi studiamo la reazione al microscopio e con tecniche di citofluorimetria. Altro metodo di indagine è l'esame delle cellule del sangue.In che cosa consiste?Estraiamo dal sangue monociti e cellule dendritiche per individuare la presenza della citochina, l'interleuchina 15, molecola che svolge un ruolo fondamentale nella fase iniziale della malattia. Quest'esame avviene con l'ausilio del citoflorimetro, un apparecchio laser che consente di studiare la produzione di citochine di cellule invisibili a occhio nudo.
Articolo di Maria Pirro
Fonte: Panorama
(Nella foto Sara Santagata, 26 anni, dell'Università Federico II di Napoli. )
L'intuizione è di Sara Santagata, 26 anni,di Alife , laurea in biotecnologie e ora al secondo anno di dottorato. Ogni giorno la ricercatrice analizza i tessuti dell'intestino e le cellule del sangue prelevate a pazienti con la malattia celiaca, l'intolleranza alimentare più diffusa in Occidente e per la quale esiste un solo rimedio: la dieta senza glutine. I celiaci non possono mangiare pane, pasta, pizza, biscotti, tutti gli alimenti che contengono cereali come frumento, farro, orzo, segale e avena. Basta uno strappo alla regola per scatenare la malattia.Qual è stata la sua intuizione?Ho visto che solo alcune sequenze della gliadina, la proteina tossica per i celiaci, inducono una reazione molecolare che facilita l'infiammazione dell'intestino. Con Maria Vittoria Barone, che coordina la ricerca, e Salvatore Auricchio, direttore dell'Elfid, abbiamo chiarito come agiscono queste sequenze quando entrano in contatto con le cellule.Perché è importante questa scoperta?Capire quali sono i meccanismi che scatenano la malattia potrà consentire di produrre cereali privi delle sostanze tossiche per i celiaci e verificare se tutti i cereali sono dannosi.Come mai ha deciso di dedicarsi a questo filone di ricerca?La celiachia è una malattia molto comune: colpisce una persona su 100. La ricerca in questo campo potrà migliorare la vita quotidiana di migliaia di persone oggi costrette a rinunciare anche a una pizza con gli amici.Quali effetti provoca la celiachia?Vomito, diarrea cronica e malnutrizione, ma anche anemia da carenza di ferro e ritardo della crescita. Forme atipiche della celiachia possono inoltre causare malattie del sistema nervoso, ostetriche, del fegato, delle articolazioni, della pelle. Tutte guaribili, per fortuna, eliminando il glutine dalla dieta.È vero che la maggior parte delle persone ignora di essere intollerante al glutine?Per ogni caso di malattia conclamata ce ne sono altri 10 di celiachia silente, senza manifestazioni cliniche.Come si arriva alla diagnosi?Una biopsia intestinale permette di individuare con certezza la malattia.Avete già individuato cereali alternativi da introdurre nella dieta dei celiaci?Abbiamo cominciato ad analizzare i grani ancestrali.Come avvengono queste indagini in laboratorio?Mettiamo in contatto i tessuti intestinali, prelevati con biopsia, e le sostanze alimentari potenzialmente tossiche per i celiaci, poi studiamo la reazione al microscopio e con tecniche di citofluorimetria. Altro metodo di indagine è l'esame delle cellule del sangue.In che cosa consiste?Estraiamo dal sangue monociti e cellule dendritiche per individuare la presenza della citochina, l'interleuchina 15, molecola che svolge un ruolo fondamentale nella fase iniziale della malattia. Quest'esame avviene con l'ausilio del citoflorimetro, un apparecchio laser che consente di studiare la produzione di citochine di cellule invisibili a occhio nudo.
Articolo di Maria Pirro
Fonte: Panorama
(Nella foto Sara Santagata, 26 anni, dell'Università Federico II di Napoli. )