NAPOLI - La
necessità per la filiera di varare iniziative di maggiore impatto sui mercati
per affermare il valore dell'olio extravergine di oliva prodotto in Campania,
ha convinto gli operatori, sia gli olivicoltori che i trasformatori e i
confezionatori, a rilanciare il progetto, in stallo da tempo, di dotare il
settore del marchio comunitario di Indicazione Geografica Protetta (IGP), alla
pari di quanto già fatto in questi anni nelle altre regioni italiane ove
l'olivicoltura è maggiormente rappresentativa. L'obiettivo, anche in
Campania, è di voler dare l'opportunità agli oli territoriali e quindi ai produttori,
di avere a disposizione, per le attività di marketing e di promozione, marchi
di tutela ampi, con denominazioni geografiche note (cosa che con le dop non
sempre è avvenuto), anche per incoraggiare operazioni di aggregazione
attraverso l'utilizzo di marchi ombrello che diano maggiore visibilità e
distintività al prodotto, oltre che di poter disporre di una massa critica di
prodotto a marchio, da destinare soprattutto al mercato estero. “Ho assicurato il pieno sostegno
all'iniziativa, anche presso le competenti autorità nazionali ed europee,
perché l'IGP può diventare il primo importante tassello per costruire
finalmente una politica di filiera del settore dell'olio di oliva in Campania.
Solo mettendo in campo scelte strategiche aggreganti e di sistema, infatti, si
potrà tornare ad essere competitivi sui mercati in un momento difficile per
l'agroalimentare tipico e di qualità. - Lo ha dichiarato Nicola
Caputo Consigliere
delegato per l'agricoltura del Presidente De Luca, a margine dell’incontro con
gli olivicoltori campani che hanno presentato al Ministero delle Politiche
Agricole l'istanza di registrazione della denominazione IGP “Campania”, per gli
oli extravergini di oliva prodotti nella regione, provenienti da olive raccolte
in Campania”.
Pietro Rossi