Resta il prezzo di
vendita allo scaffale il primo campanello d'allarme per i consumatori. Un sugo
pronto o un concentrato di pomodoro troppo a buon mercato può nascondere
provenienze da mercati lontani. L'agronomo Ettore Guerrera ai microfoni di Radio Club 91 nel
programma Sapori di Sera con Roberto Esse dipana i dubbi sui pomodori cinesi:
"Per cercare di evitare di mangiare prodotti cinesi occorre fare
attenzione al luogo di produzione oltre che al prezzo. Ricordiamo che sono due
i distretti italiani per la produzione del pomodoro. San Marzano ed ovviamente
l'Emilia Romagna. Quest'ultima punta la sua attenzione su concentrati e
passate. Proprio sui concentrati arrivano le sorprese. Sono tritati a caldo,
concentrati, pastorizzati e inscatolati”. L'attenzione si sposta su quello proveniente dalla Cina: “Da
quelle parti arriva il triplo concentrato: “Per averne un chilo servono sette
chili di pomodori freschi, mentre per un chilo doppio concentrato ne servono
cinque chili. Il problema del concentrato è che viene inscatolato in Italia il
più delle volte. Ma tutto dipende dall'onestà dell'industria di trasformazione.
La Cina ha prodotto 4 tonnellate e mezzo di pomodori quest'anno ma si tratta di
pomodori non sono certificati, di cui non si conoscono trattamenti e terreno.
Ma - rassicura Guerrera - il pomodoro fresco non può arrivare
dall'oriente. I tempi dei container sono lunghi".