PIEDIMONTE MATESE. Il Museo Civico “Raffaele
Marrocco” di Piedimonte Matese di nuovo alla ribalta grazie ad un grande evento
proposto dall’Oscar Club della borgata Sepicciano che ha organizzato in queste feste natalizie una interessantissima mostra di biciclette d’epoca come artefice
degli antichi mestieri su due ruote, curate dall’artista
Roberto Leggiero. La
bicicletta oggi in tutte le sue tipologie ( city bike, da corsa, mountain bike,
ibrida, ecc.) è considerata uno svago, un strumento di allenamento per il
corpo, un comodo mezzo per muoversi nelle caotiche città, specialmente
del nord, dove essa è molto più diffusa che non al sud. La sua evoluzione ha raggiunto
livelli tecnici straordinari attraverso sofisticati studi del materiale sempre
più leggiero, pneumatici sempre più sottili per diminuire al minimo l’attrito
con l’asfalto a favore della velocità. Un tempo, parliamo della prima metà del
novecento, la bicicletta ha affrancato l’uomo dalla trazione animale, divenendo
il primo mezzo di trasporto individuale con sempre più crescente diffusione
permettendo spostamenti sempre più veloci a costo quasi zero, ad eccezione
della spesa iniziale di acquisto e di manutenzione. Certamente la bici, insieme
ad altre scoperte scientifiche, ha contribuito al passaggio verso una società
industriale in cui l’uomo nella sua conversione da contadino ad operaio ha
invaso le città soprattutto del nord, spopolando le campagne del sud, i nostri
sobborghi e favorendo l’emigrazione di tante famiglie verso il settentrione
d’Italia. La bicicletta in questo periodo “divenne un mezzo di trasporto
usuale, parte integrante del paesaggio quotidiano nelle città, nei paesi e
nelle campagne. Permetteva agli operai della nascente industria di raggiungere
più facilmente il posto di lavoro e quindi la sua diffusione si legò
strettamente alla nascita e alla diffusione dell’industrializzazione in Italia”
( Luca Giannelli, La bicicletta e il lavoro, Scramasax ideazioni,
Firenze 2011). Ovviamente il mezzo si adeguò anche ad altri usi, ivi compresi
quelli sportivi tanto da divenire per diverso tempo lo sport più popolare in
Italia. A volte, sempre in questo periodo, essa si adattò come vero strumento
di lavoro permettendo all’artigiano, al contadino, gente semplice, umile,
di spostarsi nel territorio o nelle strade e piazze di vari paesi e città per
portare a domicilio i propri prodotti, la propria arte casa per casa.
Queste biciclette di altri tempi hanno conservato la capacità di parlare, di
rivelarci le tradizioni e le attività dei nostri padri. Il ricordo
di questi antichi mestieri poveri, figli di un mondo povero come quello della
realtà delle campagne italiane, qui rappresentati dai prototipi
sapientemente ricostruiti .dal nostro bravo e appassionato artista, Roberto
Leggiero, nella loro originale fattura, frutto di approfondita ricerca di tutti
gli elementi che compongono ogni singolo esemplare, ci lega
indissolubilmente al nostro passato, con la storia del nostro territorio.
Grazie alla cura e alla passione del nostro collezionista, attraverso
questi capolavori possiamo godere di queste preziose testimonianze di un mondo
ormai scomparso. Roberto fin dalla sua adolescenza ha avuto la predisposizione
artistica di costruire, assemblare, inventare cose nuove. Con gli amici di
sempre, William, Nello, Pino, Michele, chiusi in un garage in Via Chiesa nella
contrada di Sepicciano, mettevano insieme, dopo averle smontate, pezzi di
biciclette costruendo dei tandem, che alla fine non funzionavano mai perché
l’asse della catena non riusciva mai allineata perfettamente. Con tutto ciò si
avventuravano per le strade sconnesse della borgata e alla fine tornavano nel
garage sempre a piedi, sotto lo sguardo divertito di suo padre. Altre volte
costruivano dei rozzi monopattini con i quali si avventuravano per la discesa
di Via Sannitica, sfidando il pericolo. La sua passione per la bici, già
spontanea in lui, è stata senz’altro potenziata soprattutto dal padre,
Luigi Leggiero, per gli amici “Gigino”, che per oltre quarant’anni ha lavorato
presso la ditta Capuano, punto di riferimento di tutto il circondario dell’Alto
Casertano quale Concessionaria “Piaggio” e dove nell’attrezzatissimo negozio in
Viale Libertà di Piedimonte Matese, gestito oggi dalla Sig.ra Anna Capuano,
trovi ogni tipologia di biciclette, oltre naturalmente a scooter di
vari tipi, a Vespe, ecc. Don “Peppino” Capuano appena dopo la guerra, all’età
di 26 anni, piano piano , inizia l’avventura “Piaggio” e “vespa dopo vespa”
conquista il territorio. Poi arrivano i ricambi, l’officina autorizzata,
ecc. In questo negozio di Viale Libertà, sostituendo suo padre,
ormai in pensione, presta la sua opera il nostro artista Roberto, dedito
a riparare biciclette (oggi in tempo di crisi anche alle vecchie bici, tenute
sospese negli oscuri garage, viene rivolta l’attenzione da parte dei
proprietari), ma soprattutto, tra un intervallo e l’altro, a ripristinare
antichi telai di biciclette d’epoca. Da qui nasce la passione verso gli Antichi
Mestieri su due ruote. Comincia a girare per le mostre, soprattutto a
Fabriano (AN) nelle Marche, dove il Comune ha allestito una mostra permanente
degli Antichi Mestieri in Bicicletta, per mercatini vari allo scopo di
attrezzare le sue opere di materiale originale. Prende contatto con vari
collezionisti, ma soprattutto si dà alla ricerca attraverso vari canali
(internet, riviste specializzate, ecc.). Da questo suo accurato lavoro nascono
i prototipi, oggetto di una rassegna, che tutti ammireranno e apprezzeranno per
la loro originalità e singolarità. Per la mostra si è scelto il Museo
Civico che bene si addice ad ospitare questo scorcio di storia
italiana a partire dagli anni venti fino agli anni sessanta ed ha un
valore sociale ed educativo per quanti hanno il piacere di visitarla. La
collezione con amorevole cura approntata in tutti i particolari dal nostro
artista e collezionista, dal giorno 7 al giorno 15 Dicembre 2013
sarà esposta al pubblico nel suggestivo chiostro del Museo Civico di Piedimonte
Matese. L’apertura della mostra sarà preceduta da una conferenza che illustrerà
per brevi tratti la storia della Bicicletta dopo l’avvento dell’era
industriale, con riferimenti particolari alla Ditta Capuano, punto di legame di
tutto il territorio dell’Alto Casertano fin dalla sua nascita con don Antonio
Capuano. Questi i prototipi oggetto della mostra: Il Lattaio, Il
Falegname, Il Barbiere, Il Prete, Il Giornalaio, Il Postino, Il Militare, Il
Calzolaio, L’Arrotino, Il Fotografo, Il Castagnaro, il Contadino. “Ho voluto rendere un omaggio a
nonno Michele– dichiara Roberto - dedicandogli l’ultimo mio lavoro
di questa collezione, il Contadino, a lui infaticabile bracciante, esperto
nell’arte degli innesti e della potatura”.
Pietro Rossi