ALVIGNANO. I
giovani e i fedeli della parrocchia di
S.S. Pietro e Paolo di Alvignano non hanno gradito lo spostamento del loro
Parroco Don Massimiliano Iadarola da
parte del Vescovo della Diocesi di Alife-Caiazzo, dopo appena un anno dal suo
arrivo, e si si sono organizzati in Comitato
di agitazione. Il giorno 19 settembre, si è costituito
il “Comitato Parrocchiale SS. Pietro e
Paolo”. Nei giorni precedenti ci sono state molte riunioni fiume alle quali
hanno partecipato diverse decine di persone. In tali incontri si è parlato della parrocchia SS. Pietro e
Paolo e del fermento sociale, culturale, religioso, di aggregazione giovanile e
non solo, che ha vissuto e sta vivendo la Parrocchia. E’ innegabile, hanno
raccontato i giovani, che tale fermento e voglia di unità Parrocchiale sia
merito del parroco Don Massimiliano, che sin dal primo giorno dell’assegnazione
ad Alvignano, ha lavorato incessantemente per la costruzione di una comunità
parrocchiale unita nella preghiera e nella pace. Tanto si è fatto per
l’aggregazione giovanile e la crescita culturale degli stessi. Don Massimiliano
ha avuto il merito di riconoscere nei ragazzi il futuro della parrocchia, ha
avviato con loro delle progettualità a breve, medio e lungo periodo e i frutti
di tale impegno non sono tardati ad arrivare. I giovani hanno fatto gruppo,
comunità, hanno iniziato a parlare tra loro, hanno costituito un’assemblea di
ragazzi della pace e della preghiera, e sempre più di frequente, hanno
utilizzato gli spazi della parrocchia, messi loro a disposizione da don
Massimiliano. E’ stata certamente una crescita personale, culturale, di fede.
Hanno visto in Don Massimiliano il pastore in grado di indicare loro la strada
giusta e ormai seguivano con fede gli incontri religiosi che don Massimiliano
quasi quotidianamente fissava con loro. Ne è nato uno strettissimo rapporto
confidenziale e un percorso di fede e progettuale condiviso. Alla Comunità
alvignanese tutto ciò non è sfuggito. I primi a beneficiare del “Ciclone Don
Massimiliano” sono stati certamente i fedeli della parrocchia di SS. Pietro e
Paolo, ma ben presto il seme piantato ha germogliato e invaso l’intera
comunità. Molti sono stati coloro che pur facenti parte di altre parrocchie la
domenica si recavano a Messa SS. Pietro e Paolo, e che hanno iniziato a credere
nel progetto di Don Massimiliano. I figli-nipoti, hanno iniziato a frequentare
le attività avviate da don Massimiliano, e ai genitori, probabilmente tutto
questo non è sembrato vero. Finalmente ad Alvignano è arrivato qualcuno che con
la preghiera, e con il lavoro incessante, ha “tolto” i propri figli dai bar,
dalla strada (con tutti i pericoli che la strada può rappresentare: fumo,
droga, alcool ecc) e li ha condotti in un’ambiente sano. A questo punto l’unità
generazionale, giovani-genitori-nonni è stata facile. Genitori, adulti, nonni
indipendentemente dalla loro appartenenza alla parrocchia di SS. Pietro e
Paolo, hanno iniziato a frequentare le attività proposte da Don Massimiliano e
condiviso le sue progettualità: ne è nata finalmente una sintesi progettuale
generazionale che vede i bambini seduti accanto ai ragazzi, i ragazzi seduti
accanto agli adolescenti, gli adolescenti accanto agli adulti, gli adulti
acanto agli anziani, in un progetto di preghiera, di fede e di unità della
comunità Alvignanese e diocesana. Dopo tanta positività, nessuno poteva
prevedere che il Vescovo, a meno di un anno dall’assegnazione di don
Massimiliano alla chiesa SS. Pietro e Paolo, e dopo risultati così positivi
raggiunti, potesse, con atto, per carità legittimo e nelle facoltà del vescovo,
ma con rigidità che forse poco si coniuga con gli insegnamenti di Papa
Francesco e della parola di Dio, trasferire Don Massimiliano ad altra
parrocchia. Appresa la notizia la prima reazione della comunità è
stata quella di un “pesce d’aprile” e come tale cestinata nel dimenticatoio. E
solo dopo la comunicazione ufficiale del trasferimento, da parte di don
Massimiliano, subito dopo la celebrazione della Santa Messa di domenica 15
settembre, i fedeli hanno percepito, nella sua durezza, la decisione assunta.
Quelle parole di pace e di unità, a saluto dei presenti e della Comunità
alvignanese che lo ha accolto da parte di don Massimiliano sono cadute come
macigni sui cuori e resteranno indelebili nella mente di chi le ha sentite.
Abbiamo visto quel giorno bambini, giovani, adulti, anziani piangere, hanno
commentato i giovani del Comitato, la comunità parrocchiale è rimasta
sbigottita, ferita mortalmente, improvvisamente e inaspettatamente. La prima
reazione a caldo è stato un insano gesto avvenuto durante la notte da parte di
uno sconosciuto, che ha voluto segnare, attraverso un insano gesto,
probabilmente la sua stima a Don Massimiliano. Ha pensato di Sigillare le porte
della chiesa quasi a voler proteggere don Massimiliano e a trattenerlo ad
Alvignano. In realtà don Massimiliano era già stato trasferito, per cui al
momento dell’insano gesto, era già presso altra sede. Tale sigillo (con
tavole), è avvenuto durante la notte e di prima mattina, è stato prontamente
rimosso ogni vincolo di accesso alla chiesa. Il Comitato condanna fermamente
tale insano gesto, ma riconosce in don Massimiliano una guida spirituale
eccezionale, formidabile, nei cui confronti il comitato esprime solidarietà,
stima, e grande riconoscenza. I gesti successivi, di contestazione autonoma dei
fedeli, alla decisione assunta dagli organi di competenza, sono stati quelli di
pregare nello spazio antistante la Chiesa SS. Pietro e Paolo, lasciando ai
parroci il diritto e dovere di celebrare messa e tutte le attività liturgiche e
lasciando ad ogni fedele la libertà e il diritto di entrare in chiesa. I fedeli
sono rimasti tutti fuori a pregare e la chiesa è rimasta desolatamente vuota
per giorni. I canti e le veglie sono state organizzate autonomamente dalla
comunità senza una guida ne regia. I giovani hanno continuato a cantare
all’esterno per ore e per giorni la loro ultima canzone che don Massimiliano ha
insegnato loro.. una specie di rap dove si dice “che è meglio vivere sugli
alberi che non in questa città”.. una canzone apparentemente allegra ma molto
profonda, e che i ragazzi cantano a ripetizione con intensità accentuando, agli
occhi di chi li guarda, il loro senso di sconforto e disperazione, verso un
mondo di adulti e di autorità, che poco si addice al loro modo di vivere. I
giovani “non sono ignari” di quello che stanno facendo, i giovani stanno
difendendo con la preghiera il loro sogno, che oggi è Don Massimiliano. Di qui l’idea di
dare un coordinamento alle attività parrocchiale che vanno nella direzione
indicata da don Massimiliano: l’unità parrocchiale e della comunità, percorsi
di fede condivisi, progettualità a favore dei minori, anziani, emarginati. Il
comitato è costituito da persone di fede, che anche se a malincuore,
accetteranno qualsiasi decisione assunta dagli organi di competenza a cui però
invita con umiltà a riflettere affinché possa essere adottata la decisione più
giusta per tutti senza dover stracciare quanto di buono è stato fatto. Approvato l’atto
costitutivo del comitato, nel quale vengono tracciate le linee collaborative,
che il comitato costituito da fedeli presterà a favore della parrocchia SS.
Pietro e Paolo e della comunità religiosa alvignanese. Si è provveduto a
contattare la segreteria del Vescovo chiedendone un appuntamento e indicato i
rappresentanti. E’ stato inoltrato un invito
all’incontro con tutti i gruppi costituiti nella parrocchia ss. Pietro e Paolo.
Infine tutti i giovani si sono recati alla ormai consueta Veglia di Preghiera,
che si tiene la sera nello spazio antistante la chiesa. Si è parlato con i
presenti e sono stati invitati a pregare nelle loro abitazioni o nelle chiese da
loro scelte. E’ stato detto loro quanto era stato fatto e la nascita del
comitato, nonché la richiesta di incontro con il Vescovo e con tutti i gruppi
della parrocchia S. Pietro. I presenti volontariamente, e con propria autonoma
decisione, sono tornati alle loro case, hanno compreso e condiviso il nostro
“modus operandi”, e il giorno seguente molti hanno comunicato di aver pregato a
casa con tutta la famiglia.
Pietro Rossi