Prof. Pietro Andrea Cappella |
PIEDIMONTE MATESE. D’ora in poi, i contadini che non
sono in regola con il pagamento dei contributi, non potranno più irrigare i
campi nei mesi estivi quando la terra ha maggiormente bisogno dell’acqua per
evitare il pericolo della siccità. La drastica decisione è stata assunta
dall’Ente consortile presieduto dal Prof. Pietro
Andrea Cappella all’indomani della mancata regolarizzazione della propria
posizione debitoria da parte di numerosi utenti irrigui morosi invitati, già lo
scorso mese di marzo, dall’amministrazione consortile a versare il tributo
anche attraverso un adeguato piano di rientro rateizzato e senza interessi.
Un’opportunità di mettersi in regola con i versamenti che, però, non tutti gli
agricoltori hanno saputo e voluto cogliere al volo, costringendo così il
Consorzio ad intervenire in maniera ferma e concreta anche per tutelare i
consorziati che pagano regolarmente e per evitare ulteriori danni finanziari alle
casse consortili che già soffrono una precaria condizione. Del resto, sin dal
suo insediamento, l’amministrazione del Presidente Cappella ha voluto imprimere
una svolta rispetto al passato quando chi non pagava continuava ad irrigare i
campi senza alcuna conseguenza, tanto da approvare all’unanimità nel Consiglio
dei Delegati un nuovo Regolamento
Irriguo Consortile, redatto dall’apposita commissione presieduta dal
Consigliere Filippo Farina, che prevede espressamente la chiusura dell’acqua
per i consorziati non in regola con i contributi. Nei prossimi giorni, dopo il
regolare invio dei provvedimenti di sospensione dell’irrigazione nei terreni
condotti dagli utenti morosi, scatterà automaticamente l’interruzione del
servizio irriguo, imputando a carico degli utenti in debito tutte le spese per
le operazioni di distacco e di eventuale riattivazione della fornitura d’acqua,
oltre le spese accessorie, fatte salve ed impregiudicate al Consorzio le azioni
di legge per il recupero e la riscossione dei contributi arretrati. Ovviamente,
decorsi i 30 giorni successivi all’invio del provvedimento di sospensione, per
gli agricoltori sarà vietato utilizzare l’impianto irriguo consortile pena la
denuncia all’autorità giudiziaria e ferma restando l’applicazione delle sanzioni
pecuniarie previste dal vigente regolamento irriguo. I consorziati che, invece,
intendono regolarizzare la loro posizione contributiva e versare quanto dovuto
per non farsi chiudere l’acqua nei propri campi agricoli, potranno rivolgersi
all’ufficio catasto dell’Ente per concordare termini e modalità del versamento
degli arretrati. “Il mancato pagamento degli oneri sostenuti dal Consorzio per la
distribuzione dell’acqua – spiega il Presidente Cappella – crea un danno a tutti i consorziati e
rischia di non consentire oltre l’erogazione di un importantissimo servizio
collettivo, soprattutto a chi ha sempre pagato e ancora lo fa in maniera
regolare. Tra l’altro, l’attivazione del procedimento di sospensione del
servizio irriguo, in caso di mancato pagamento del contributo consortile, è un
atto dovuto, sia in applicazione del nostro regolamento irriguo, sia a tutela
della sostenibilità finanziaria del servizio irriguo erogato dal Consorzio, sia
dei consorziati virtuosi”.
Pietro Rossi