GRAZZANISE (Raffaele
Raimondo) – Citando Riccio, commissario dell’Aviazione, e Vetrella, assessore
regionale ai Trasporti, il “poeta della politica” Mattia Branco un paio di
giorni fa è tornato, in veste di giornalista, a formulare auspìci intorno
all’ancòra possibile realizzazione dello scalo civile di Grazzanise.
Apprezzabile, senz’altro, la tenacia della fede di Branco o, dicendo
altrimenti, la “scommessa” economica, civile e politica che egli rilancia. Per
converso, v’è chi ritiene che sarebbe meglio concentrarsi su altro. Eh sì,
giacché emergenze ed altre ipotesi di fattibile lavoro progettuale non mancano
nel Basso Volturno. S’è detto e ripetuto più volte che giacciono negletti, in
questa stessa sfortunata pianura che va da Capua al mare, problemi, migliaia di
tonnellate di rifiuti all’aria o interrati, il Volturno inquinato e risorse
(come il latte bufalino, definito non a caso “oro bianco”) che davvero
meriterebbero una mobilitazione di stimoli ed interventi. E invece domina il
più incivile abbandono, come se popolo ed autorità competenze fossero da tempo
fuggiti via, dimenticando il deserto alle spalle. Domina lo storico ritardo e
il penoso silenzio, gli stessi che avvolgono i vecchi poderi dell’Opera
Nazionale Combattenti da cui andarono via in contadini scesi dal Veneto durante
il Fascismo. In siffatto contesto l’aeroporto-chimera
adesso serve, com’è purtroppo servito per quaranta lunghi anni, soltanto
come “specchietto per le allodole”. Si faccia, ad esempio, una seria ricognizione
sullo stato della viabilità provinciale: nell’area del Basso Volturno è da “terzo mondo”! Non
parliamo della ex strada statale 264, ora SP 333, che pure è un “percorso di
guerra”, specialmente in caso di pioggia, con frequenti rischi di incidenti che
si susseguono dalla “città federiciana” a Castel Volturno. Imbocchiamo la SP
147 (che fiancheggia, sull’asse nord-sud, la base aerea Nato) e vediamo la
sofferenza degli ammortizzatori. Proseguiamo sul tratto che si collega alla SP
30-Vaticale ed è peggio che andar di notte. Proviamo ad andare da Grazzanise ad
Arnone per la provinciale a monte della 333 e siamo fortunati se non finiamo nei
fossi laterali. Queste sono, insomma, soltanto delle esemplificazioni sul
ritardo infrastrutturale di cui peraltro soffrono italiani ed americani per i
collegamenti viari fra l’aeroporto sede del 9° Stormo “F.Baracca” ed il centro
urbano di Grazzanise o l’asse Villa Literno-Nola. Roba incredibile, per le
gl’itinerari dissestati, la risibile od inesistente segnaletica stradale ed
altri supporti di cui qualunque strada ha bisogno in termini di tutela della
sicurezza e, perfino, di minimo decoro. Allora come pensar di volare, se non si
riesce nemmeno ad andare a piedi o in auto? Amministratori provinciali, sindaci
e commissari prefettizi dicano la loro, più che a parole con atti e interventi
(come, per la verità, è istituzionalmente preferibile...sempre).