PIEDIMONTE MATESE. “Il Matese” sostiene i candidati
alle primarie per il Parlamento, Carlo
Marino e Loredana Affinito, perché il vento del nuovo lo puoi ritardare ma non lo puoi
fermare”. Questa la proposta di Gianluca Pascarella e Giuseppe Santagata, inserita fra le 10
proposte per il rilancio della provincia di Caserta, in particolare il rilancio
del Matese. “…Ambiente – cultura - turismo – potenziamento ferrovia alifana –
potenziamento stazione sciistica di Bocca della Selva - galleria per il Molise
per un nuovo sbocco economico e culturale…”. “Il nostro territorio è un
territorio incontaminato, intrinseco di grandi potenzialità, un territorio che
non avrebbe nulla da invidiare alle più belle realtà nazionali, se non
addirittura mondiali, se però valorizzato al meglio. Dal Matese, si pensi, si
possono ammirare amplissimi panorami a giro d’orizzonte: da Monte Miletto,
nelle giornate particolarmente limpide, è possibile scorgere contemporaneamente
l’Adriatico e il Tirreno, le Tremiti, il Tavoliere delle Puglie e le Mainarde. Lo
sviluppo del comprensorio deve passare
per la valorizzazione delle risorse e delle caratteristiche intrinseche
dell’area. Bisogna puntare sull’ambiente, con la valorizzazione dell’Ente Parco
del Matese che ha sede in San Potito Sannitico, sui beni culturali con la
valorizzazione del Museo Civico ad Alife diventando il punto di riferimento
artistico e culturale della valle alifana; sul turismo invernale, con il
rilancio della stazione sciistica di Bocca della Selva;sulle risorse idriche di
cui è ricchissimo il Matese con un progetto che sappia far rivivere il
bellissimo Lago del Matese. Altre realtà a livello nazionale, con molto meno a
disposizione hanno saputo ritagliarsi il
proprio spazio nel settore di riferimento (sia in termini di visibilità
che in termini strettamente economici). Il Parco deve essere «garanzia» tale da
confortare la decisione di chi intende intraprendere un’iniziativa imprenditoriale
nel settore turistico in quest’area;non deve essere solo considerato come un
vincolo che non ti permette di fare. Le aziende agrituristiche come quelle
presenti a San Potito Sannitico, che è stata ed è, una delle poche realtà
invidiate da tutti i cittadini dei paesi limitrofi grazie ad un raro esempio di
buona e sana politica portatoci dell’ex sindaco Gianluigi Santillo, mal
sopporterebbero, ad esempio, la vicinanza con uno stabilimento produttivo di
tipo inquinante. Il Parco perciò deve essere inteso come un valore aggiunto che
ha un effetto moltiplicatore sulla redditività delle attività economiche della
zona; l’artigiano o il proprietario di
qualche ristorante tipico, di certo, dovranno vedere aumentare il loro volume
d’affari per la presenza del Parco. Un legame importante il parco dovrà averlo
necessariamente con l’agricoltura e non solo perché la popolazione di questa
zona è fondamentalmente agricola, ma perché conservare le pratiche agricole
significa tutelare equilibri uomo-ambiente storicamente consolidati. Questo
massiccio montuoso è stato sempre «utilizzato» dall’uomo per le sue risorse
boschive, per i suoi pascoli e oggi anche per le sue attrattive turistiche e,
in particolare, per la presenza di alcune aree «sciabili». Oggi, in verità,
come già detto in precedenza, una certa ricettività è già presente a valle, ma
si tratta però di seconde case che sono improduttive poiché, a differenza degli
alberghi, non danno posti di lavoro se non nella fase del pendolarismo che
dovrebbe essere collegato alla facile raggiungibilità dai centri urbani extraregionali, quali Napoli
e Bari. Invece non è così. Noi abbiamo una ferrovia Alifana che ha da invidiare
agli antichi treni a vapore. Essa fu concepita per collegare a Napoli l'area
pedemontana del Matese, ma non fu mai una ferrovia unitaria, tanto che fin
dalla nascita venne divisa in due tronconi, la Napoli - Santa Maria Capua
Vetere (detta "Alifana bassa") elettrificata, e la Santa Maria Capua
Vetere - Piedimonte Matese (detta "Alifana alta") con trazione a
vapore. Noi abbiamo bisogno di una serie di infrastrutture di tipo veloce, che
permettano ad esempio a un cittadino napoletano o ad un turista di visita a
Napoli, di raggiungere i nostri territori in un’ora, massimo un’ora e dieci. Noi
abbiamo bisogno di infrastrutture che permettano di valorizzare i nostri
territori rendendoli accessibili a chiunque; ripristinando ad esempio l’unica
strada che da l’accesso a Valle Agricola, che specialmente durante il periodo
freddo definire infernale è poco. Potenziando
le corse dei mezzi pubblici su gomma. Il rilancio della stazione invernale del Matese e di tutto l’alto
casertano dovrebbe passare per l’istituzione di una società mista pubblica - privato
così come avvenuto nel ‘99 nella parte
molisana con il Consorzio «Campitello Matese» di cui facevano parte, istituzioni quali la Regione Molise e la
Provincia di Campobasso. La società dovrebbe avere per oggetto l’istituzione di
una organizzazione comune ai suoi soci, diretta alla promozione e al veicolamento
di attività economiche nel settore del turismo, dei servizi terziari,
dell’impiantistica sportiva, della distribuzione e degli scambi tra la stazione
sciistica e più in generale, nell’ambito del territorio montano e pedemontano del
Matese. Al fine della valorizzazione del territorio, la società dovrà favorire la promozione di attività imprenditoriali,
culturali, turistiche e artistiche tali da porre fine a quello che è oggi un
turismo mordi e fuggi creando
l’occasione per il visitatore di una vacanza prolungata. Ma per un rilancio
vero di tutto il comprensorio Matesino e dell’alto casertano si dovrebbe
avverare quello che da tempo insieme ai
molisani i matesini ritengono doveroso. Una galleria che valicasse il massiccio
montuoso del Matese, tale da rendere
tanti i benefici che le generazioni
future, più delle presenti, apprezzerebbero positivamente. Piedimonte Matese
così come San Potito, Gioia Sannitica, Castello del Matese (per citarne alcuni)
e i paesi matesini tutti oggi soffrono di una situazione di crisi economica
grave che rispetto a 30 anni fa è peggiorata per la chiusura del Cotonificio,
della centrale dell’Enel, della cartiera, di tante piccole e grandi realtà che
movimentavano un’economia locale. Resta si il capoluogo amministrativo e soprattutto
scolastico del Matese, della piana alifana e di gran parte della valle del medio
Volturno. Una galleria del Matese, collegata a Piedimonte, innescherebbe un
effetto volano economico sociale di prim’ordine soprattutto per la bella e
significativa cittadina di Piedimonte Matese. Se oggi dobbiamo vivere di
ricordi, riportando alla mente le grandi opportunità concesseci tanti anni
orsono dall’oramai defunte nostre massime rappresentanze,dobbiamo giungere alla
conclusione che la classe politica in questi anni è stata solo a guardare,
tutelando il proprio piccolo o grande interesse particolare dimenticandosi,
forse volutamente di quello più importante, interesse generale, collettivo. Noi
abbiamo bisogno invece di esempi di sana politica, di una politica che sappia
mettere in campo le idee, che non riviva situazioni di stallo. Una politica
segnata dai cittadini, da persone che abbiano il coraggio di rischiare, di
tirare quel rigore come direbbe Matteo, di non sedersi in panchina
nascondendosi dietro il politico forte di turno”. E’ questo il motivo per cui
il Matese sosterrà Carlo Marino e Loredana Affinito che intendono farsi portavoce di quelle istanze di libertà ed
innovazione che, nel corso di questi mesi, tante speranze hanno suscitato nei
cuori degli italiani tutti, anche nell’alto casertano. Perché noi non vogliamo
votare i soliti noti, che già sappiamo abbandoneranno a se stesso poi, il
Nostro amato territorio. Loro non ci deluderanno.
Pietro
Rossi