31 luglio 2012

ALIFE: ECUBA, O IL LATRATO DELL’ANIMA



ALIFE (Raffaele Raimondo) – Dopo l’applaudito Pseudolo plautino, il calendario dei “Teatri di Pietra” proseguirà - giovedì 2 agosto alle ore 21,30, nello splendore dell’anfiteatro romano di Alife tirato a lucido – con “Ecuba, o il latrato dell’anima” in un mix da Euripide, Seneca e Omero, per la regìa e la coreografia del maestro Aurelio Gatti, direttore artistico della consolidatissima Rassegna. Un appuntamento da non perdere, decisamente! Epperò al pubblico converrà raggiungere l’importante location archeologica (ove in questi giorni è al lavoro un gruppo di ricercatori spagnoli) con adeguato anticipo.  “Per noi Ecuba è anche l’estrema difesa dell’identità e della storia, donna – prima ancora che regina – che cerca strenuamente di ‘salvare’ la memoria di una razza, di un popolo e di una discendenza” avvertono le note di regìa. “Regale e regina nelle Troiane è in tutta la prima parte dell’Ecuba... fino alla scoperta dell’uccisione del piccolo Polidoro”, sicché “la cagna/Ecuba nasce dalla consapevolezza dell’annullamento di una stirpe, di una città e della sua civiltà”. E allora “tre lingue, la danza, il canto e la parola per inviare lo stesso messaggio: ogni guerra è un immane misfatto dell’uomo, qualunque ne sia la causa; è un male terribile per tutti, vincitori e vinti; il cuore femminile, più di quello maschile, ne è travolto e grida, con tutta la forza della passione e la lacerazione di una madre...”. Il genio di Aurelio Gatti s’infiamma davanti al possente profilo epico di ogni eroina e rende sublime la variegata narrazione teatrale, rapendo lo spettatore inchiodato dall’emozione, in volo verso le grandi ragioni dello spirito umano. In un’intervista esclusiva che ci ha concesso il 22 luglio, il regista Gatti ha confermato le attuali enormi proporzioni di una Rassegna nata proprio sulle radici della ricchezza antica della nostra provincia - come egli stesso ha ricordato -: infatti, in quest’anno 2012, la progressiva e profonda riscoperta della tradizione culturale greca e latina siglata “Teatri di Pietra” interviene in ben sette regioni italiane – dalla Toscana alla Sicilia – interessando oltre quaranta siti e con 150/180 giornate di programmazione. Suo un puntuale monito: “In questo momento il Paese sta veramente in crisi e la richiesta è, unica e sola, di fare molta attenzione, perchè la cultura e lo spettacolo non possono dismettersi dal loro impegno primario che è quello di osservare con acume, ma soprattutto di porsi come testimoni attivi del contemporaneo”. E vale perciò, a maggior ragione, la certezza che la letteratura classica, per la sua originalità ed universalità, parla agli uomini di ogni tempo e luogo, specialmente nelle fasi di smarrimento originate da sconvolgenti macrofenomeni. “Ecuba” allora si presenta al pubblico con lo stile di “una performance in cui vari artisti, tra danzatori, attori e cantanti, danno vita ad una vicenda che di intimo ha solo l’attonito ricordo e Polissena. Il resto è solo l’urlo/latrato dell’anima”.    Palpabilmente e giustamente fiero il sindaco di Alife, Giuseppe Avecone, per il quale il contributo della Rassegna – che prevede ancora due appuntamenti  per l’8 agosto (“Cassandra”) ed il 24 (“Ione”) – si colloca “nel giusto indirizzo per una ripresa socio-economica di tutto l’Alto Casertano”.