ALIFE (Raffaele Raimondo) – Dopo l’applaudito Pseudolo plautino, il calendario
dei “Teatri di Pietra” proseguirà - giovedì 2 agosto alle ore 21,30, nello
splendore dell’anfiteatro romano di Alife tirato a lucido – con “Ecuba, o il
latrato dell’anima” in un mix da Euripide, Seneca e Omero, per la regìa e la
coreografia del maestro Aurelio Gatti, direttore artistico della
consolidatissima Rassegna. Un appuntamento da non perdere, decisamente! Epperò
al pubblico converrà raggiungere l’importante location archeologica (ove in
questi giorni è al lavoro un gruppo di ricercatori spagnoli) con adeguato
anticipo. “Per noi Ecuba è anche
l’estrema difesa dell’identità e della storia, donna – prima ancora che regina
– che cerca strenuamente di ‘salvare’ la memoria di una razza, di un popolo e
di una discendenza” avvertono le note di regìa. “Regale e regina nelle Troiane
è in tutta la prima parte dell’Ecuba... fino alla scoperta dell’uccisione del
piccolo Polidoro”, sicché “la cagna/Ecuba nasce dalla consapevolezza
dell’annullamento di una stirpe, di una città e della sua civiltà”. E allora
“tre lingue, la danza, il canto e la parola per inviare lo stesso messaggio:
ogni guerra è un immane misfatto dell’uomo, qualunque ne sia la causa; è un
male terribile per tutti, vincitori e vinti; il cuore femminile, più di quello
maschile, ne è travolto e grida, con tutta la forza della passione e la
lacerazione di una madre...”. Il genio di Aurelio Gatti s’infiamma davanti al
possente profilo epico di ogni eroina e rende sublime la variegata narrazione
teatrale, rapendo lo spettatore inchiodato dall’emozione, in volo verso le
grandi ragioni dello spirito umano. In un’intervista esclusiva che ci ha
concesso il 22 luglio, il regista Gatti ha confermato le attuali enormi
proporzioni di una Rassegna nata proprio sulle radici della ricchezza antica
della nostra provincia - come egli stesso ha ricordato -: infatti, in
quest’anno 2012, la progressiva e profonda riscoperta della tradizione
culturale greca e latina siglata “Teatri di Pietra” interviene in ben sette
regioni italiane – dalla Toscana alla Sicilia – interessando oltre quaranta
siti e con 150/180 giornate di programmazione. Suo un puntuale monito: “In
questo momento il Paese sta veramente in crisi e la richiesta è, unica e sola,
di fare molta attenzione, perchè la cultura e lo spettacolo non possono dismettersi
dal loro impegno primario che è quello di osservare con acume, ma soprattutto
di porsi come testimoni attivi del contemporaneo”. E vale perciò, a maggior
ragione, la certezza che la letteratura classica, per la sua originalità ed
universalità, parla agli uomini di ogni tempo e luogo, specialmente nelle fasi
di smarrimento originate da sconvolgenti macrofenomeni. “Ecuba” allora si
presenta al pubblico con lo stile di “una performance in cui vari artisti, tra
danzatori, attori e cantanti, danno vita ad una vicenda che di intimo ha solo
l’attonito ricordo e Polissena. Il resto è solo l’urlo/latrato dell’anima”. Palpabilmente e giustamente fiero il sindaco
di Alife, Giuseppe Avecone, per il quale il contributo della Rassegna – che
prevede ancora due appuntamenti per l’8
agosto (“Cassandra”) ed il 24 (“Ione”) – si colloca “nel giusto indirizzo per
una ripresa socio-economica di tutto l’Alto Casertano”.