28 maggio 2012

GRAZZANISE: MA “LIBERA” DOV’E’?


GRAZZANISE (Raffaele Raimondo) – “Mala tempora currunt!”: viviamo davvero tempi di burrasca e …di defezioni! L’una e le altre hanno – e ci mancherebbe altro! – comprensibilissime e legittime spiegazioni. Tuttavia, circoscrivendo il cerchio, il dovere di cronaca ci spinge stavolta a guardare alla realtà territoriale “aspra” in cui vivono le popolazioni di Grazzanise e dell’intero Basso Volturno, però soltanto nel quadrante delle problematiche che, in modo particolarmente incisivo, attanagliano il pianeta-giovani. Ma presto cercheremo di dar conto anche d’altri quadranti. E’ evidente, intanto, che non sia per nulla agevole conservare nel tempo ossigeno e attivismo, quando le unità in campo son poche e talora anemiche. Ammaestra senza alcun dubbio l’esperienza “storica” di vari gruppi giovanili sorti in questo paese e prematuramente dissoltisi o di altri (il Cocevest, ad esempio) che centellinano le iniziative, per mancanza di risorse e di “forza-lavoro”, su un sentiero che punta all’accumulo di un “capitale immateriale” come la “coscienza civica”. V’è stata, poi, qualche propaggine locale di reti associative nazionali che ugualmente non è riuscita a radicarsi (pensiamo all’Agesci, attiva nel decennio scorso ed ora scomparsa). E la storia sembra ripetersi: oggi solleviamo, infatti, un interrogativo per alcuni aspetti atroce: la “Libera” grazzanisana dov’è? Non occorre andare – è evidente – a “Chi l’ha vist(a)?”. Basta rileggere i giornali (online o cartacei) degli ultimi mesi, per notare una “rumorosa” assenza, di fatto diametralmente opposta alla “squillante” presenza che prese le mosse il 24 gennaio 2008, data di battesimo del Presidio “Carlo Alberto Dalla Chiesa” della coraggiosa Associazione guidata da Don Luigi Ciotti. In quel giorno i testimoni furono la preside Sterpetti, il coordinatore provinciale Taglione, il magistrato Ceglie ed il responsabile della gestione dei “beni confiscati” Pati. Da allora varie celebrazioni si sono susseguite (“Fiaccola della Memoria” - come quella dedicata all’agente di Polizia penitenziaria Gennaro De Angelis -, la Veglia del Giovedì Santo nella certezza che “L’etica LIBERA la bellezza, la Via Crucis su testi di Don Tonino Palmese…) e qualche progettazione elaborata (inerente soprattutto all’impiego “a fini sociali” di un fondo confiscato rientrante nel tenimento di Grazzanise). Belle cose, indubbiamente. Ma, da un po’ di mesi, “Libera” dov’è? Che fa? Chi ne è responsabile? L’ultima notizia in nostro possesso ammonta ai primi di gennaio di quest’anno: “Libera” era citata fra alcune associazioni di giovani adoperatesi a favore del piccolo Opio Francis. Da allora o poco più giù il silenzio. E in una fase in cui avrebbero dovuto giungere a maturazione ben più consistenti frutti dell’impegno civile di Libera. E invece… Adesso, a cruccio espresso, siamo certi che qualcuno tranquillizzerà chi avverte la mancanza di “Libera” e, magari, potrà risvegliar speranze di rinascita. Adesso l’azione di “Libera” nello scenario cittadino sarebbe, forse, più augurabile e fertile che non nel recente passato. Si sa: col lavoro a squadra (o “a staffetta” che dir si voglia), non si smarrisce mai la continuità. Si tratta solo di sapere se i corridori ci stanno e vogliono veramente pedalare.