GRAZZANISE (Raffaele Raimondo) – “Mala tempora
currunt!”: viviamo davvero tempi di burrasca e …di defezioni! L’una e le altre
hanno – e ci mancherebbe altro! – comprensibilissime e legittime spiegazioni.
Tuttavia, circoscrivendo il cerchio, il dovere di cronaca ci spinge stavolta a
guardare alla realtà territoriale “aspra” in cui vivono le popolazioni di
Grazzanise e dell’intero Basso Volturno, però soltanto nel quadrante delle
problematiche che, in modo particolarmente incisivo, attanagliano il
pianeta-giovani. Ma presto cercheremo di dar conto anche d’altri quadranti. E’ evidente, intanto, che non sia per nulla agevole conservare
nel tempo ossigeno e attivismo, quando le unità in campo son poche e talora
anemiche. Ammaestra senza alcun dubbio l’esperienza “storica” di vari gruppi
giovanili sorti in questo paese e prematuramente dissoltisi o di altri (il
Cocevest, ad esempio) che centellinano le iniziative, per mancanza di risorse e
di “forza-lavoro”, su un sentiero che punta all’accumulo di un “capitale
immateriale” come la “coscienza civica”. V’è stata, poi, qualche propaggine
locale di reti associative nazionali che ugualmente non è riuscita a radicarsi
(pensiamo all’Agesci, attiva nel decennio scorso ed ora scomparsa). E la storia
sembra ripetersi: oggi solleviamo, infatti, un interrogativo per alcuni aspetti
atroce: la “Libera” grazzanisana dov’è? Non occorre andare – è evidente – a
“Chi l’ha vist(a)?”. Basta rileggere i giornali (online o cartacei) degli
ultimi mesi, per notare una “rumorosa” assenza, di fatto diametralmente opposta
alla “squillante” presenza che prese le mosse il 24 gennaio 2008, data di
battesimo del Presidio “Carlo Alberto Dalla Chiesa” della coraggiosa
Associazione guidata da Don Luigi Ciotti. In quel giorno i testimoni furono la
preside Sterpetti, il coordinatore provinciale Taglione, il magistrato Ceglie
ed il responsabile della gestione dei “beni confiscati” Pati. Da allora varie
celebrazioni si sono susseguite (“Fiaccola della Memoria” - come quella
dedicata all’agente di Polizia penitenziaria Gennaro De Angelis -, la Veglia del Giovedì Santo
nella certezza che “L’etica LIBERA la bellezza, la Via Crucis su testi di
Don Tonino Palmese…) e qualche progettazione elaborata (inerente soprattutto
all’impiego “a fini sociali” di un fondo confiscato rientrante nel tenimento di
Grazzanise). Belle cose, indubbiamente. Ma, da un po’ di mesi, “Libera” dov’è?
Che fa? Chi ne è responsabile? L’ultima notizia in nostro possesso ammonta ai
primi di gennaio di quest’anno: “Libera” era citata fra alcune associazioni di
giovani adoperatesi a favore del piccolo Opio Francis. Da allora o poco più giù
il silenzio. E in una fase in cui avrebbero dovuto giungere a maturazione ben
più consistenti frutti dell’impegno civile di Libera. E invece… Adesso, a
cruccio espresso, siamo certi che qualcuno tranquillizzerà chi avverte la
mancanza di “Libera” e, magari, potrà risvegliar speranze di rinascita. Adesso
l’azione di “Libera” nello scenario cittadino sarebbe, forse, più augurabile e
fertile che non nel recente passato. Si sa: col lavoro a squadra (o “a
staffetta” che dir si voglia), non si smarrisce mai la continuità. Si tratta
solo di sapere se i corridori ci stanno e vogliono veramente pedalare.