ANTONIO SALERNO CON L'ASSISTENTE ENZO PICONE |
Un
anno fa l’insediamento del Dottor Antonio
Salerno nella carica di nuovo Direttore dell’Ufficio Archeologico di
Calvi Risorta, che, grazie all’acume gestionale della nuova figura dirigenziale
e dell’ottima intesa di collaborazione offertagli dal personale a sua
disposizione, ha decisamente cambiato faccia, avviandosi verso standard di
eccellenza sempre più qualificanti. In occasione dell’anniversario della presa
di possesso dell’importante poltrona dirigenziale, Il Dottor Salerno, che, forte di una disponibilità
riconosciutagli sia dai colleghi che dai suoi sottoposti, è molto ben visto in
tutto l’ambiente lavorativo che gli è consono, ci ha concesso una intervista
nella quale, stimolato anche dalle nostre domande, ha toccato tutti gli aspetti
che, nel bene e nel male, caratterizzano la struttura affidata alle sue cure
amministrative dalle massime cariche del Ministero per i Beni Ambientali e
Culturali. Alla luce delle problematiche con le quali Salerno e i suoi
collaboratori sono costretti a misurarsi ogni giorno, iniziamo col mettere in
evidenza gli aspetti salienti dei primi 365 giorni di attività del Dottore Antonio
Salerno. “Per quanto riguarda la funzionalità dell’Ufficio che presiedo,
esordisce il nostro interlocutore, devo rimarcare che non sono state apportate
variazioni sostanziali rispetto alle linee di conduzione della passata
gestione. Ciò specialmente per quanto concerne gli aspetti gestionali della tutela del patrimonio
archeologico a noi demandato. Tant’è che, onde rendere più incisivo il lavoro
di salvaguardia e tutela del territorio, si è proceduto all’apposizione di
nuovi vincoli sia nel comprensorio dell’antica Cales che in altri punti
sensibili del territorio di nostra competenza”. D’accordo, ma cosa si sta
facendo di concreto in tale direzione? “Riguardo all’impegno istituzionale per
la prevenzione dei reati contro il patrimonio culturale, si esplica un attento
controllo sul territorio, sia da parte del personale dell’Ufficio che ad opera
del Nucleo di Tutela dei Carabinieri per un’attenta ed opportuna prevenzione e
repressione di ogni aggressione al patrimonio archeologico.” Dottor Salerno, a noi
risulta che, da qualche tempo a questa parte, l’incidenza di tale tipo di reati
sia notevolmente calata. “Esatto! E’ diminuita soprattutto per l’attenta opera
di prevenzione che viene eseguita.” In quest’ottica, si registra anche
un’ottima sinergia di collaborazione con le varie associazioni operanti sul
territorio. “L’apporto collaborativo con le associazioni socio-culturali operanti
sul territorio e le Amministrazioni Comunali è ottimale. Parlo di sodalizi che
svolgono una più che incisiva funzione di attenzione verso le problematiche
archeologiche, anche se, diciamola tutta, non mancano, aspetti puramente
polemici e deleteri cha hanno il solo scopo di denigrare le diverse Istituzioni
impegnate a trecentosessanta gradi per la tutela del territorio.” A quanto ci
risulta, le emergenze più calde e controverse proverrebbero dal Comune di
Francolise e, in modo specifico, dalle questioni legate ai lavori riguardanti
il cantiere di via Auzente e l’insediamento dell’antica città di Urbana. “A
riguardo di via Auzente, posso dire che è mancata una corretta e doverosa
intesa con il Comune, finalizzata ad una buona tutela del patrimonio. Urbana è
un caso a parte. Ci sono delle problematiche legate all’esatta ubicazione e
all’estensione del sito, il che rende problematico individuare una mappa
precisa per l’apposizione del vincolo.” Nonostante la grande ricchezza del
territorio, che si contraddistingue sia per la presenza di vestigia imponenti
che per una serie di importanti ritrovamenti, la città che ospita il complesso
dell’antica Cales non dispone ancora di una istituzione museale. Come mai? “E’
vero, ma un progetto a tal proposito esiste. Per renderlo realizzabile, si
attende la conclusione dei lavori di restauro, messa in sicurezza e
consolidamento funzionale del Castello Aragonese, presso il quale, a tempo
debito, sarà trasferita anche la nostra struttura operativa. Cales, continua
Salerno, è molto importante dal punto di vista archeologico, tant’è che una
gran mole di reperti provenienti dallo specifico comprensorio archeologico sono
sparsi in numerosi musei e depositi, tra cui quelli di Napoli e Santa Maria
Capua Vetere. Nella seconda metà del 1700, approfittando della sua funzione,
l’Ambasciatore inglese Hamilton trafugò
diversi reperti provenienti dall’antica Trebula Balliensis, attualmente in
esposizione nelle teche del British Museum, di Londra.” Dottor Salerno, cosa ci
può dire circa l’incidenza collaborativa del personale di cui dispone?
“Nonostante le difficoltà nelle quali siamo costretti ad operare e, soprattutto,
l’inadeguatezza della struttura che ci ospita, riusciamo a gestire un
attrezzato deposito, una sala-studio e un ben strutturato archivio. Tutto
questo grazie alla dedizione e alla professionalità del personale dell’Ufficio,
che, malgrado in forzata deficienza d’organico, si da molto da fare, muovendosi
sul territorio con grande competenza e professionalità e senza alcun rimborso
per spese di missione. Sono fortunato ad avere una squadra come la mia.”
Un’ultima domanda. Il suo Ufficio, composto da quattro Assistenti alla
Vigilanza, dispone di un solo Assistente
Tecnico dei due previsti in Pianta Organica. E’ un problema? “Sulla carta, lo
sarebbe, ma, in effetti, non lo è. Apprezzo l’impegno dell’Assistente Enzo Picone, che si dedica al
lavoro con grande senso di abnegazione, non facendo pesare la mancanza della
figura professionale che dovrebbe affiancarlo.” Dunque, il suo è proprio un
Ufficio modello? “Non so cosa lei intende per Ufficio modello. So solo che sono
molto soddisfatto dei risultati conseguiti grazie anche al personale di cui
dispongo.”
Daniele Palazzo