Giuseppe Avecone |
Alife –
Il Sindaco della Città di Alife, Giuseppe
Avecone, e tutta l’Amministrazione comunale, comunicano che il patto di
stabilità 2011 è stato rispettato. Solo una attenta e oculata gestione di spesa
ha consentito all’Amministrazione comunale di Alife di rispettare un così
importante appuntamento finanziario. In data 30 marzo 2012 è stato spedito al
Ministero dell’Economia e delle Finanze il certificato attestante il rispetto
del patto di stabilità, a firma del Sindaco, del Dirigente ff. del settore
Finanze e del Revisore dei Conti del Comune.
Non è sempre facile capire che cos’è un patto di stabilità interno e a
cosa andrebbe incontro il comune che non rispetta tale patto. Il patto di
stabilità, introdotto nella nostra legislazione nel 1998 (trattato di Maastricht)
è l’accordo che lo Stato italiano ha assunto in sede comunitaria con gli altri
Stati europei, in base al quale le autonomie locali: Regioni, Provincie e
Comuni, devono contribuire a ridurre il debito pubblico osservando, di anno in
anno, regole sempre più restrittive, regole che non consentono la realizzazione
della programmata attività a favore della cittadinanza. Al Sindaco di
Alife Giuseppe Avecone abbiamo
chiesto: Cosa succederebbe al Comune
e, di riflesso ai cittadini, se non si rispettasse il Patto di Stabilità? Se non
rispettassimo il patto di stabilità, ha commentato il Sindaco Avecone, incorreremmo in una serie di
sanzioni molto pesanti, fra le quali: riduzione dei trasferimenti ordinari
dovuti dal Ministero al Comune (cioè soldi che lo Stato versa al Comune
annualmente). Una conseguente forte riduzione delle spese correnti. In caso di
mancato rispetto del patto, il Comune avrebbe dovuto azzerare le spese per le manutenzioni
ordinarie (strade, verde pubblico, ecc.) e ridurre drasticamente l’erogazione
dei servizi assistenziali o il sostegno a tante iniziative associative. Il
divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia
tipologia di contratto o la risoluzione di alcuni contratti in essere che
comporterebbe un pesantissimo rallentamento dell’attività amministrativa anche
in termini di risposte alle legittime istanze dei cittadini. Il divieto di
ricorre all’assunzione di qualsiasi mutuo per la realizzazione di nuove opere
pubbliche (strade, scuole, marciapiedi, ecc.).
Pietro Rossi