Nico Fortarezza,
cantautore, arrangiatore, compositore e musicista milanese di talento, dotato di grande versatilità, ha una
carriera alle spalle che lo ha visto spaziare in diverse situazioni e generi
musicali e collaborare con artisti del calibro di Enrico Ruggeri, Maurizio
Vandelli,…
Ciao Nico, ci vuoi raccontare come ti sei
innamorato della musica?
Ho sempre avuto la
musica nel cuore.
Ho iniziato la mia
carriera studiando canto lirico con la Prof. Paola Castelli. Nel frattempo cantavo in alcune band
proponendo sia nostri pezzi in inglese che cover dei Queen, Police, U2,….
La mia matrice era Rock-Pop ma col tempo mi sono avvicinato all’Hard Rock e al Funky Metal.
La mia matrice era Rock-Pop ma col tempo mi sono avvicinato all’Hard Rock e al Funky Metal.
La prima proposta a
livello professionale è stata quella dei Cordatesa nel 1994, una delle band underground più
talentuose degli anni Novanta, con la quale ho inciso il primo
disco.
Dopo un paio di anni
la band si è sciolta e ho lavorato come chitarrista in una band funky-rock, come
vocalist in una band heavy metal e con Jakaré insieme al chitarrista Damiano
Marino, un progetto rock-blues. In seguito sono stato contattato da Maurizio
Vandelli e poi da Enrico Ruggeri con cui
sono stato in tour per diverso tempo.
Quanto è importante
stimolare l’interesse dei giovani alla musica al fine di una loro affermazione
culturale e spirituale?
La musica fa vibrare
le corde dell’anima e quindi ritengo sia importante per la crescita individuale
di ogni uomo, qualunque sia la sua età.
Un po’ di tempo fa ho
conosciuto durante un viaggio un ragazzino, “un piccolo genio” matematico ed ho
discusso con lui su cosa fosse più importante, se la matematica o la
musica.
La matematica apre a
molti orizzonti ma la vita senza musica non avrebbe senso per me. La musica ci
accompagna, è la colonna sonora della vita.
C’è una canzone verso
la quale nutri un affetto particolare?
Ho scritto “Fiabe di
Maggio” dedicandola alla ragazza di
cui mi ero innamorato ed è piaciuta talmente al produttore di Enrico Ruggeri che
la volle proporre a Sanremo.
Purtroppo non è andata
bene come speravamo ma rimane, comunque, una delle song a cui sono più legato.
Recentemente sono
stato chiamato come presidente a Desenzano per “Sulle corde dell’Anima” il concorso di voci nuove e canzoni inedite
legate alla musica cristiana dove come ospite c’era Niccolò Agliardi. Mi ha
colpito moltissimo la sua “Non vale tutto”, un brano tratto dall’omonimo album:
non vale tutto… bisogna sempre ricordarsi quello che eravamo l’uno per l’altra,
rispettiamoci fino in fondo, anche se poi le nostre strade si
divideranno.
Mi piace molto il
pensiero di Fernando Pessoa che afferma che i valori delle cose non si misurano
con la durata del tempo, ma nell’intensità con cui avvengono. Per questo ci sono
dei momenti indimenticabili, delle cose inspiegabili e delle persone
incomparabili. Facendo riferimento a queste tre precisazioni, vuoi condividere
con noi alcuni ricordi?
Dopo la perdita di
Titti, la mia fidanzata, ho attraversato un periodo molto difficile, di crisi
profonda che mi ha portato ad allontanarmi dalla musica. Per tre lunghi anni non
ho preso in mano la chitarra e non
ho scritto una sola nota.
Spesso avvengono incontri speciali nella vita e quello con il cantautore
Roberto Bignoli, leader della Christian Music, è stato, senza dubbio,
fondamentale per la mia “rinascita”.
Su sua richiesta, ho
scritto “Non temere” un brano in memoria di Giovanni Paolo II, un Papa che amava molto la musica e
che vedeva nell'arte uno strumento per avvicinarsi a Dio, l'Uomo che ha cambiato gli uomini
ripensando
alla missione complessa e universale della Chiesa cattolica.
E’ come se Papa Wojtyla abbia, ancora una volta, compiuto un miracolo…. Sono stato “chiamato” ad intraprendere un nuovo cammino e di questo non posso che essere grato.
E’ come se Papa Wojtyla abbia, ancora una volta, compiuto un miracolo…. Sono stato “chiamato” ad intraprendere un nuovo cammino e di questo non posso che essere grato.
Tutto questo è nato in me come un
sussurro che è diventato, con grande intensità, un grido: un viaggio che parte
dall’anima e dalle emozioni più profonde.
Papa Wojtyla ripeteva
spesso una frase: “Non abbiate
paura”… e poco alla volta la mia paura, la mia rabbia, il mio dolore sono
scomparsi.
Come
ha scritto Giovanni Raboni, in un articolo del Corriere
della Sera, le parole di questo grande Papa, sono per me i rimandi a quel senso di necessità, di
naturalezza carismatica e di grandiosa, quasi terrificante energia che ha
caratterizzato e continua a caratterizzare ogni atto, ogni gesto, ogni parola
del suo pontificato.
Nel mese di luglio a
Zogno (BG) hai partecipato al concerto in memoria di Giovanni Paolo II, un
evento cui hanno partecipato molti artisti della musica leggera italiana, tra
cui Ivana Spagna, Francesco Renga, Gatto Panceri, e ad ottobre sei stato l’unico
rappresentante italiano a cantare in Piazza del Castello Regale a Varsavia per
il Gran Galà ” XI Giornata dedicata a Giovanni Paolo II”, ci vuoi descrivere
l’emozione che hai provato in questa occasione?
Festeggiare
in Polonia la figura del Santo Padre mi ha offerto un’ulteriore opportunità di
esprimere la grande gioia per la sua beatificazione e l’immensa gratitudine che nutro nei suoi
confronti.
Ho avuto
l’onore di cantare “Angelo di Dio” e “Profumo di Roma” accompagnato da un coro
di bambini e adulti davanti a migliaia di persone: momenti ed emozioni
irripetibili!
Grazie
Nico, c’è qualcos’altro che
vorresti aggiungere?
Sì,
vorrei dire GRAZIE a Roberto Bignoli, allo staff della SOS MUSIC di Toruń, alla
TVP1 e alla Informusic Imc di Milano.