Da
una ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano risulta che le
donne assumono poco calcio, meno degli uomini – L’innalzamento della
vita media le espone a rischi maggiori
(Milano, 15 novembre 2011)
– Le donne italiane assumono poco calcio: solo il 37% di esse fino ai
50 anni ne consuma il necessario, e solo il 10% dopo i 50 anni. Colpa
anche delle diete, ma con l’innalzamento della vita media aumenta il
rischio osteoporosi. Lo riferisce una ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano (condotta da medici e dietisti, vedi scheda di seguito) che ha
rilevato le abitudini alimentari di un campione di 3.200 individui
adulti. È stata calcolata la quantità media di calcio assunta
quotidianamente nelle diverse fasce d’età e nei due sessi: mediamente
gli uomini introducono più calcio rispetto alle donne (927 mg al giorno
per i primi contro 750 mg per le seconde) e questa differenza
significativa è riscontrabile in tutte le fasce d’età. Se
si pensa che secondo i LARN - Livelli di assunzione giornalieri
raccomandati di nutrienti per la Popolazione Italiana, Società Italiana
di Nutrizione Umana (SINU) - mediamente una donna tra i 30-50 anni
dovrebbe consumare almeno 800 mg di
calcio al giorno e 1200 mg sopra i 50 anni, dallo studio
dell’Osservatorio Nutrizionale risulta che solo il 37% delle donne ha un
apporto maggiore a 800 mg tra i 30-50 anni, mentre nemmeno il 10% delle
donne sopra i 50 anni raggiunge i 1200 mg. Gli uomini hanno delle
abitudini migliori rispetto alle donne, ma anche per loro una piccola
minoranza sopra i 60 anni (solo il 36%) soddisfa l’obiettivo minimo di
1000 mg al giorno. Il
calcio è un nutriente essenziale per prevenire l’osteoporosi, una
malattia sistemica dell’apparato scheletrico che è caratterizzata da una
bassa densità minerale ossea e da un deterioramento della
microarchitettura del tessuto osseo. In altre parole, le ossa diventano
più fragili e sono esposte a un maggior rischio di frattura per traumi
anche minimi. L’osteoporosi colpisce principalmente le donne perché alla
menopausa, di norma tra i 45 e i 55 anni, la rapida cessazione della
secrezione di estrogeni condiziona una perdita progressiva di minerale
dallo scheletro femminile, di regola intorno all'1-2% per anno.
“Soddisfare i fabbisogni di calcio non è facile per la popolazione, soprattutto per quella femminile – osserva la Dott.ssa Michela Barichella, Responsabile SS di Dietetica e Nutrizione Clinica ICP di Milano
- le donne tendono a controllare spesso il proprio peso e a eliminare i
latticini nella fase della vita dove ne hanno più bisogno. Le fratture
costituiscono l'evento clinico più rilevante dell'osteoporosi, patologia
ormai sempre più diffusa a causa dell'incremento della vita media
registrato negli ultimi decenni che ha fatto salire il numero degli
individui a rischio. La tendenza appare inesorabilmente in aumento, per
questo è fondamentale prevenire l’osteoporosi con un’alimentazione corretta”. Dai
dati della ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano emerge
che la quantità giornaliera di latticini raccomandata non è soddisfatta:
normalmente si arriva a consumare 5 porzioni di latticini a settimana,
la preferenza è sempre per lo yogurt e il latte parzialmente scremati
rispetto a quelli interi. Il formaggio rimane tra le scelte maggiori
degli adulti italiani raggiungendo le 5 porzioni a settimana, con
preferenza per lo stagionato rispetto a quello fresco (circa due volte a
settimana). Il formaggio grattugiato compare 3-4 volte a settimana e vi
è un uso significativamente maggiore sopra i 65 anni, sia nelle donne
che negli uomini.
I CONSIGLI DEGLI ESPERTI PER PREVENIRE L’OSTEOPOROSI
I
medici e gli esperti nutrizionisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana
Padano suggeriscono di seguire i seguenti consigli per costruire e
mantenere ossa sane e forti:
· Seguire
una dieta bilanciata mantenendo un equilibrato apporto di calcio
attraverso l'assunzione di fonti ricche di questo prezioso nutriente,
quali il latte e i suoi derivati, senza dimenticare l’acqua ricca di
calcio. Gli alimenti arricchiti di calcio (non presente in natura
nell’alimento) non apportano la stessa quantità di minerale allo
scheletro, il calcio naturalmente presente nel latte e latticini è
invece altamente biodisponibile.
· In
casi di intolleranza al lattosio si può garantire il giusto apporto di
calcio attraverso l'assunzione di alimenti a basso contenuto di
lattosio, o privi di lattosio come i formaggi duri DOP.
· In
caso di sovrappeso o alterazione del quadro lipidico è possibile
garantire l'apporto di questo importante minerale attraverso
l'assunzione di alimenti a limitato contenuto lipidico, come il latte e
yogurt parzialmente scremati e i formaggi duri DOP che apportano la
maggior quantità di calcio, in proporzione ai grassi e alla quantità, di
ogni altro latticino.
· Mantenere
buoni livelli di Vitamina D (attraverso, ad esempio, l'esposizione al
sole: nei periodi freddi è bene tenere scoperte alcune parti del corpo, o
solo il viso, esponendole al sole almeno 20 minuti al giorno; in estate
si può stare al sole 10-15 minuti al giorno senza protezione) ed
eventualmente anche di Vitamina C e K.
· In
caso di familiarità per osteoporosi o esposizione al sole inadeguata
valutare con il proprio medico l’opportunità di una supplementazione
vitaminica, in particolare nel periodo invernale.
· Una dieta eccessivamente ricca in proteine animali, rispetto a quelle vegetali, può aumentare la perdita di calcio con le urine.
· Usare
il sale (e gli alimenti ricchi di sodio) con parsimonia e non bere più
di 3 caffè al giorno contribuiscono a limitare la perdita di calcio
dallo scheletro.
· Assumere
nello stesso pasto alimenti molto ricchi di fibra e alimenti ricchi in
calcio può ridurre l’assorbimento di quest’ultimo.
· Svolgere
attività fisica contro la gravità eseguendo esercizi a terra o in
posizione eretta (passeggiare, pedalare, salire le scale, ecc.), in ogni
caso adeguati all'età e al peso corporeo.
· Seguire uno stile di vita sano (non fumare, non esagerare con il consumo di alcool) aiuta a mantenere sano il nostro scheletro.
PER INFORMAZIONI ALLA STAMPA:
Marco Fanini
Ufficio stampa Osservatorio Nutrizionale “Grana Padano”