Piero Cappella |
PIEDIMONTE
MATESE. Gli ”addetti
ai lavori” dello sviluppo rurale sono impegnati, nonostante questo periodo di
forte ed intensa crisi economica, a “pensare” quale possa essere l’evoluzione
dei processi di crescita accompagnata delle aree rurali interne. In Italia il
processo è un po’ in secondo piano rispetto ad altri Paesi, ma tanto lavoro è
stato già fatto. L’Unione Europea, pur di coinvolgere tutti i territori rurali
in una crescita sostenibile ed equa, ha pensato ad un piano di incentivi che
partendo dalle esigenze dei territori stessi convogliasse negli stessi delle
risorse finanziarie necessarie per dare l’avvio ad un diverso processo di
crescita. Un processo caratterizzato dalla conoscenza delle esigenze che solo
chi opera attivamente in un territorio, può rilevare. Sono nate iniziative e
programmi che proprio dal 1992 sono state racchiuse sotto il filone del LEADER.
I soggetti promotori a livello locale di quanto era stato definito a livello
comunitario sono stati i Gruppi di Azione Locale (GAL), dei partenariati
formati da soggetti pubblici e privati che costituendosi giuridicamente in
Associazioni, Consorzi, Società (ma comunque soggetti privati), si impegnavano a
realizzare quanto proposto dalle comunità locali. Anche il GAL Alto Casertano
ha visto la sua costituzione nel 1992. Uno tra i primi obiettivi che il GAL
Alto Casertano si è posto sin dalla sua nascita è stato quello di puntare a
Migliorare la Qualità della Vita delle Popolazioni Locali: favorire, cioè, la
permanenza sui territori di appartenenza, dei cittadini, facendo prendere
consapevolezza di quanto sia particolare la nostra terra. Da tale principio
sono scaturite tutte le idee, trasformate poi in progetti ed attività, che
hanno consentito la nascita e la crescita dei primi agriturismi nel territorio
più interno della provincia di Caserta, di promuovere la creazione di imprese,
di facilitare l’autoimpiego, di promuovere la partecipazione delle imprese agroalimentare
sui mercati esteri, di favorire la diffusione di un comportamento
eco-sostenibile, di accompagnare i territori verso un modello di sviluppo in
linea con i propositi di Agenda XXI. I “finanziamenti” che corrispondono
a proposte e progetti provenienti dal territorio , ha ribadito il
Direttore Pietro Cappella, “finiscono” là dove
vengono richiesti: imprese, comunità, enti. Il tutto monitorato e certificato
non solo da organismi regionali e ministeriali, bensì anche dalla Corte dei
Conti Europea. Il GAL non è un ente pubblico: è un organismo privato pensato
dalla UE per accompagnare le Regioni nel raggiungimenti degli obiettivi
di politica economica (intesa nella sua accezione più ampia) e sociale, diretti
allo sviluppo rurale delle aree interne. In questa fase della programmazione
2007/2013 i GAL (in Campania sono 13) hanno il compito di portare a compimento
l’attuazione dell’Asse 4 del Piano di Sviluppo Regionale per raggiungere gli
importanti obiettivi che la Regione Campania si è prefissata: aumentare la
competitività favorire la diversificazione economica contribuire alla tutela ambientale.
Il ruolo che, in tali processi, svolgono i GAL, è quello di coniugare,
condividere e mettere in sinergia tutte le forze endogene: l’approccio, il
bottom-up, così tanto promosso dalla Unione Europea, oggi è diventato una
modalità di trasferimento del know-how, di aggiornamento delle competenze, di
coinvolgimento degli operatori e degli attori di un’area rurale. Per far ciò,
tuttavia, è fondamentale l’apporto che ciascun soggetto, sia esso un ente, una
amministrazione, una comunità di cittadini, può mettere a disposizione degli
altri. Per la programmazione 2007/2013, che si concluderà nel 2015, il GAL Alto
Casertano ha definito con l’assistenza del partenariato e dopo una serie di
consultazioni locali, un Piano di lavoro (il PSL) al cui interno sono previste
sia Misure (ossia progetti) direttamente collegate al Piano della
Regione, le Misure, cioè, relative ai due Assi 1 Miglioramento della
Competitività, e Asse 3 Qualità della Vita nelle zone rurali e Diversificazione
dell’economia rurale, e sia Interventi
(denominati Azioni specifiche Leader) che possono considerarsi trasversali
all’intero disegno strategico (Valorizzazione delle Risorse territoriali, Reti
Locali, Azioni Collettive) . I soggetti destinatari degli aiuti sono soggetti
pubblici (Enti Locali, Associazioni, Partenariati pubblico/privato) e soggetti
privati (Organismi, Imprese, Consorzi, Associazioni), selezionati secondo
criteri ispirati alla trasparenza e al rispetto delle norme regionali,
nazionali e comunitarie.
Pietro Rossi
Pietro Rossi