SAN POTITO SANNITICO. La Legambiente del Matese ha denunciato un grave episodio avvenuto durante la serata ornitologica organizzata nel territorio del Parco Regionale del Matese presso Cusano Mutri. Il Centro Educazione e Documentazione Ambientale della Legambiente del Matese ha organizzato sabato scorso 9 luglio una serata di ricerca naturalistica nel Parco del Matese , per censire la presenza dell’Ululone appenninico (una piccola rana) e dei rapaci notturni. Dopo la presentazione dell’evento a S.Potito Sannitico, alla presenza del Presidente Pino Falco e dei naturalisti partecipanti, il gruppo di ricerca si è recato a Cusano Mutri, area scelta per l’intervento per le sue particolari caratteristiche territoriali. Qui, nel piazzale di fronte al cimitero del centro sannita, in un’area in cui non si vedevano abitazioni vicine, intorno alle ore 22.00, sono stati lanciati dei richiami artificiali con il verso di uccelli, della durata di circa 2 minuti, a cui è seguito un primo botto che è sembrato casuale. Alla seconda serie di richiami, sono seguiti subito dopo poi due spari, chiaramente esplosi in aria da un fucile da caccia, che hanno messo in allerta il gruppo di naturalisti. Dopo alcuni minuti di silenzio, utilizzati per ascoltare il canto degli uccelli, è stata lanciata una terza serie di richiami, a cui sono seguiti tre quattro spari molto più forti, perché questa volta erano chiaramente indirizzati verso il luogo dove si trovavano i naturalisti. A questo punto il gruppo, in cui c’erano anche dei bambini, spaventato, ha chiamato immediatamente i Carabinieri della Stazione di Cusano Mutri per denunciare l’accaduto, i quali attualmente stanno svolgendo delle indagini per scoprire chi può aver esploso i colpi. L’episodio, riferiscono i responsabili di Legambiente Matese, ci sembra grave in sé perché, a meno che non siano stati dei bracconieri che per caso passavano in zona, l’ipotesi che i richiami abbiano dato fastidio a qualcuno, cosa improbabile visto che non era certo un rumore continuo e assordante, certo non giustifica gli spari intimidatori, con il rischio di un incidente. A questo si aggiunga l’amarezza di aver accolto in questo modo dei naturalisti provenienti anche da fuori provincia e regione, in un parco che sta cercando di accreditarsi come luogo di ricerca scientifica e protezione della biodiversità. Per questo, anche se si è trattato del comportamento irresponsabile di un singolo o di poche persone, ci auguriamo che le indagini giungano ad identificare i responsabili, anche per tutelare chi si sta impegnando a livello volontario per promuovere un turismo sostenibile nell’area del Matese.
Pietro Rossi