12 luglio 2011

GLI AMBIENTALISTI DEL MATESE INSORGONO CONTRO I BRACCONIERI.


San Potito Sannitico. Il grave episodio di aggressione avvenuto durante la serata ornitologica organizzata da Legambiente  Matese nel territorio del Parco Regionale del Matese, ha destato sconcerto nelle popolazioni dell’alto casertano e nell’associazionismo ambientalista. L’episodio  degli spari,  durante la serata ornitologica a cui partecipavano alcuni  naturalisti, organizzati in  il gruppo di ricerca   recatisi presso Cusano Mutri nell’area scelta  per le sue particolari caratteristiche territoriali, denunciato  da Legambiente Matese, è senza dubbio riprovevole, anzi sconcertante, dice Emidio Civitillo, ma al di là del comportamento irresponsabile “di un singolo o di poche persone”, sarebbe bene che detto episodio costituisca lo spunto per avviare, finalmente, un discorso finalizzato ad un minimo di vigilanza, per evitare che il Parco Regionale del Matese continui ad essere assai spesso “terra di nessuno”. Il “bracconaggio” viene attuato sotto varie forme: l’uso, anche in questo periodo, di sofisticati richiami acustici per le quaglie, e non certo per fini di “ricerca naturalistica”; la caccia notturna con i fari lungo le strade di montagna; la  caccia diurna con cani da seguita: alla lepre, al cinghiale, al capriolo (da poco immesso). In altre regioni d’Italia viene attuata una vigilanza tanto semplice quanto efficace, che si può così riassumere:
-       coppie di giovani utilizzati a turno nell’ambito di progetti di valorizzazione ambientale o di promozione di un sviluppo ecocompatibile, fanno anche servizio di monitoraggio e, muniti del semplice telefonino, segnalano in tempo reale al loro centro operativo pure eventuali azioni di bracconaggio;
-       fatta la segnalazione, scatta immediatamente l’azione repressiva da parte degli organi preposti per fermare e sanzionare le azioni di bracconaggio;
-       Il risultato di questo semplice quanto efficace sistema di vigilanza si è rivelato eccellente: il bracconaggio, nelle sue varie forme, è stato cancellato nelle zone in cui è stata attuata tale forma di vigilanza;
-       dette zone non sono più “terra di nessuno” e la flora e la fauna mostrano “evidentissimi” i segni della tutela.
È appena il caso di ricordare, ha concluso Emidio Civitillo, che la valorizzazione ambientale e la promozione di un sviluppo ecocompatibile costituiscono, con modica spesa di vigilanza, un beneficio notevolissimo per l’economia locale, perché la natura, se tutelata, attrae il turismo. Peraltro un discorso di seria tutela della natura viene molto apprezzato dall’opinione pubblica, che non dimentica di esprimere per una cosa del genere il suo consenso nei momenti e nelle sedi opportune.

Pietro Rossi