Buongiorno Lillo. Stamane sento irrefrenabile l’esigenza di scrivere due righe in tua memoria. Non tanto per rendere pubblici i rapporti intercorsi tra noi, sui quali sento doveroso mantenere il riserbo rispettoso di un amico con cui hai condiviso momenti lieti e meno lieti, entusiasmi e timori, passioni e delusioni. Piuttosto avverto il dovere di scrivere due righe da cittadino di Piedimonte Matese, da amministratore della nostra amata cittadina. Perché sono consapevole che la nostra comunità ha perso uno dei suoi uomini migliori e sarà inevitabilmente più povera se non saprà riflettere e trarre insegnamento dalla tua vicenda terrena. In verità scrivo queste righe perché so che i destini dei tuoi concittadini- dai bambini che si aprono alla vita ai vecchi che appassiscono lentamente- ti sono sempre stati molto a cuore. Sei stato uno degli uomini migliori della nostra comunità sempre, in tutte le fasi della tua vita. Sia quando hai vissuto da protagonista assoluto, con la tua spiccata intelligenza, versatilità, eccellenza nel rendimento scolastico e sportivo, facilità di approccio umano e di conquista, simpatia contagiosa. Sia quando ti eri relegato in uno spazio di seconda fila, dove è venuta emergendo la tua infinità bontà e disponibilità umana, la tua autoironia, la tua discreta, rispettosa ma solida professionalità. Conoscendoti profondamente, essendo conscio del tuo amore per Piedimonte e delle tue qualità umane, mi sono chiesto più volte per quale scherzo del caso tu non sia diventato un amministratore di prima grandezza della nostra città. Ti ricordo brillante rappresentante degli studenti di quella nostra bella classe liceale che il triste destino sta decimando e componente più votato del Consiglio di Istituto. Soprattutto ricordo bene la tua innata predisposizione a farti carico dei problemi altrui. Poi, invece, ti sei limitato a raccontarla la nostra città. Ma anche da giornalista sei stato esempio di serenità, imparzialità, correttezza. Da cittadino e da amministratore, in definitiva, spero di cuore cha la tua vicenda terrena- per qualche verso drammatica perché troppo presto ci hai lasciato con un senso di impotenza e di frustrazione-, faccia riflettere ognuno di noi e soprattutto la classe dirigente. Affinchè vengano resi sempre più efficaci gli strumenti e gli interventi a favore di chi si trova in difficoltà e sempre più consolidate le opportunità di vicinanza, prossimità, solidarietà diffusa. Come è nella tradizione della nostra città.
Ciao Lillo, compagno di giochi, di studio, di vita.
Emilio Iannotta