Piedimonte Matese. Molto soddisfatta l’Amministrazione Comunale della Città di Piedimonte Matese, retta dal Sindaco Vincenzo Cappello, per la ottima riuscita della serata di Lunedì 7 Febbraio, con inizio alle ore 17 presso la sala ‘Minerva’ dell’Associazione Storica del Medio Volturno. L’occasione propizia è stata la presentazione alla comunità scientifica locale ed alla cittadinanza del progetto, redatto dall’Ufficio Tecnico Comunale con la consulenza di uno studio romano altamente specializzato (n!studio), di allestimento delle collezioni museali, recentemente ritornate a ‘casa’ grazie ai buoni uffici profusi dall’Esecutivo di Piazza De Benedictis presso la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei. Moderatore e promotore dell’incontro l’Assessore delegato Attilio Costarella, coadiuvato dall’Assessore alla Cultura e P. I. Benny Iannitti. Dopo i saluti inaugurali del Sindaco Cappello che, con dovizia di particolari ha ricordato tutte le tappe, sin dai primordi dell’insediamento della attuale Amministrazione Comunale, di lento avvicinamento al traguardo, ormai quasi raggiunto, della riapertura del Museo cittadino; del padrone di casa Pasqualino Simonelli, Presidente dell’ASMV; e dell’Assessore Iannitti, ha preso la parola Attilio Costarella che ha subito ricordato che l’A. C. è reduce da recenti insperati successi di politica culturale, con l’acquisizione al fondo pergamenaceo del Museo di una pergamena del 1796, vergata da Nicolò Gaetani dell’Aquila d’Aragona di Laurenzana, Signore di Piedimonte, e redatta in un momento storico particolarmente pericoloso per il Regno di Napoli, segnatamente per la Provincia di Terra di Lavoro, che stava per essere invaso dalle armate napoleoniche; nonché di tre epigrafi, di cui una sepolcrale di prima metà di I Secolo d. C. e due imperiali romane di III Secolo d. C.: una dedicata a Ulpia Severina, moglie dell’Imperatore Aureliano, e l’altra all’Imperatore Marco Aurelio Probo. Il tutto a costo zero per l’Ente, grazie alla liberalità di studiosi ed imprenditori locali. Costarella ha altresì ricordato ai presenti che si è reso necessario insistere sui risultati degli scavi archeologici del 2009 in località Monticello, sui quali ha relazionato Gianluca Tagliamonte, Docente di Etruscologia e Antichità Italiche presso l’Università del Salento (con la quale l’A. C. ha stipulato un protocollo d’intesa per la mutua assistenza in campo scientifico) in considerazione del fatto che i risultati sono assolutamente sorprendenti e tali da riscrivere la storia antica della Città di P. Matese. Sono emersi dagli scavi archeologici, infatti, dati significativi che attestano inequivocabilmente tracce di frequentazione umana del sito di Monticello che risalgono al XIII-XII Secolo a. C: dall’età del ferro e sino all’età arcaica. Del resto, già in passato la località Monticello, separata dal Cila dal Vallone Paterno, ha restituito punte di lancia e ceramica a vernice nera pertinenti a tombe, databili tra la seconda metà del terzo Secolo e il secondo Sec. a. C., prodotti localmente o in ambiente campano, nonché materiale fittile votivo dalle cui caratteristiche è lecito supporre l’insistenza sul posto d’un tempio come l’avvenuta romanizzazione del territorio. Marco Biuzzi, architetto dell’n!studio di Roma ha illustrato poi ai presenti in sala, con l’ausilio di numerosi rendering, le linee ispiratrici dell’interessante progetto di musealizzazione commissionato dall’A.C. che ha posto l’ambizioso proposito di realizzare la preparazione delle prime tre sale museali con i reperti provenienti dal Monte Cila almeno per la fine del mese di Maggio. In precedenza, aveva preso la parola Raffaella Martino, consulente museologa del Comune per tracciare le direttive di allestimento del Museo cittadino, il quale ha già acquisito da alcuni anni il titolo di ‘interesse regionale’.
Pietro Rossi